USA all'attacco per giustificare tagli: «Giovani giocano ai videogiochi per truffare la sanità»

Gli USA non sono abbastanza al centro dell'attenzione, così il governo attacca i videogiocatori per giustificare i tagli alla sanità.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

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Siamo abituati agli attacchi contro il mondo dei videogiochi, ma quando arrivano dalla politica ci sono sempre degli aspetti grotteschi come nel caso del governo USA, che attacca i giovani videogiocatori per giustificare i tagli al sistema Medicaid.

Come riporta PC Gamer, la crociata dell'amministrazione Trump contro Medicaid ha deciso di fare dei videogiochi un surreale capro espiatorio.

In un dibattito relativo al welfare americano, i repubblicani hanno individuato nei giovani uomini «abili al lavoro» dediti ai videogiochi il perfetto bersaglio per giustificare tagli a un programma sanitario che supporta milioni di americani vulnerabili.

Durante un intervento della scorsa settimana, lo Speaker della Camera Mike Johnson ha delineato la visione repubblicana con parole inequivocabili: «Non stiamo parlando di tagliare benefici a chi ne ha diritto, ma di reintrodurre requisiti lavorativi per evitare che giovani uomini abili al lavoro drenino risorse da un programma pensato per madri single, anziani e disabili.»

Johnson ha poi concluso con un'affermazione senz'altro a fuoco e per niente nata da fallacie logiche e populiste:

«Ripulendo il sistema si risparmiano molti soldi e si restituisce la dignità del lavoro a giovani uomini che dovrebbero lavorare invece di giocare ai videogiochi tutto il giorno.»

Tradotto: stiamo tagliando il supporto alla sanità così i giovani che giocano ai videogiochi e sfruttano Medicaid possano tornare a lavorare.

Un'accusa che, come spesso accade nella generazione attuale della classe dirigente internazionale, viene smentita facilmente dai dati.

L'organizzazione di ricerca sanitaria KFF ha pubblicato a febbraio un'analisi approfondita, che segnala come il 64% dei beneficiari di Medicaid sotto i 65 anni lavora già a tempo pieno o parziale. Tra coloro che non lavorano, la maggioranza presenta condizioni di salute invalidanti, responsabilità di assistenza familiare o impegni di studio.

L'immagine del giovane ozioso che sfrutta l'assistenza pubblica per dedicarsi ai videogame è quindi l'ennesimo attacco sterile, che punta a fare il proverbiale gioco delle tre carte con la popolazione e gli elettori per distoglierli dai reali problemi.

Come l'inutilità dei dazi introdotti proprio dall'amministrazione Donald Trump, che per il momento ha creato danni probabilmente irreparabili all'economia mondiale.

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6 Commenti

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😂😂😂 non ho ancora deciso chi sia peggio, se loro o chi li vota?!?!? I videogiochi… certo, forse… McDonald’s, Burger King, Coca Cola, quelle però no (con l’obesità)… ah, vero, sono quelli che li sponsorizzano sti politichetti, se dicono qualche cosa contro ste lobby cascano come un gran castello di carta, mancandogli la pecunia e di conseguenza la terra sotto i piedi. 😂😂
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Abbastanza imbarazzante quanto comunque questi populisti benaltristi siano IDENTICI in qualsiasi Paese in cui li trovi. Hanno una sfacciataggine nel buttarla in caciara che se non fosse dannosa sarebbe stupefacente.
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I nemici che si faranno questi... ah, preparatevi alla tempesta, in Canada i prezzi del Plus sono saliti in una maniera demenziale.
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Abbastanza imbarazzante quanto comunque questi populisti benaltristi siano IDENTICI in qualsiasi Paese in cui li trovi. Hanno una sfacciataggine nel buttarla in caciara che se non fosse dannosa sarebbe stupefacente.
Mi viene da vomitare leggendo gente che scrive "abbiamo sconfitto il woke, ma a che prezzo?"

