La preservazione videoludica è ancora oggi un argomento molto sentito da diversi giocatori, dato che ci troviamo in un'epoca in cui gli sviluppatori possono scegliere di rendere inaccessibile il proprio gioco con la pressione di un semplice pulsante, anche rimuovendolo perfino dagli account.
E non si tratta solo di un'ipotesi campata in aria, dato che abbiamo già assistito a casi simili con Concord e con The Crew, dove Ubisoft ha perfino difeso il suo operato sostenendo di non aver mai venduto davvero il gioco, ma solo una licenza d'accesso.
Con il suo sequel e con il capitolo Motorfest (che trovate su Amazon) il publisher è corso ai ripari e rimosso l'obbligo di accedere online, permettendone la preservazione futura, ma per il primo videogioco ormai il danno è fatto e può essere considerato a tutti gli effetti un "lost media".
E purtroppo gli esempi che vi abbiamo citato sono solo gli ultimi di una lunga serie: il movimento Stop Killing Games ha infatti analizzato 700 videogiochi live-service o con obbligo di autenticazione online non più supportati, scoprendo che oltre il 70% di questi di fatto sono spariti per sempre (via Tech4Gamers).
Il rimanente 30% resta ancora accessibile grazie sia agli sforzi fatti dai fan per mantenerli in vita (quantificabili intorno al 25%) e modifiche implementate proprio dagli sviluppatori stessi per non far cadere i loro titoli nell'oblio.
Va comunque detto che il sondaggio tiene conto anche delle modalità multiplayer online di giochi come Crysis 3 e Battlefield Bad Company 2, che ad onor del vero restano ancora giocabili grazie alle campagne single player. Ma anche rimuovendo questi casi al limite, la percentuale rimane estremamente elevata al 68,77%.
La situazione è decisamente preoccupante, e mi permetto di aggiungere che il problema della preservazione videoludica riguarda spesso anche i videogiochi in single player: l'argomento era stato già affrontato in passato dalla nostra Stefania Sperandio, che vi ha condiviso percentuali decisamente preoccupanti.
E finchè i publisher non inizieranno a pensare meno ai profitti e maggiormente alla preservazione della propria storia videoludica, è purtroppo difficile immaginare cambiamenti. Per il momento, posso solo invitarvi a incrociare le dita per il prossimo futuro.
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