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Recensione

Pro Cycling Manager 2018, la recensione del gioco per i fan della bici

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 11/07/2018 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Anche quest’anno ci ritroviamo per discutere degli aspetti più interessanti del nuovo capitolo della serie Cyanide tutta dedicata al mondo del ciclismo. Perciò, bando agli indugi e vediamo cosa funziona e cosa no in Pro Cycling Manager 2018.

Già fatto, già visto, già pedalatoCome di consueto, in Pro Cycling Manager 2018 i giocatori avranno l’occasione di gestire una squadra di ciclismo, con l’obiettivo di portarla alla vittoria nelle varie competizioni. Da qualche anno, inoltre, alla classica carriera si affianca la modalità Pro Cyclist, che permette di creare il proprio alter ego, piazzarlo sul sellino di una bici e pilotarlo durante le corse. Cominciamo col dire che, forse come mai prima d’ora, i cambiamenti del titolo rispetto alla versione passata sono molto difficili da intuire, almeno a una prima occhiata frettolosa. I menu, le modalità, gli errori di traduzione e altri elementi di cui parleremo in seguito sono interamente mutuati da Pro Cycling Manager 2017. Per chi non fosse avvezzo alle vicende della serie Cyanide, in ogni caso, ricordiamo comunque che le opzioni di gioco includono le già citate Carriera e Pro Cyclist, ma anche il comparto multigiocatore (anch’esso sostanzialmente identico all’anno scorso), e le corse su pista. In quest’ultimo caso vengono riproposte le sette categorie di competizioni già viste da tanti anni. Sbrigati i convenevoli relativi alle modalità di gioco e constatata l’assenza di una qualsivoglia novità di rilievo, è meglio passare all’analisi del gameplay: qui, in effetti, le cose si fanno più interessanti.

Questi vogliono i soldi, mica caramelleTra le novità più importanti della parte gestionale di Pro Cycling Manager 2018 spicca sicuramente la gestione dei contratti. Negoziare con un corridore, negli anni passati, era piuttosto snervante, e dobbiamo dire che i passi avanti fatti da Cyanide in questa edizione sono numerosi. Il sistema introdotto ricalca il qualche misura quello visto in Football Manager. Il ciclista contattato mostrerà subito la sua predisposizione d’animo verso la nostra squadra, e tutto ciò influenzerà le risposte che l’atleta darà durante la contrattazione. I parametri su cui si basa la scelta sono lo stipendio, il ruolo e la durata del contratto. Se la nostra offerta soddisfa appieno tutti questi fattori, il ciclista accetterà l’offerta. Se, invece, uno o più parametri non sono di suo gradimento, avremo a disposizione fino a cinque tentativi per fargli cambiare idea. Il gradimento viene espresso attraverso una barra colorata, un po’ come avviene in NBA 2K. La cosa più bella di questo sistema, oltre all’immediatezza, è che finalmente i ciclisti rispondono subito alle nostre richieste. Gli anni scorsi, invece, era necessario aspettare giorni e giorni, magari per poi ricevere un rifiuto. Una cosa, però, non va: nella schermata delle contrattazioni Cyanide ha introdotto, e questa è una gran cosa, un comodo specchietto con le indicazioni del budget residuo a nostra disposizione. È un peccato che il valore al momento è sostanzialmente inutile, visto che il gioco ci dirà che abbiamo finito i soldi mentre ancora l’indicatore segna spazio salariale, impedendoci perciò di ingaggiare ciclisti.

Il secondo aspetto di maggior rilievo, nella parte gestionale del titolo, è la questione sponsor. Quest’anno il sistema di promozioni e retrocessioni, basato sui risultati ottenuti durante l’anno, è finalmente scomparso. Una squadra può salire di grado e passare, ad esempio, dalla fascia Continental a quella Pro Tour, ingaggiando corridori di spessore. È una dinamica più vicina a quella reale, anche se c’è del lavoro da fare. La decisione riguardante il proprio partner commerciale, infatti, deve essere presa in un solo giorno, alla fine di luglio: avremmo preferito un’impostazione più fluida e vicina a quella dei capitoli precedenti. Capitolo budget: lo sponsor con cui già gareggiamo a inizio partita sceglierà le risorse finanziarie della stagione successiva in base ai nostri risultati, ma quest’anno il tutto è molto chiaro da capire e soprattutto porta a comprendere in maniera più semplice su quali fondi potremo fare affidamento.Peccato che il bug dei contratti descritto in precedenza non porti ad avere una reale comprensione dell’entità dello spazio salariale, però si tratta pur sempre di timidi passi in avanti.

La corsa si fa duraPassiamo all’analisi della modalità Pro Cyclist e a quella delle gare. Dobbiamo dire che creare il proprio alter ego e iniziare la carriera da ciclista è divertente, anche perché è possibile scegliere non solo la propria specializzazione principale, ma anche quella secondaria. Noi, ad esempio, siamo stati in grado di creare un velocista che, però, poteva affrontare bene anche i tratti vallonati. Il gameplay delle gare non è ancora molto dinamico. Durante le corse in cui avevamo compiti da gregario, ad esempio, ci è capitato più volte di prendere l’iniziativa e andare a proteggere il nostro capitano ancora prima che il gioco ce lo chiedesse. È un peccato che, alcuni minuti dopo questa azione, il gioco ci abbia richiesto proprio di proteggere il capitano, cosa che stavamo già facendo da parecchio. In un altro caso, invece, vestivamo i gradi di capitano. Abbiamo ricevuto il supporto dei compagni, almeno fino a quando non siamo usciti dal gruppo principale, e nessuno si è fermato ad aspettarci. Insomma, ci sono aspetti da migliorare in una opzione di gioco che, non smetteremo mai di sottolinearlo, permette ancora di creare ciclisti alti due metri e pesanti 40 kg. È una cosa che fa perdere credibilità a un’intera modalità che, anno dopo anno, cerca invece di migliorarsi, spesso riuscendoci.

