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Recensione

Persona 4 Golden, la prima volta su PC non si scorda mai - Recensione

Dopo il successo di Persona 5, la serie di Atlus fa il suo debutto su PC con un port dell'acclamato JRPG arrivato su PS Vita nel 2012

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a cura di Paolo Sirio

Informazioni sul prodotto

Immagine di Persona 4 Golden
Persona 4 Golden
  • Sviluppatore: Atlus
  • Produttore: NIS America
  • Distributore: Namco Bandai
  • Piattaforme: PC , PSVITA
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 22 febbraio 2013 | 13 giugno 2020 PC | 19 gennaio 2023 (PS4, Xbox One, XSX, Switch)

Se dieci anni fa ci avessero detto che ci saremmo ritrovati, nel 2020, a parlare della serie Persona come di un prodotto di successo, è probabile che avremmo sghignazzato sonoramente. Il gameplay relativamente ostico, la prolissità più da graphic novel che da gioco di ruolo e i temi maturi la rendevano tutto fuorché orientata al grande pubblico, eppure, complice l’oltremodo apprezzato Persona 5 e la sua recente riedizione Royal, siamo qui a celebrare, finalmente, un franchise a trecentosessanta gradi che ha invaso con la sua brillantezza l’Occidente.

La saga sta, pur con un’ingiustificata lentezza, cominciando a fare lo stesso con la molteplicità di piattaforme ora in circolazione: Persona 4 Golden è arrivato nel fine settimana su PC, e noi lo abbiamo provato su due configurazioni diverse in modo da raccontarvi nel dettaglio come se la cava questo port del longevo JRPG firmato Atlus.

Cos’è Persona 4 Golden?

Non ci dilungheremo eccessivamente su Persona 4 Golden in termini di puro gameplay e storia, dal momento che l’obiettivo di questa recensione è parlarvi della versione PC e del suo funzionamento, ma troviamo abbastanza interessante discutere del gioco facendo un parallelo su più piani con Persona 5, il punto di contatto tra molti degli utenti e questa proprietà intellettuale fino a qualche anno fa oscura.

In termini narrativi, la serie Persona si muove su un canovaccio che porta a risultati tutti più o meno simili tra le sue diverse uscite, ma qualche differenza tra Persona 4 – che riconoscerete come una sorta di layout per il capitolo successivo – e Persona 5 in effetti c’è, così come tra un episodio e l’altro ci sono stati alcuni taglia e cuci sulla base di considerazioni degli sviluppatori che negli anni hanno eliminato, esteso o introdotto meccaniche differenti.

L’innesco per la storia è ad esempio lo stesso, ovvero uno studente che cambia città e si ritrova ospite in una nuova casa, in mezzo a nuovi coetanei, “costretto” a riscrivere le proprie conoscenze daccapo mentre si ritrova coinvolto in una brutta storia di sparizioni e omicidi. Le differenze qui sono marcate: il protagonista senza nome di Persona 4 si sposta dalla metropoli alla località di campagna, mentre in P5 la trama si dirama fin dalle premesse nella capitale Tokyo, intorno alle zone iconiche della quale si svolge la vicenda.

In Persona 4, poi, entriamo nel metaverso (qui un vero e proprio TV World cui accediamo attraverso lo schermo di un televisore) per salvare la vita delle persone che vi sono state misteriosamente intrappolate, e non per imprimere loro un change of heart che le trasformi da cattive a buone; questa dinamica della storia ha una commistione interessante, peraltro, con la funzionalità del gameplay del meteo, che regola quanto tempo avremo a disposizione prima che la persona cui dovremo prestare soccorso muoia – e dunque ci imponga il game over -, ridotta solo a pura “citazione” estetica nel seguito.

I temi rimangono grossomodo gli stessi e, oggi come al momento dell’uscita originale, è dura vedere cosa si nasconda dietro la maschera. Una volta entrati nel TV World per provare a risolvere il caso di un serial killer che minaccia gli affetti più cari del protagonista, avremo a che fare con versioni senza peli sulla lingua dei nostri compagni di viaggio e questi ci diranno abbastanza brutalmente cosa si celi dietro la fitta nebbia delle apparenze: le loro rivelazioni saranno sempre toste da ascoltare ed elaborare, e vi sapranno toccare nel profondo perché riguardano rapporti con le persone, aspirazioni e fallimenti o altre tematiche che fanno parte della vita quotidiana di ognuno di noi.

Il sistema di combattimento vi risulterà piuttosto familiare se avrete giocato Persona 5, con giusto una manciata di cambiamenti che è stata apportata nel nome della semplificazione più che perché non funzionassero a dovere. La dinamica alla base degli scontri è la ricerca delle debolezze degli avversari, così da colpirle, fare danni aggiuntivi e al contempo ottenere un turno addizionale per connettere un altro attacco o compiere azioni come curarsi e usare oggetti.

Nonostante gli anni che sono passati dalla release originale, questo aspetto di Persona 4 Golden è invecchiato molto bene, risultando ancora oggi estremamente appagante ed elaborato e, diversamente da quanto accade spesso con i JRPG, senza lasciar trapelare mai quella sensazione di datato che sfocia in una leggibilità eccessivamente facile di quello che sta succedendo o succederà in battaglia. È integrata una feature che permette di accelerare il tempo durante gli scontri, per fare un esempio concreto, e differentemente da quanto ci è capitato in una recente run su Final Fantasy VII non abbiamo mai sentito il bisogno di utilizzarla.

