Recensione

A Stroke of Fate: Operation Valkyrie

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a cura di Francesco Ursino

Lo studio SPLine è lo sviluppatore che si cela dietro all’articolo oggetto di questa recensione, ovvero A Stroke of Fate: Operation Valkyrie. Il titolo, uscito nel 2009, è stato di recente pubblicato su Steam con un nuovo doppiaggio in inglese. Vediamo dunque se l’avventura grafica in questione ha saputo meritare un giudizio positivo.  Un destino da cambiareIl setting di A Stroke of Fate: Operation Valkyrie è quello della Seconda Guerra Mondiale; sebbene questo non risulti essere come uno dei territori meno esplorati dai videogiochi, vero è che poche volte le avventure grafiche hanno saputo inoltrarvisi. Il gioco SPLine, invece, trasporta il giocatore proprio all’interno del potere nazista, nel 1944, facendogli impersonare Gerhard Mayer, ufficiale delle SS. Una volta lanciato il gioco, si verrà subito a conoscenza del plot principale: Mayer, fiero sostenitore della dottrina nazista, rivede le sue posizioni una volta venuto a conoscenza della vera realtà dei campi di concentramento. Questa circostanza, unita alle notizie provenienti dal fronte russo, convincono il protagonista della poca bontà delle idee del reich. Per questo Meyer decide di andare contro il regime: sarà compito del giocatore, dunque, aiutarlo a portare a termine il suo obiettivo.La contestualizzazione del titolo è collegata agli avvenimenti dell’Operazione Valchiria, con cui si indica il tentativo (fallito) di eliminare Hitler avvenuto il 20 luglio 1944. Il gioco, dunque, trasporta il giocatore in questa delicata situazione, facendolo venire a contatto con i personaggi più importanti del periodo nazista.Si tratta quindi di un titolo dai temi assai forti, con una narrazione decisamente asciutta; uno dei punti di forza di questo A Stroke of Fate: Operation Valkyrie infatti risiede proprio nella ricostruzione del periodo storico. Per fare un esempio, nelle primissime fasi di gioco il giocatore si ritroverà nella propria stanza: questa sarà piena di pubblicazioni e di opere artistiche del periodo nazista; per ognuna di queste sarà presente una descrizione dettagliata da parte del protagonista. Anche durante altri frangenti di gioco, in ogni caso, il giocatore potrà sentire il peso dell’oppressione hitleriana che si manifesta attraverso i festoni con la svastica, i tipici saluti nazisti prima di ogni dialogo, il Mein kampf sulla scrivania di ogni ufficiale delle SS, i discorsi a sfondo razziale e antisemita. Sebbene non sia la prima volta che un videogioco affronta questi temi, va dato atto ai SPLine di aver saputo riproporre in modo credibile questo particolare periodo storico. C’è da dire soprattutto che il rimo lento e compassato dei gioco (un carattere, questo, tipico di alcune avventure grafiche), contribuisce a rendere le vicende narrate ancora più profonde e toccanti di quanto non avvenga, per esempio, in alcuni FPS.

Un tradizionale punta e cliccaIl gameplay del titolo è assai tradizionale, basandosi su un più che collaudato sistema di punta e clicca. La difficoltà di gioco, in questo senso, tende a essere ben allineata allo standard delle avventure grafiche attuali, sebbene non sia presente il tasto che rivela i vari hot spot; va detto però che questo fatto, di per sé, non deve essere considerato un difetto, anche perché il gioco si prodigherà in consigli più o meno indiretti grazie alle indicazioni date dai vari personaggi durante i dialoghi. Non sarà cosi difficoltoso, dunque, venire a capo delle situazioni proposte. L’attività principale durante il gioco, quindi, sarà quella di ricercare oggetti e parlare con tutti i personaggi. Saranno presenti anche alcuni sottogiochi, che richiederanno per esempio la decifratura di messaggi in codice tramite la messa in sequenza di alcuni frammenti di giornale; non sembra si possa parlare di enigmi veri e propri, visto che l’azione sarà il più delle volte lineare. Collegato a questo discorso è la gestione dei dialoghi, presenti in larga quantità e indispensabili per proseguire nell’avventura e ottenere oggetti da utilizzare.Per quanto riguarda l’inventario, questo è richiamabile spostando il cursore del mouse sulla parte superiore dello schermo; gli oggetti da tenere con sé non saranno mai molti, ma potranno essere combinati tra di loro. Proprio nell’inventario è contenuta l’agenda di Mayer, la quale sarà divisa in due parti. Alcune voci, infatti, costituiranno il riepilogo delle azioni del protagonista, e quindi delle varie attività come ufficiale SS. Altre, invece, corrisponderanno alle attività svolte sotto traccia per distruggere il raich. Anche da questo particolare quindi si evince come l’intera narrazione ponga il giocatore in una sorta di doppio gioco: da una parte, dunque, bisognerà svolgere le operazioni di facciata richieste a un ufficiale nazista, dall’altra si agirà proprio per distruggere lo stesso regime.E’ giusto accennare, per ultimo, alla bassa longevità del titolo: A Stroke of Fate: Operation Valkyrie può essere terminato infatti in circa sette ore; si tratta di una durata che non soddisfa del tutto, anche perché gli eventi narrati avrebbero meritato più spazio e uno sviluppo più organico.

