Phil Spencer: i videogiochi non solo riuniscono, ma creano empatia e legami

Il leader di Xbox ha parlato della forza dei videogiochi, che non solo intrattengono, ma possono far vivere momenti di riflessione e farci sentire collegati alle altre persone

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Le esperienze interattive proposte dai videogiochi sono più che un semplice passatempo. Ci sono videogiochi che ci trascinano a contatto con temi importanti e che, facendoci giocare con essi, ci fanno riflettere, immedesimare, provare emozioni, ci portano a confrontarci con gli altri su cosa abbiamo fatto, come, cosa abbiamo sentito. Il videogioco funziona come gli altri media, con la differenza che è interattivo e, per questo, fortemente votato all’immersione.

A parlare dell’argomento è stato Phil Spencer, a capo della divisione Xbox di Microsoft, che nel corso di X019 ha concesso un’intervista al notiziario italiano TGCOM24, discutendo di alcuni aspetti molto interessanti del videogame. Tra questi, anche il fatto che, in Italia, si pensi ancora al videogioco come a qualcosa riservato ai bambini, sebbene ci siano esperienze molto diverse da quelle votate unicamente al divertimento del momento e pensate solo per i giovanissimi.

In risposta, Spencer ha citato il recentissimo Tell Me Why, appena annunciato, in cui uno dei due protagonisti è una persona transessuale – e che quindi affronterà tematiche importanti e molto attuali per la nostra società, con buona pace di chi ritiene che il videogioco debba necessariamente ricalcare il gioco puerile classicamente inteso.

Nelle parole di Spencer:

Il potere dei videogiochi non è solo quello di riunire tante persone insieme ma anche permettere di entrare letteralmente nei panni di qualcun altro, prendere certe decisioni, fare delle scelte e sopportarne le conseguenze. Questo crea un legame di empatia tra le persone, fa vedere le cose da un diverso punto di vista.

Certo, anche i giovanissimi si divertono con i videogiochi, motivo per cui Microsoft promette che, anche con la next-gen, starà molto attenta a fornire ai genitori gli strumenti per il parental control:

Ma i genitori devono stare attenti a quello che i figli giocano. È importante che non stiano davanti alla console 8 ore al giorno ma escano, leggano, facciano altro. La famiglia però deve avere il controllo e deve poter vigilare su quello che i figli giocano, come spendono i soldi, chi parla con chi sulla console. Come piattaforma noi abbiamo il dovere di fornire gli strumenti adatti a questo scopo: è un aspetto molto importante.

Siamo sicuri che, via via che il videogioco continuerà a maturare, lo faranno anche i contenuti che proporrà, le esperienze che potremo vivere, che continuano a differenziarsi e a trascinarci in nuovi mondi e a confronto con nuovi temi, in modi unici e che gli altri mezzi di comunicazione non possono vantare. Un’opinione che, come avete visto, condivide anche Phil Spencer.

Fonte: TGCOM24