Veniamo alle gare tradizionali, forse il punto in cui il gioco è cambiato maggiormente quest’anno. Le tappe di montagna a difficoltà estrema, possiamo dirlo con una ragionevole certezza, sono migliorate. La IA è più aggressiva e sensata, lascia andare via le fughe non pericolose e reagisce bene ai nostri colpi. Durante la tappa di Colle delle Finestre del Giro, ad esempio, abbiamo messo tutta la Bahrain Merida a tirare, sperando di far campo bruciato attorno a Nibali. Questo lavoro aveva ridotto il gruppo in poche unità, giusto quelle che ti aspetteresti in situazioni del genere. Froome era in difficoltà, mentre Carapaz e Lopez andavano su belli svelti. Alla fine siamo stati sopresi proprio da quest’ultimo, più fresco e capace di batterci allo sprint. Le tappe in pianura, invece, subiscono un po’ l’onnipotenza dell’opzione segui, introdotta l’anno scorso. Riuscire a fare il vuoto con il proprio treno di corridori in vista dello sprint risulta facile, tanto è vero che spesso siamo riusciti proprio a staccarci dal gruppo e sostanzialmente andare in fuga con il nostro treno di corridori. Nel complesso, però, la IA ci è sembrata più credibile in numerose occasioni, cosa che rende un po’ tutte le tipologie di gare più appassionanti.

Cose vecchie che si romponoPer l’analisi della parte tecnica del gioco potremmo prendere interamente il paragrafo scritto lo scorso anno e incollarlo. Non abbiamo riscontrato, infatti, cambiamenti di rilievo nelle animazioni, nei modelli poligonali e nelle texture. La realizzazione dei corridori, in effetti, inizia a mostrare gli anni, e crediamo che una maggiore differenziazione di volti, movimenti e stile di corsa possa rappresentare un punto su cui insistere nelle prossime edizioni del gioco. Lo stesso discorso vale per il sonoro: la telecronaca legata agli avvenimenti durante la corsa è immutata ormai da anni, e si sovrappone in modo non sempre perfetto con le introduzioni alle tappe più importanti, aggiornate ai percorsi della stagione attuale. Dal punto di vista hardware il gioco pare più gestibile, e soprattutto più rapido nei caricamenti delle tappe. In un gioco in cui molte componenti sono rimaste immutate rispetto allo scorso anno, però, fa storcere ancora di più il naso il fatto che alcune cose che funzionavano nel 2017 non sembrano non andare più. Ci riferiamo soprattutto alla possibilità di mettere il gioco in finestra utilizzando la risoluzione originale del proprio schermo, cosa prevista dalle opzioni ma impossibile da attuare. L’unico modo per giocare in finestra, pertanto, è quella di abbassare la risoluzione, riavviare il gioco, togliere la spunta dalla modalità a tutto schermo a riavviare nuovamente il titolo.

Requisiti minimi:
Richiede un processore e un sistema operativo a 64 bitSistema operativo: Windows 7/8/10 (64-bit)Processore: AMD/Intel dual-core 2.5 GHzMemoria: 4 GB di RAMScheda video: 512 Mo, ATI Radeon HD 5570/NVIDIA GeForce GT 240/Intel HD 4600Rete: Connessione Internet a banda largaMemoria: 11 GB di spazio disponibileNote aggiuntive: INTERNET CONNECTION REQUIRED FOR GAME ACTIVATION AND ONLINE GAME
Requisiti consigliati:
Richiede un processore e un sistema operativo a 64 bitSistema operativo: Windows 7/8/10 (64-bit)Processore: AMD/Intel quad-core 3.0 GHzMemoria: 8 GB di RAMScheda video: 1 GB, AMD Radeon HD 7850/NVIDIA GeForce GTX 560Rete: Connessione Internet a banda largaMemoria: 11 GB di spazio disponibileNote aggiuntive: INTERNET CONNECTION REQUIRED FOR GAME ACTIVATION AND ONLINE GAME

– Il sistema di promozione delle squadre è più realistico

– La IA si comporta discretamente bene in alcuni frangenti

– Il nuovo sistema di negoziazione di contratti è divertente…

– …ma con il grande problema dell’errata segnalazione del budget

– La modalità Pro Cyclist è ancora poco rifinita in molti aspetti

– La rappresentazione grafica dei ciclisti inizia a sentire il peso del tempo

6.5

Pro Cycling Manager 2018 compie alcuni timidi passi avanti in direzioni precise. Il nuovo sistema di negoziazione di contratti è ben realizzato ma si scontra con l’errata segnalazione del budget a propria disposizione. Questo difetto, a cascata, va a inficiare anche il lavoro fatto sulle negoziazioni con gli sponsor e il nuovo sistema di avanzamento della propria squadra. La modalità Pro Cyclist continua a crescere, seppur lentamente, mentre la IA delle tappe di montagna ci ha convinto nella maggior parte dei casi. Il titolo Cyanide continua a essere un prodotto estremamente complesso nella parte gestionale, non sempre rifinito in molti campi e con una rappresentazione delle gare discreta. Se avete saltato l’edizione dell’anno scorso, in ogni caso, potreste farci un pensierino.

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