Rimandato in tedescoSe quindi il lato narrativo, cosi come la struttura principale del gameplay, risultano essere sufficienti, è l’aspetto tecnico, soprattutto quello audio, a far scendere il giudizio di questa avventura grafica.Partendo dal comparto grafico, il gioco mostra il peso degli anni, specie se ci si concentra su una certa spigolosità dei modelli tridimensionali dei personaggi (oltre che degli oggetti), e sulla mancanza di definizione in alcune texture. Alcune dinamiche del gioco stesso, poi, rendono l’esperienza di gioco poco confortevole: non sarà possibile, ad esempio, cliccare due volte su una determinata locazione per far muovere più velocemente il personaggio, che avrà sempre la stessa (placida) andatura. Spesso, inoltre, ci si scoprirà intenti a premere il tasto sinistro per voler interrompere la descrizione di un oggetto, con il risultato però di far ripartire la descrizione stessa.Ancora, il passaggio tra una locazione e l’altra comporterà, il più delle volte, la comparsa di una schermata di caricamento: è giusto dire che si tratta di pochi istanti, i quali però rendono il ritmo gioco assai lento. Per quanto riguarda le opzioni grafiche, si segnala l’opportunità di giocare l’avventura scegliendo uno dei tre filtri previsti: bianco e nero, colori, oppure seppia.Come detto poc’anzi, però, è il lato audio l’aspetto meno meritevole del gioco: il doppiaggio in inglese, infatti, oltre a essere assai poco ispirato in quasi tutti i suoi personaggi risulta anche poco curato sotto il mero profilo lessicale e stilistico, se è vero che molte volte i personaggi sbaglieranno la pronuncia di determinati termini tedeschi. Questo difetto si riscontra soprattutto nella pronuncia dei nomi: nello specifico, sarà impossibile sentir pronunciare dal protagonista il nome “Goebbels” in modo corretto. Durante il prosieguo del gioco, inoltre, un personaggio accennerà al presidente tedesco Hindenburg chiamandolo “Gindenburg”. Si tratta quindi di un grave pressapochismo che non giova alla fedeltà storica del titolo, la quale invece risulta apprezzabile sotto altri aspetti precedentemente esaminati.Per ultimo, il sottofondo musicale, che appare tutto sommato piatto e poco adatto in alcune situazioni (con cambi di ritmo che durante una normale fase di esplorazione risultano il più delle volte inadeguati).

HARDWARE

Requisiti consigliati:

OS: Windows XP/Vista/7Processore: Pentium IV / Athlon 2 GHzMemoria RAM: 1 GBSpazio su HDD: 2.5 gbScheda video con almeno 256 mb dedicati (dalla Geforce 4 / Radeon 9500 in sù)

– Atmosfera nazista riprodotta in modo positivo

– Sufficienti dinamiche di gioco

– Non molto longevo

– Doppiaggio in inglese insufficiente

5.5

A Stroke of Fate: Operation Valkyrie rappresenta per certi versi un’occasione sprecata; diversi elementi infatti denotano l’attenzione degli sviluppatori nel voler ricreare l’atmosfera nazista dei primi anni ’40, che il più delle volte risulta essere ben riprodotta. Anche le pure dinamiche di gioco, seppur con alcuni difetti, si attestano sulla sufficienza.

L’elemento che non consente al gioco di arrivare a un giudizio pienamente positivo però è il comparto tecnico: al di là della grafica, poco definita ma comunque non così negativa, è l’audio a risultare inadeguato per la maggior parte delle volte. Il doppiaggio inglese infatti risulta essere assai impreciso non solo in termini puramente artistici ma anche storici. Si tratta di un particolare, come visto, che fa diminuire di molto il giudizio di un’avventura dedicata a un periodo storico tanto importante quanto controverso.

Voto Recensione di A Stroke of Fate: Operation Valkyrie - Recensione


5.5