VandenBerghe: i giochi senza finale non sono un male

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a cura di Francesco Ursino

Il creative director di Ubisoft, Jason VandenBerghe, esprime il proprio punto di vista rispetto a quei titoli che non presentano un vero e proprio finale: “I giochi sono cicli che si ripetono. Nessuno ha mai “finito” un gioco di poker, o uno di calcio. Ci sono un sacco di titoli che non hanno neppure un finale. La maggioranza delle produzioni arcade, cosi come degli MMO, non hanno un finale vero e proprio. The Sims non ha un finale. Poker? Scacchi? Calcio? In effetti, una gran parte dei giochi più famosi al mondo sono specificamente progettati per non finire mai. Una partita di Sudoku tira l’altra, e poi a un’altra ancora”. “La possibilità dei giocatori di fermare il gioco in un qualsiasi momento non è una cosa negativa. E’ parte del panorama del game-design. Se si imparasse a preoccuparsi meno del fatto che ogni cosa che inizia debba avere una fine, e ci si concentrasse sui vantaggi di questo tipo di giochi, si avrà una sensazione di liberazione nel game design molto maggiore rispetto a quando si cerca di progettare un finale per la propria storia”.“Lasciare il pad prima della scena finale di un videogioco non è un peccato. E’ un fenomeno intrinseco della nostra forma d’arte. Non ho mai finito il primo Bioshock, ma rimane comunque un gioco che mi ha coinvolto molto. Grim Fandango? Mai finito. Ma di sicuro l’ho utilizzato come esempio nel design”.

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