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Pro
- Direzione artistica molto ispirata.
- Spunti di gameplay molto interessanti.
- Ottima colonna sonora.
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Contro
- Mondo troppo vuoto in alcuni frangenti.
- Diversi elementi di gameplay avrebbero avuto bisogno di maggiore rifinitura.
- Sporadici problemi tecnici.
Il Verdetto di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Caracal Games
- Produttore: Dear Villagers
- Testato su: SWITCH
- Piattaforme: SWITCH
- Generi: Avventura , Azione
- Data di uscita: 10 aprile 2025
Da circa dieci anni a questa parte, ci capita sempre più spesso di parlare di titoli sviluppati da team italiani. Soprattutto nell’area dello sviluppo indipendente, le cose stanno cambiando molto velocemente – e oggi sono diversi i team di sviluppo sparsi su tutto il territorio nazionale, con alcune delle loro proposte sono riuscite a raggiungere le luci della ribalta anche a livello globale.
Star Overdrive, adventure sviluppato dal team di Caracal Games e pubblicato da Dear Villagers, è riuscito sicuramente ad attirare l’interesse di una buona fetta di pubblico, vuoi per la direzione artistica peculiare, vuoi per gli immediati richiami a titoli più famosi.
Il gioco è disponibile su Nintendo Switch, ma arriverà il 19 giugno anche sulle altre piattaforme della generazione attuale, vale a dire PlayStation 5 e Xbox Series X|S, oltre che su PC ovviamente.
Abbiamo avuto modo di mettere le mani sulla versione dedicata alla console ibrida di casa Nintendo e siamo pronti a raccontarvi com’è andata la nostra avventura sul pianeta Cebete.
Odissea nello spazio
La storia di Star Overdrive parte da una premessa piuttosto semplice. Vestiamo i panni di Bios, il protagonista che, dopo aver ricevuto un criptico segnale di richiesta di soccorso, si trova bloccato sul misterioso pianeta Cebete, alla ricerca della sua amata ragazza, Nous.
Dovremo quindi farci largo in questo mondo inesplorato affidandoci alla nostra Keytar e al nostro Hoverboard, gli unici strumenti a nostra disposizione, di fronte agli enigmi e alla pericolosa fauna del pianeta.
Come anticipato, l’incipit del gioco è davvero molto semplice, ma dobbiamo dire che gli sviluppatori hanno fatto un bel lavoro a livello di narrativa ambientale.
Non scopriremo quello che è successo sul pianeta attraverso molti filmati, ma saremo piuttosto chiamati ad esplorare questo vasto mondo, cercando di ricostruire pezzo dopo pezzo la sua storia, per poterci poi ricongiungere con la nostra amata.
Certo, non siamo di fronte ad una storia indimenticabile, ma il mistero che circonda Cebete riesce a mantenere l’attenzione alta dall’inizio alla fine, cosa che non è mai scontata.
Passando al comparto tecnico, la direzione artistica è sicuramente uno degli aspetti che salta subito all’occhio di Star Overdrive. Lo stile in cel-shading rende il gioco splendido da vedere anche sulla più debole Nintendo Switch, ed è in grado di regalare alcuni panorami davvero mozzafiato, utilizzando appieno la libertà artistica concessa dall’ambientazione fantascientifica.
A fronte di questo, però, dobbiamo anche dire di aver riscontrato qualche rallentamento e qualche calo di frame rate durante la nostra avventura.
Non sappiamo dire se il problema sia confinato alla sola versione Nintendo Switch (e se magari le cose miglioreranno con Switch 2, che prima o poi troverete su Amazon in pre-order...), ma in ogni caso si tratta di eventi sporadici, che non incidono profondamente sull’esperienza.
Considerando che stiamo parlando del lavoro di un team composto da 12 persone, e che il mondo di gioco è discretamente esteso, il risultato raggiunto è davvero molto buono – e lo stesso si può dire per il comparto audio, con un’ottima colonna sonora che fa da accompagnamento a tutte le nostre esplorazioni su Cebete.
