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The Precinct | Recensione - Un GTA in cui sei la Polizia funziona?

The Precinct ci mette nei panni di un poliziotto delle Volanti negli anni '80: l'atmosfera è giusta, anche se la routine del gameplay si esaurisce presto.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

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In sintesi

  • È il miglior gioco dove vestire i panni di un poliziotto di strada.
  • Si affrontano i turni di pattugli a piedi, in auto o in elicottero, cercando di sconfiggere le gang di Averno City.
  • Resta da fare qualche limatura tecnica e il loop, per la natura stessa del gioco, si esaurisce abbastanza presto.
  • Pro
    • Davvero ben realizzato come "simulatore" di agente di pattuglia.
    • Guida divertente e città distruttibile.
    • Sistema di progressione interessante.
    • Carina la possibilità di scegliere il tipo di turno...
  • Contro
    • ... anche se il loop, per la natura del gioco, si esaurisce molto presto.
    • Il vostro capo pattuglia è una piaga.
    • Sistema di shooting spigoloso.
    • C'è ancora qualche problemino tecnico.
    • Niente italiano.

Il Verdetto di SpazioGames

7
È molto più difficile creare un videogioco godibile dove sei un poliziotto, che non uno dove sei un criminale – e il motivo è abbastanza semplice: nel secondo caso, il divertimento ludico passa proprio dal poter fingere, nel gioco, di non avere regole, di avere totale libertà di azione. Nel primo, invece, proprio il rispetto delle regole del protocollo è la base, rendendo ogni tentativo di esperienza free roam, come quella di The Precinct, necessariamente "simulativo", basato su una routine. Questo, in effetti, il gioco di Fallen Tree Games lo realizza molto, molto bene: in un'atmosfera anni '80 ben tratteggiata e ben musicata, chi è affascinato dall'idea di diventare un poliziotto virtuale trova qui, ludicizzato, ogni piccolo aspetto: dalle multe al vandalismo, dalla guerra tra gang alle mansioni della Stradale, dalla Volante di supporto all'Investigativa per un omicidio all'interrompere un tentativo di rapina.
Dove The Precinct arranca è proprio nel suo loop, che per la sua natura fatica a prestarsi a un'esperienza ludica duratura, ed esaurisce la sua spinta vitale un po' prima di quanto non finisca il gioco. Complici anche, certo, degli spigoli tecnici ancora presenti, che non sempre permettono al gioco di brillare pienamente.
Ma, nonostante tutto questo, rimane il più riuscito "simulatore di Polizia" da molto, molto tempo: meno ingessato dei concorrenti, a fuoco nella sua atmosfera, stiloso nelle scelte di regia e di direzione artistica. Non sarà GTA né il suo esatto contrario col distintivo, ma è un gioco di personalità dove è vero che si dimostra che fare i buoni in un videogame può essere più noioso che fare i cattivi – ma anche che sa essere gratificante.

Informazioni sul prodotto

Immagine di The Precinct
The Precinct
  • Sviluppatore: Fallen Tree Games
  • Produttore: Kwalee
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , PS5 , XSX
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 13 maggio 2025

I giochi che ti permettono di vestire i panni di un poliziotto sono davvero pochi. Quelli dedicati ai poliziotti da pronto intervento, quelli delle cosiddette "Volanti", sono anche meno. Quelli che ti rendono un poliziotto delle Volanti proponendo un'esperienza che sia effettivamente ludica, e non solo una simulazione ingessata, si contano sulle dita di un mano. The Precinct riempie finalmente questo vuoto.

Da qualche ora, il gioco realizzato dal piccolo team di Fallen Tree Games ha acceso luci e sirene e si è lanciato all'inseguimento dei cattivi, confermando quanto di buono avevamo visto nella demo di qualche mese fa. 

Con gli aspetti positivi, però, si confermano anche le piccole sbavature – soprattutto tecniche e di impostazione – che la nostra prima prova aveva evidenziato.

Fornisca i documenti, Polizia

Sono gli anni '80 e il giovane agente Nick Cordell Jr. è appena arrivato nel distretto a cui è stato assegnato. La vita ha il senso dell'umorismo, perché è lo stesso dove ha servito – morendo in servizio – anche suo padre, il cui nome ancora riecheggia con rispetto nel neo-commissariato del giovane Cordell.

La vita da poliziotto delle Volanti, però, non è come quella dei film, che si concentrano più sui detective dell'Investigativa – quelli che arrivano quando il crimine è compiuto e cercano di rintracciare i colpevoli. Nick lavora nel pronto intervento, nella Polizia che arriva quando alzi il telefono, che prova ad aiutarti e fare qualcosa quando il crimine è in corso.

Così, in un mondo rappresentato con una bellissima visuale dall'alto in 2.5D, che ha qualcosa dei vecchi GTA, il giocatore veste i panni di Nick nella sua quotidianità: si vivono una a una le giornate nel dipartimento, con i turni assegnati (sceglieremo noi, con un po' di libertà, di cosa occuparci), che spaziano tra le pattuglie a piedi, la caccia a chi parcheggia illegalmente per multarlo, i giri di pattuglia sulla Volante per rispondere alle chiamate o perfino gli inseguimenti in elicottero.

