La settimana scorsa il mondo dei videogiochi è stato scosso dalla notizia dei licenziamenti massicci di Microsoft, che hanno colpito anche la divisione Xbox.
L'eco della notizia sta continuando, ovviamente, mentre si scoprono altri dettagli e si riflette sulle condizioni che hanno portato a questa situazione preoccupante per Xbox. Tra queste ci potrebbe essere anche la massiccia acquisizione di Activision-Blizzard.
La pressione sui risultati economici della divisione Xbox ha raggiunto livelli così alti che, secondo alcuni analisti (tramite Wccftech), sono diventati problematici per la sostenibilità a lungo termine.
Jez Corden di Windows Central ha sollevato un polverone attraverso i social media, rivelando che Amy Hood, Chief Financial Officer di Microsoft, avrebbe imposto alla divisione Xbox obiettivi finanziari considerati «del tutto irrealistici» da diversi addetti ai lavori.
Secondo quanto emerso dalle dichiarazioni dell'insider, queste richieste economiche rappresenterebbero la causa principale dietro le difficoltà che continuano a colpire il settore gaming di Microsoft, suggerendo che i problemi sono tutt'altro che risolti.
La discussione ha rapidamente coinvolto altri esperti del settore, tra cui Tom Warren di The Verge, che ha offerto una prospettiva diversa sulla questione.
Warren ha sottolineato come questi requisiti finanziari rappresentino semplicemente «la nuova realtà del business Xbox» dopo l'acquisizione di Activision Blizzard, evidenziando che senza questo accordo i ricavi della divisione sarebbero in calo e che la strategia basata su Game Pass non ha ancora prodotto i risultati sperati.
In buona sostanza, l'annessione di tutte le proprietà intellettuali di Activision-Blizzard avrebbe alzato notevolmente gli obiettivi di Xbox al punto che, nello stato attuale del mercato, sono diventati impossibili da realizzare senza ulteriori tagli.
L'ipotesi è molto plausibile ma rimane tale, pertanto sarà interessante avere delle conferme da parte dei dirigenti Xbox che, onestamente, è molto difficile che arriveranno.
Tra gli indiziati c'è anche Game Pass, il servizio in abbonamento che forse comincia a non essere più un servizio sostenibile.