Spaziogames è un sito di informazione videoludica e, come tale, non dovrebbe interessarsi di politica ma, spesso e volentieri, sono i politici stessi a volersi invischiare nel nostro passatempo preferito per tentare di raggranellare qualche voto (reale o potenziale).L’ultimo degno esemplare di questa risma è Ralph Nader, avvocato, difensore dei consumatori e attivista politico, candidato per ben cinque volte alla presidenza degli Stati Uniti d’America (l’ultima nel 2008, da indipendente), che non ha approfittato di una critica al suo vecchio avversario, Barack Obama, per attaccare l’industria videoludica e i suoi rappresentanti.In occasione della cerimonia ufficiale di (re)insediamento di Barack Obama come Presidente degli Stati Uniti, descritta al sito POLITICO come “un’altra rappresentazione di str*nzate politiche, piena di promesse che verranno puntualmente infrante, come già fatto nel 2009”, Nader ha criticato l’amministrazione Obama per non aver mantenuto promesse come l’aumento del salario minimo e il giro di vite sugli “squali” di Wall Street nel primo mandato.Tra i fatti più recenti, Nader ha citato il piano di Obama sul controllo delle armi, maturato in seguito alla sparatoria del 14 Dicembre e agli altri recenti episodi di violenza armata accaduti negli Stati Uniti, come insufficiente nella lotta contro la violenza nei media di intrattenimento.”Siamo al picco [della violenza nell’intrattenimento]. La violenza nei programmi televisivi? Incredibile. La violenza nei videogiochi? Senza precedenti,” queste le precise parole dell’avvocato.”Non dico che dovrebbe censurarli (i media, nda), penso che dovrebbe sensibilizzare le persone a proteggere i propri figli, famiglia per famiglia, da questi tipi di molestatori di bambini elettronic (sic).”Una dichiarazione senza precedenti, che forse va oltre le crociate di Jack Thompson e i roghi di videogiochi ipotizzati da una cittadina del Connecticut, perchè porrebbe il media videoludico alla stregua dei pedofili e altri componenti della feccia umana.A meno che i “molestatori elettronici” in questione non siano gli sviluppatori stessi dei videogiochi, il che costituirebbe un’offesa ancora più grave nei confronti di persone, spesso con famiglie alle spalle, che quotidianamente lavorano in un’industria fra le più “pulite”, in questo senso.In ogni caso, ci auguriamo che il signore in questione torni rapidamente nell’oblio, almeno per l’industria videoludica.