Tutti i turni hanno una durata precisa di tempo in-game, trascorsa la quale viene indicato che è necessario rientrare in commissariato per passare al giorno successivo. I crimini risolti da Nick (e dal suo capopattuglia, di cui parleremo a breve) valgono dei punti esperienza, spendibili per migliorare le caratteristiche del nostro poliziotto (munizioni, resistenza e via dicendo); inoltre, sbloccano nuovi equipaggiamenti, nuove volanti e nuovi quartieri della città dove svolgere il proprio turno.

La routine del nostro alter ego poliziotto ha come scenario la città immaginaria di Averno City che, pur non essendo paragonabile al fascino delle città dei classici GTA, è comunque piena di personalità e stilosissima, con la musica synth anni '80 che vi accompagna nei momenti di azione.

Se la direzione artistica e la colonna sonora fanno un bellissimo lavoro, la componente tecnica ha invece ancora qualche sbavatura: le performance sono buone (ottime anche su Steam Deck nonostante i "soli" 30 fps, dove c'è una modalità grafica dedicata), la città e i veicoli sono sorprendentemente distruttibili, ma ci sono piccoli bug e inciampi dell'intelligenza artificiale che possono rendere un compito più complicato del previsto.

Può capitare, ad esempio, di chiamare in aiuto in un inseguimento una seconda volante, che però vi ostacolerà più che aiutarvi e farà strage di pedoni, o che il vostro partner – che dovete tenere sempre in auto con voi – vi faccia perdere un sacco di tempo prezioso in un inseguimento, perché si è incastrato da qualche parte mentre tornavate in macchina. Sono piccoli difetti comprensibili in un gioco dalla città aperta, che però di tanto in tanto minano la godibilità e il coinvolgimento nelle scorribande per Averno City.

Essere un poliziotto

C'è anche la piccola spina dorsale di una narrativa, in The Precinct: Nick, infatti, è alle prese con una città dove due gang rivali creano più di un problema, e via via con i suoi interventi sulla strada potrà aiutare a trovare prove che incastrano i boss e i piani alti dei clan – facendo progredire la "storia" di The Precinct, strutturata in dialoghi doppiati (tutto in inglese, testi e voci) dove i ritratti dei personaggi si alternano, come in una visual novel.

Nelle pattuglie, Nick e il suo capopattuglia possono gironzolare in cerca di crimini da individuare a occhio nudo, o ricevere (a meno che non stacchiate la radio) delle chiamate dal 911, a cui rispondere il più velocemente possibile.

Le interazioni passano quasi tutte da un menù radiale: mentre siete in auto, ad esempio, potete aprirlo per chiamare supporto, chiedere un posto di blocco in un inseguimento, o se fermate un sospetto potete usare il menù per chiedergli i documenti, perquisirlo o metterlo in stato di fermo.

The Precinct – pur con tutti i suoi limiti – funziona: è un videogame che prometteva di farci vestire i panni di un poliziotto di strada negli anni '80 e questa missione è compiuta.
In questo, The Precinct è molto preciso e simulativo, per quanto rimanga ludico rispetto ad altri concorrenti: il gioco vi ricorda il regolamento e vi suggerisce come comportarvi a seconda della situazione. Ci sono crimini da multa, crimini da arresto e violazioni su cui si può soprassedere – e sbagliare vi fa perdere punti e quindi EXP a fine turno.

Oltretutto, non potete semplicemente perquisire o sottoporre all'etilometro chiunque, se la violazione sospettata non lo consente: per fortuna, il regolamento vi viene sempre ricordato da una interfaccia molto ben fatta e leggibile, che usa sapientemente i colori.

Il sistema funziona molto bene per il suo scopo, anche se molti lo troveranno stancante. Inoltre, dato che siete un poliziotto, ricordate che si spara solo se qualcuno ci spara contro per primo e rappresenta un pericolo per i cittadini: l'uso eccessivo della forza non è giustificato.

Meglio così, non solo per la credibilità di The Precinct, ma anche perché il sistema di shooting è la parte meno brillante del gioco: prendere la mira è complicato, le coperture non sono fluide e si finisce un po' a sparare alla cieca sperando di colpire i criminali. 

Per il resto, i turni in realtà assolvono al loro scopo, all'infuori del fatto che a volte i crimini procedurali possono finire per sovrapporsi: ad esempio, mi è capitato più volte che mi venisse segnalata una rapina mentre ero già impegnata in un inseguimento per un furto d'auto. A quel punto, si può solo respingere la seconda chiamata.

Il senso di progressione è piuttosto a fuoco e la routine in effetti è molto affine allo spirito del gioco: videoludicamente questo fa in modo che le idee da vedere e scoprire, e con esse le interazioni possibili, si esauriscano abbastanza presto, ma The Precinct – pur con tutti i suoi limiti – funziona.

È un videogame che prometteva di farci vestire i panni di un poliziotto di strada negli anni '80 e, pur senza eccellere, la sua missione è decisamente compiuta.

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