Tra ambizioni ingombranti e obiettivi raggiunti
Diciamolo subito, almeno ci togliamo il pensiero: sì è vero, Star Overdrive somiglia molto a Breath of the Wild e Tears of the Kingdom. E sì, le somiglianze non sono solamente estetiche, ma valgono anche per il gameplay.
Ci troviamo in un adventure con una generosa mappa da esplorare, torri da scalare, puzzle da risolvere e così via. L’influenza dei titoli di Nintendo è evidente – e non c’è nulla di male, soprattutto perché Star Overdrive si mette immediatamente alla ricerca di una sua identità, talvolta prendendo ispirazioni anche da altri titoli.
Da un punto di vista concettuale, il gioco ricalca gli stilemi del genere, così come è stato riformulato dai recenti Zelda: abbiamo una mappa da attraversare ed esplorare, all’interno della quale possiamo trovare nemici da combattere e puzzle da risolvere, che servono sia a mandare avanti la trama che a scoprire elementi opzionali.
Prima abbiamo accennato ai due strumenti che ci accompagnano nell’avventura, vale a dire l’Hoverboard e la Keytar. L’esplorazione e i combattimenti ruotano intorno a questi elementi, che servono a dare un’identità differente a Star Overdrive.
Partiamo dall’Hoverboard. Per quanto sia possibile muoversi a piedi su Cebete (e ovviamente in certi casi sarà necessario farlo), è innegabile che viaggiare sulla tavola abbia un fascino tutto suo; non solo possiamo raggiungere velocità elevate, ma possiamo anche sfruttare l’ambiente circostanze per lanciarci in acrobazie.
In generale, il movimento della tavola è gestito molto bene e ci ha ricordato la serie SSX, per chi è abbastanza vecchio da avercela presente.
Raccogliendo risorse sul pianeta, è possibile modificare la tavola e migliorarne le prestazioni; inoltre, possiamo anche personalizzarne l’aspetto, elemento non secondario visto quanto tempo passeremo utilizzando l’Hoverboard.
Purtroppo, qui dobbiamo aprire un tema che percorrerà un po’ tutto quello che diremo d’ora in poi, e cioè quanto Star Overdrive sia vittima delle sue stesse ambizioni. Viaggiare sull’Hoverboard è divertente, e riesce anche a restituire una buona sensazione di velocità, ma manca qualcosa.
A volte si ha la sensazione di non essere in controllo come si dovrebbe, e anche l’effetto “wow” dovuto alle velocità estreme non arriva esattamente come dovrebbe.
Questo discorso diventa più evidente quando si entra in combattimento. Il sistema di combattimento è piuttosto semplice – e si vede subito che il focus del team non era concentrato su questo aspetto; al di là di questo, però, c’è proprio un problema di feeling. Non si ha una percezione dell’impatto dei propri colpi, e questo rende le fasi di battaglia noiose a lungo andare.
Fortunatamente, le cose vanno meglio per quanto riguarda l’esplorazione.
Cebete è effettivamente una location molto interessante da esplorare, e si vede l’impegno messo dagli sviluppatori nel renderlo ricco di segreti e di puzzle che risultano spesso intriganti, e che richiedono un utilizzo intelligente dell’ambiente per essere risolti.
Anche qui, però, va detto che a più riprese si può notare come il mondo sia poco denso, e anzi in alcuni frangenti risulti quasi vuoto.
Insomma, la sensazione è che Star Overdrive abbia raggiunto solo parzialmente gli ambiziosi obiettivi che il suo team si era preposto. È chiaro che gli sviluppatori hanno preso ispirazione da alcuni titoli celebri degli scorsi anni, e che hanno cercato di portare questi elementi nel loro lavoro, ma purtroppo le risorse limitate non hanno permesso di esprimere appieno il potenziale della loro visione.
Ciò detto, il risultato raggiunto è davvero molto buono per un team così piccolo, e lascia ben sperare per i loro prossimi lavori. Siamo anche sicuri che, già così, Star Overdrive saprà regalare ore di divertimento a molti giocatori che riusciranno a guardare oltre i suoi limiti.
Abbiamo una cultura infinita e senza pari e facciamo dei copia incolla made in japan... che spreco
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