PS5, Neil Druckmann spiega cosa aspettarsi dopo The Last of Us Part II

Il director rivela le aspettative di Naughty Dog per PlayStation 5

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a cura di Paolo Sirio

Neil Druckmann, director di The Last of Us Part II, è intervenuto al podcast Talking Games co-condotto dall’ex presidente di Nintendo Reggie Fils-Aimé per discutere di cosa aspettarsi da PS5.

Naughty Dog ha lavorato, com’è stato per PS3, al suo titolo più importante della generazione a ridosso della conclusione di quest’ultima, quindi per qualche tempo semplicemente staccherà la spina prima di imbarcarsi nel prossimo progetto.

Druckmann a tal proposito ha spiegato che «alla fine di una generazione senti sempre le limitazioni», dettate da un hardware che avverte ormai il peso degli anni.

In questi momenti, gli sviluppatori hanno «sempre l’impressione di stare spingendo contro una manciata di muri per trovare queste piccole aperture in cui puoi portare le cose un po’ più in là, che sia memoria, CPU, velocità del drive».

All’inizio di una nuova generazione, però, «è una lama a doppio taglio perché da un lato devi sviluppare nuova tecnologia per il nuovo hardware e quella può essere una battaglia in salita».

«Ma dall’altro lato tutt’un tratto avverti questa libertà e pensi: ‘oh mio dio, possiamo respirare di nuovo e possiamo liberarci di queste limitaizioni’», ha aggiunto.

Quanto a PS5, rievocando un commento precedente del presidente Evan Wells, il director e VP dello studio californiano ha spiegato che «una delle cose per cui siamo eccitati è l’SSD e cosa significa per un caricamento quasi seamless. Perché noi facciamo così tanto lavoro dal nostro lato perché, una volta che inizi l’avventura, non veda mai una schermata di caricamento».

Tanto lavoro avviene dietro le quinte per far sì che questo succeda: «il modo in cui progettiamo i livelli, come li tagliamo, è tutto invisibile al giocatore».

«Sapere che riusciremo a caricare le cose più rapidamente, significa semplicemente che i designer non dovranno vedersi porre limitazioni nel modo in cui impostano le cose. Come pensiamo le cose, quando carichiamo nuovi personaggi».

L’entusiasmo di Druckmann e del suo team per PS5 è dunque alle stelle, dopo aver lavorato per sette anni ad un nuovo capitolo di The Last of Us e aver lasciato aperta la porta, a determinate condizioni, ad una Parte III.

Fonte: GamesRadar+

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