La curiosità può essere un motore potente nel mondo dello sviluppo videoludico, specialmente quando si tratta di luoghi iconici lasciati in sospeso per anni. Koshi Nakanishi, direttore di Resident Evil Requiem (lo abbiamo provato alla Gamescom), ha rivelato in una recente intervista a 4Gamer che il ritorno a Raccoon City è stato dettato principalmente dal desiderio personale del team di sviluppo di scoprire cosa fosse rimasto della città dopo la sua distruzione.
La metafora utilizzata dal director giapponese è particolarmente vivida: tornare nella celebre metropoli infestata dagli zombie è come «del riso dimenticato per una settimana nella pentola elettrica - qualcosa che probabilmente non vorresti aprire, ma alla fine la curiosità ti spinge a sollevare il coperchio.»
Capcom ha scelto una strada narrativa inedita per questo capitolo, introducendo Grace Ashcroft come nuova protagonista invece di continuare la saga di Ethan Winters conclusasi con Resident Evil 7 e 8.
La decisione di non affidarsi ai veterani della serie come Leon Kennedy rappresenta una scommessa creativa significativa per lo studio giapponese. Grace si trova nella stessa condizione di molti giocatori neofiti: conosce ben poco della Umbrella Corporation e degli eventi tragici che hanno segnato Raccoon City, permettendo così un'esperienza di scoperta condivisa tra personaggio e utente.
Nakanishi ha spiegato che il gioco esplora due livelli di trauma paralleli: quello personale di Grace, segnata dalla morte della madre, e quello collettivo dei sopravvissuti all'epidemia zombie che devastò la città anni prima. Il titolo "Requiem" non è casuale, ma riflette precisamente questo tema della memoria dei defunti, sia per quanto riguarda la perdita familiare della protagonista sia per le vittime della catastrofe urbana.
Per la prima volta dalla bomba che cancellò Raccoon City dalla mappa geografica dopo gli eventi di Resident Evil 2 e 3, la serie principale torna sul luogo del disastro originale. Questa scelta rappresenta una rottura rispetto alla tradizione recente del franchise, che aveva esplorato le conseguenze dell'epidemia in location sempre diverse.
Il team di sviluppo ha voluto confrontarsi con le rovine di ciò che un tempo era il cuore pulsante dell'universo Resident Evil, esplorando come il tempo e la devastazione abbiano trasformato gli spazi familiari ai veterani della saga.
Nonostante il ritorno a Raccoon City prometta numerosi riferimenti e dettagli che potrebbero sfuggire ai neofiti, Nakanishi assicura che Requiem funziona come punto di ingresso ideale per chi si avvicina per la prima volta alla serie.
L'ignoranza di Grace riguardo agli eventi passati serve da espediente narrativo per introdurre naturalmente i concetti chiave dell'universo Resident Evil. Tuttavia, i fan di lunga data potranno sicuramente apprezzare i numerosi richiami e la possibilità di rivedere luoghi iconici trasformati dal passare del tempo e dalle conseguenze della catastrofe biologica.