Il costante confronto fra Resident Evil: Requiem (che abbiamo potuto provare negli scorsi giorni) e P.T., il celebre progetto horror di Konami cancellato in seguito all'abbandono di Kojima, che è stato fatto dalla critica specializzata in questi giorni, suggerisce che Capcom sia riuscita a catturare quella particolare atmosfera di tensione che aveva reso così speciale il progetto di Kojima e Del Toro.
L'embargo sulle anteprime è stato ufficialmente rimosso nella giornata di ieri, permettendo la pubblicazione di una serie di "prime impressioni" che dipingono un quadro estremamente promettente per il nono capitolo della saga survival horror.
Le varie analisi spuntate online mettono in evidenza come gli sviluppatori giapponesi abbiano attinto a piene mani dall'eredità del progetto di Konami mai completato, creando un'esperienza che riesce a evocare sensazioni simili attraverso meccaniche di gioco conservative ma, allo stesso tempo, migliorate sotto ogni aspetto rispetto a precedenti Biohazard e Village.
La modalità in prima persona sembra essere l'elemento catalizzatore di questa somiglianza, la quale sembra giocare a dovere con l'illuminazione per garantire una costante sensazione di claustrofobia. Le sequenze di inseguimento con il nuovo "stalker", molto più intelligente e dedito alla caccia, riescono a ricreare quella tensione psicologica che, per altre ragioni, aveva reso P.T. un'esperienza indimenticabile, nonostante la sua brevissima durata.
A distanza di oltre un decennio dalla sua cancellazione, P.T. continua a esercitare un'influenza profonda sul panorama videoludico contemporaneo. Il fatto che un titolo mai completato riesca ancora a ispirare produzioni di grande calibro come quelle di Capcom, testimonia la portata rivoluzionaria di quel breve assaggio di horror psicologico "made in Kojima" (che speriamo di ritrovare nel prossimo OD).
Il mistero che circonda ciò che avrebbe potuto essere il Silent Hill di Kojima alimenta ancora oggi speculazioni e rimpianti. Quella collaborazione tra il visionario game designer giapponese, il regista Guillermo Del Toro e Norman Reedus, prometteva di ridefinire completamente i canoni del genere horror.
Anche se questo peculiare trio ha lavorato in seguito ai due capitoli di Death Stranding (trovate il secondo capitolo su Amazon), la domanda su cosa avremmo potuto vedere se il progetto fosse giunto a compimento continua a riecheggiare nelle menti dei giocatori, che cercano in ogni nuova produzione horror che sfrutti la prima persona, un potenziale sostituto di quell'esperienza perduta.