Un pezzo di storia del videogioco distrutto da un bombardamento russo

Un atto spregevole, che fortunatamente non vede vittime.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Da troppe settimane le truppe russe hanno attaccato l’Ucraina dalla Bielorussia e dalla Crimea, scatenando un conflitto che purtroppo ha toccato anche il mercato dei videogiochi.

S.T.A.L.K.E.R. 2, ad esempio, non avrà troppe speranze di uscire a breve finché la situazione - e la sopravvivenza degli stessi sviluppatori - non si metterà per il meglio.

Lo stesso governo ucraino, a inizio conflitto, ha fatto esplicita richiesta a PlayStation e Xbox di “bloccare” i giocatori russi dai loro servizi di punta, cosa poi accaduta.

Ora, come riportato da Kotaku, un museo dedicato ai videogiochi del passato è stato distrutto in Ucraina a seguito di un bombardamento russo.

Un grande museo privato dedicato ai computer e ai videogiochi retrò è stato distrutto all'inizio di questa settimana in Ucraina a causa della terribile invasione del paese da parte della Russia.

Mentre la distruzione di un museo non è ovviamente affatto paragonabile alle migliaia di morti e feriti, si tratta comunque di un grave attacco, dato che oltre 500 pezzi di storia del videogioco sono stati distrutti.

Il museo, situato a Mariupol, era gestito da Dmitry Cherepanov. La notizia della sua distruzione è stata confermata dall'account Twitter dell'Ukrainian Software and Computer Museum.

Secondo quanto riferito, il proprietario Cherepanov è salvo (ed è quello che conta veramente, in questo caso).

Cherepanov ha anche spiegato su Facebook che non solo ha perso il suo amato museo, ma purtroppo anche la sua abitazione.

«Questo è tutto, il museo del computer di Mariupol non c'è più», ha scritto Cherapanov sulla pagina Facebook del club it8bit.

«Tutto ciò che è rimasto della mia collezione che ho raccolto per 15 anni sono solo frammenti di ricordi sulla pagina [Facebook], il sito web e la stazione radio del museo».

Inutile dire che la redazione di SpazioGames nella sua interezza è vicina a Cherepanov e a tutte le altre vittime del conflitto, sperando che la crisi rientri al più presto.

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