È importante che un gioco «offra di più dei precedenti», per gli autori di Zelda

In una intervista, Eiji Aonuma ha discusso di come i classici Zelda hanno reso possibile Tears of the Kingdom, sottolineando l'importanza di innovare.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Da quando Nintendo, con The Legend of Zelda: Breath of the Wild, ha ottimizzato la sua formula open world per l'universo di Hyrule, ha dato i natali a videogiochi che hanno segnato praticamente un prima e un dopo. Anche il recente Tears of the Kingdom (lo trovate su Amazon), come e più del suo predecessore, è riuscito a rapire con le sue trovate, riuscendo ad aggiungere ulteriori tasselli a un gameplay che sembrava già arrivato alla sua formula ideale.

Ne ha parlato il producer Eiji Aonuma, che nel corso di una intervista concessa a Rtlnieuws ha discusso dell'importanza di sorprendere i giocatori, oltre che di quella di saper innovare rispetto ai giochi precedenti – che fungono da lezioni per i loro eredi.

Quando gli è stato domandato se ritiene gli Zelda più divertenti da giocare, senza sapere nulla in anticipo su quello che ci si troverà di fronte, Aonuma ha spiegato che già nei più vecchi Zelda il team aveva messo insieme un sistema in cui «si scopre qualcosa e subito dopo si capisce come la si potrebbe utilizzare. In giochi come Breath of the Wild e Tears of the Kingdom possiamo creare sorprese di quel tipo in modo praticamente infinito. E se non sapevi niente in anticipo, scoprirai tutto da te».

Ma, reinventare il proprio gameplay e "creare sorprese all'infinito", devi di sicuro saperlo fare. Una caratteristica distintiva e notevole dei team di Nintendo – e in questo caso di chi ha lavorato agli ultimi due The Legend of Zelda – è proprio quella di saper prendere delle meccaniche all'apparenza semplici e intuitive, per declinarle in infiniti modi.

Ma questo significa che anche i futuri Zelda seguiranno la strada tracciata da BOTW TOTKSecondo Aonuma, il focus da tenere a mente è quello sul saper continuare a creare qualcosa di nuovo:

«È difficile dire qualsiasi cosa sul futuro. Ciò premesso, grazie ai più vecchi giochi di The Legend of Zelda, ora può esistere qualcosa come Tears of the Kingdom. Questo è un gioco nato dalle idee che abbiamo avuto in passato.

Cerchiamo sempre di creare qualcosa che offra di più delle produzioni precedenti. In tal senso, non passiamo troppo tempo a preoccuparci dei vecchi giochi [e di come erano strutturati quelli]: preferiamo concentrarci sul futuro».

Un domani, insomma, è difficile aspettarsi che Aonuma e il suo team possano rispolverare la formula classica di Zelda per metterla al centro della scena: quanto fatto con gli episodi storici è stato invece un grande banco di insegnamento per creare gli Zelda del futuro e quelli che verranno. È una visione in cui il passato insegna, anziché incatenare.

The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom è disponibile su Nintendo Switch e, se ancora non lo avete fatto, nella nostra video recensione vi spieghiamo perché giocarci è una delle esperienze videoludiche più interessanti e totali degli ultimi decenni. E i risultati stanno dando decisamente ragione alla visione di Aonuma.