L’attesa quasi decennale per Hollow Knight: Silksong si è trasformata in un paradosso tecnologico che ha mandato in tilt le principali piattaforme digitali. Il sequel del celebre Metroidvania di Team Cherry ha fatto il suo debutto generando un collasso generalizzato dei server: dalla nuova eShop di Nintendo Switch 2 a Steam, fino a PlayStation e Xbox Store.
Otto anni di hype accumulato si sono materializzati in uno tsunami di download simultanei che nessuna infrastruttura sembrava in grado di sostenere.
Milioni di giocatori in tutto il mondo si sono ritrovati davanti a schermate di errore al posto del tanto atteso pulsante “download”. A crollare sono state le piattaforme gaming più robuste, teoricamente pronte a gestire picchi di traffico straordinari.
L’ironia non è sfuggita alla community: dopo otto anni di silenzio quasi totale, Silksong è arrivato senza preavviso, cogliendo di sorpresa persino i negozi digitali. Nessun codice anticipato alla stampa, nessun pre-download, nessuna distribuzione graduale. Alle 16:00 italiane il gioco è semplicemente comparso nei cataloghi digitali, spiazzando tutti.
Team Cherry ha scelto un approccio in netta controtendenza rispetto ai grandi publisher, che solitamente investono mesi in campagne marketing, anteprime esclusive e campagne di influencer.
Silksong ha invece abbracciato una vera e propria “democratizzazione dell’accesso”: stampa e giocatori hanno scoperto il titolo nello stesso momento, dando vita a un esperimento sociale su scala globale.
Il risultato immediato è stato il sovraccarico dei sistemi di distribuzione, prova dell’incredibile magnetismo che Hollow Knight continua a esercitare sulla scena videoludica internazionale. Resta il dubbio se i disservizi siano legati solo al traffico anomalo o se dietro ci siano problemi più profondi con il lancio.
Per una generazione di giocatori cresciuta nell’attesa di Silksong, questa giornata rappresenta allo stesso tempo il culmine e l’ennesima prova di pazienza. La domanda che circola ora è se questo collasso tecnico rischi di tradursi in un nuovo rinvio, prolungando ulteriormente la lunga attesa per uno dei giochi indie più amati e desiderati degli ultimi anni.