Ci sono elementi di differenziazione rispetto a Persona 5, come dicevamo, e uno degno di menzione è lo Shuffle Time: alla fine di uno scontro, qualora i giocatori riuscissero ad accedere ad un buon numero di One More, sarà possibile trovarsi davanti a tarocchi che forniscono Persona aggiuntive o bonus come il riempimento della barra dell’HP/SP. Nel seguito, questa meccanica è stata cambiata in favore di un sistema di “cattura” diretta della Persona di proprio interesse, e perché risultasse più difficile l’esplorazione di un dungeon (almeno prima di Royal).

Non mancano ovviamente altre similitudini e in particolare, se vi è piaciuto operare con scadenze ben delineate, ecco di ritorno il calendario, che scandisce le vostre attività in un unicum che comprende sia le principali (l’ingresso in un dungeon con l’obiettivo di salvare vite) che quelle secondarie, tra cui la partecipazione ad un club culturale o sportivo, le uscite con gli amici, lo studio e i lavoretti.

Una delle caratteristiche del franchise di Persona è la contaminazione del genere JRPG con le social sim, e il quarto capitolo non si sottrae affatto a questa funzionalità. Questa contaminazione è tutt’altro che fine a se stessa, dal momento che, curando i rapporti con i propri conoscenti, i giocatori possono stabilire Social Link tramite i quali ottenere abilità speciali in combattimento o bonus qualora dovessero decidere di fondere più Persona tra di loro; tali rapporti sono così importanti da determinare la possibilità di accedere o meno a contenuti endgame. Quando si dice “unire l’utile al dilettevole”.

Il gioco fa forse un lavoro migliore rispetto a Persona 5 nel farci capire quando dovremmo smetterla di darci allo svago e passare alle cose serie, visto che, utilizzando l’espediente della pioggia, ci indica visivamente l’istante in cui dovremmo cominciare a preoccuparci di rispettare la deadline imposta dalla storia; è anche vero, però, che il pool di attività e la loro qualità è comprensibilmente un passettino indietro rispetto al capitolo uscito anni dopo, per quanto rimanga gradevole sguazzarci.

Come funziona la versione PC?

Abbiamo testato la versione PC su due configurazioni diverse, un PC fisso con GTX 980 e i7 e un laptop con i5 e Intel HD 520, e in entrambi i casi siamo rimasti generalmente soddisfatti del lavoro eseguito da Atlus; va precisato fin da subito, però, che non ci troviamo di fronte ad un remaster ma ad un port, godibile ma non perfetto, consapevole degli anni che sono passati dall’uscita originale e della piattaforma su cui ha messo piede nel 2020.

Lo abbiamo definito un “remaster fai da te” perché le impostazioni, nonostante quelle selezionabili siano relativamente poche, hanno un impatto notevole nella definizione dell’aspetto del gioco sia verso l’alto che verso il basso, e coprono un range che parte dall’originale PS2 o quasi fino ad arrivare a qualcosa di molto vicino ad una rimasterizzazione della prima generazione, vale a dire quelle che ci hanno abituato a rescale abbastanza semplici.

La risoluzione massima è fissata ai 1080p, ma tra i setting campeggia in bella vista la possibilità di regolare con uno slider il rendering scale, che determina quale percentuale della risoluzione che selezionerete dovrà essere effettivamente mostrata sullo schermo e a cui Atlus si è affidata oltremodo per stabilire l’aspetto complessivo del gioco (e questo di per sé spiega come mai ci siano così poche opzioni di personalizzazione grafica). Si parte dal 50% fino a 200%, e questo vuol dire che quei 1080p sono a ben vedere una limitazione soltanto teorica e che, almeno ad una visione superficiale, la risoluzione massima cui potrete aspirare a seconda della vostra configurazione potrà essere ben superiore.

+ Meccaniche di gameplay, come il sistema di combattimento, ancora appaganti

+ Storia e temi maturi che colpiscono oggi come allora

+ Il look regala soddisfazioni tuttora

+ Specifiche accessibili, e giocare con le impostazioni è come cambiare gen

- Alcuni difetti sporcano visibilmente la resa grafica, di per sé non quella di un remake

- La lunga attesa poteva essere premiata con qualche contenuto aggiuntivo

- Mouse supportato a metà

7.5

Persona 4 Golden è finalmente libero dalla prigione – per quanto dorata sempre di prigione si tratta – di PS Vita ed è disponibile per l’enorme platea di Steam ad un prezzo accessibile, ben rapportato alla longevità e alla qualità complessiva del lavoro, di 19,99 euro. Non introduce alcun contenuto aggiuntivo rispetto alla release originale del 2012 (ad eccezione del summenzionato doppiaggio giapponese) e ha alcuni difetti nella veste grafica scalata senza troppi sforzi verso l’alto, ma questo non mina la godibilità di uno dei JRPG più riusciti degli ultimi venti anni.

Voto Recensione di Persona 4 Golden - Recensione


7.5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Meccaniche di gameplay, come il sistema di combattimento, ancora appaganti

  • Storia e temi maturi che colpiscono oggi come allora

  • Il look regala soddisfazioni tuttora

  • Specifiche accessibili, e giocare con le impostazioni è come cambiare gen

Contro

  • Alcuni difetti sporcano visibilmente la resa grafica, di per sé non quella di un remake

  • La lunga attesa poteva essere premiata con qualche contenuto aggiuntivo

  • Mouse supportato a metà

Commento

Persona 4 Golden è finalmente libero dalla prigione – per quanto dorata sempre di prigione si tratta – di PS Vita ed è disponibile per l'enorme platea di Steam ad un prezzo accessibile, ben rapportato alla longevità e alla qualità complessiva del lavoro, di 19,99 euro. Non introduce alcun contenuto aggiuntivo rispetto alla release originale del 2012 (ad eccezione del summenzionato doppiaggio giapponese) e ha alcuni difetti nella veste grafica scalata senza troppi sforzi verso l'alto, ma questo non mina la godibilità di uno dei JRPG più riusciti degli ultimi venti anni.