Chi semina vento raccoglie tempesta. Una tempesta di non diciamo cosa, naturalmente.
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😂😂😂 non ho ancora deciso chi sia peggio, se loro o chi li vota?!?!? I videogiochi… certo, forse… McDonald’s, Burger King, Coca Cola, quelle però no (con l’obesità)… ah, vero, sono quelli che li sponsorizzano sti politichetti, se dicono qualche cosa contro ste lobby cascano come un gran castello di carta, mancandogli la pecunia e di conseguenza la terra sotto i piedi. 😂😂
Se non lavorano, come fanno a pagarsi l'assicurazione sanitaria privata???
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Il punto è che almeno in Italia ma cmq in tutto il mondo. Un giovane che non lavora o perché non vuole, o perché non trova, o perché è realmente disabile, inevitabilmente ha tempo e da almeno 30 anni l hobby piu comune e praticato per CHIUNQUE sono i videogiochi, fattibili in casa e fuori, insomma il solitario con le carte a casa non lo si fa da 60 anni almeno. Quindi chiunque non abbia un lavoro al 80% fa uso di videogiochi, un quarantenne come un ventenne col mobile. Quindi usi il dato per rigirare la frittata: tu non lavori e fai uso di assistenza previdenziale per poter giocare? Ah!! Partendo dal presupposto che chi uso, lecitamente o non, di assistenza previdenziale lo fa a prescindere, non per stare tutto il giorno a giocare, magari lo fa per dormire, stare al bar o sco**re. Insomma strumentalizzare un hobby non è tanto un problema, quanto dimostrazione di come nell'immaginario comune e collettivo il videogame è visto come una cosa da bambini, da hikikomori, da emarginati, da sfigati, da falliti, da incapaci, da nerd. Le etichette per eccellenza. E allora beati chi ha fatto dei videogiochi un mestiere che Ve devo dire, e che si mostrano anche fighi, socialmente aperti, in riga, con famiglia, praticanti sport e con relazioni come tanti influencer... Ma prendersela col disabile o con chi non trova lavoro dicendo che è perché vuole starsene a giocare non ha senso, e neanche dovreste prenderla sul serio più di tanto perché è semplicemente uno stereotipo che esce dalla bocca così, come dire tu non vuoi andare a lavorare per poter stare a casa a fare l'uncinetto... Non vuol dire che chi fa l'uncinetto è il classico soggetto che non lavora e chiede previdenza sociale solo per poter fare l'uncinetto tutto il giorno 🤣 cioè coglioni loro, ma coglioni anche i videogiocatori a prendersela più di tanto... Da una parte è pur vero, tutto sommato è un attività da bimbi cresciuti, è un nostro hobby, ma nella collettività uno sarebbe anche libero tutta la giornata uscendo, parlando, leggendo, studiando, facendo sport... Se veramente gioca 8 ore al giorno (e più) come la maggior parte dei gamers, soprattutto quelli senza lavoro che giocano H24, allora il problema c'è... Io parlo per esperienza, dicendolo senza vergogna che non lavoro, e che ho come unico hobby il gaming e leggo solo articoli a riguardo, e pure ora sto senza PC e console (non per manfanza di lavoro) e per tutto il tempo che l'ho avuto giocavo al massimo mezz'ora ogni 3 giorni, finiti 3 giochi in un anno... (In compenso però cmq non faccio sport o altro ahahah). Questo per dire che chi non lavora e per di più attinge in qualche modo dalla previdenza sociale, se veramente sta a giocare 8 e più ore al giorno, molto probabilmente hanno ragione loro, è uno che non vuole fare un cazzo per stare a giocare (come riflesso inconscio).. perché alla fin fine, è vero, per dignità e volontà, il lavoro si trova anche se saltuariamente e a condizioni non al 100% favorevoli, ma si trova... E il gamer abituato a essere bambinone e giocare più di 8 ore al giorno, inconsciamente, non l'accetta ed ecco che diventa uno che non trova lavoro... Sennò come farebbero gli altri abituati a fare i salti mortali a lavorare anche per pochi spicci, passando da barista e cameriere ma cmq lavorando sempre per dignità? Quindi sotto sotto, anche stereotipo, un fondo di verità c è, discorso a parte per chi è VERAMENTE disabile o in condizioni di patologie che non gli permettono di sostenere un lavoro regolare per tempo giornaliero e capacità nécessaire, e li quel ragazzo veramente non può es inevitabilmente se ha come hobby i videogiochi e anche giustificato a giocare 8 e più ore al giorno.. ma quanti ne sono? La maggior parte in fondo è veramente gente che non vuole fare un cazzo! (E la gente lo sa, e da qui socialmente si alimenta ancora di più lo stereotipo, per cui non ci dobbiamo scandalizzare quando vediamo news del genere).
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Secondo me la questione non è il mezzo con cui si passa/spreca il tempo, perché tra chi non lavora ci sono gli obesi, i tossici, gli alcolizzati, i depressi e svariate altre casistiche. Trovare il capro espiatorio solo nei videogiochi è semplicemente stupido, perché il problema è a monte, nella società, la dipendenza da video games è solo una delle manifestazioni possibili di un disagio sociale.
Il mio commento era riferito al fatto che, come sempre, i politici al giorno d’oggi tendono a mostrare il dettaglio, perché gli fa comodo non affrontare la situazione generale (perché affrontarla significherebbe diventare impopolari). Ma, secondo me, questo disagio sociale nasce dai sindacati inesistenti negli USA, dai diritti dei lavori che valgono come il due di picche, che una base sanitaria per tutta la popolazione non esiste, che la povertà è in aumento, che da quando sei infante devi essere il migliore perché altrimenti sei cacca. Però di queste cose è sempre scomodo parlarne, perché tutto si tramuterebbe nel perdere voti. Anzi, probabilmente, alla gente fa comodo chiudere gli occhi, tanto quelli che subiscono sono sempre gli altri, distanti da noi…
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