Tra un "simulatore di Bartolini" e l'altro, il dato di fatto reale è che è passato molto tempo da quando Hideo Kojima ha prodotto un sequel diretto, e l'uscita di Death Stranding 2 rimane un momento molto importante.
Il primo Death Stranding, lanciato nel 2019, era stato un titolo profondamente divisivo. Acclamato da alcuni per la sua narrazione unica, il gameplay meditativo e l'ambizione artistica, era stato allo stesso tempo criticato da altri per il ritmo lento e le meccaniche di "simulatore di corriere" che non trovavano l'apprezzamento di tutti.
All'epoca la nostra Stefania gli aveva assegnato un reboante 9.4, con un'analisi che dimostrava quanto fosse un gioco da amare oppure odiare con poche possibilità di andare incontro a dei compromessi verso i videogiocatori.
Nonostante questa polarizzazione, l'82 su Metacritic ne aveva comunque decretato il successo come opera innovativa e di valore.
Con Death Stranding 2, Kojima Productions sembra aver raffinato la propria formula, riuscendo a catturare un pubblico ancora più ampio. Nel bene e nel male, come spiega nuovamente Stefania nella recensione pubblicata stamattina, in cui Hideo Kojima è sceso evidentemente a compromessi per un'opera che forse poteva fare di più.
Eppure, guardando proprio al Metacritic, sembra che la formula trovata per questo secondo capito abbia fatto presa. Almeno sulla critica internazionale.
Death Stranding 2 ha fatto il suo ingresso con un impressionante punteggio di 90 su Metacritic. Questo risultato segna un balzo significativo rispetto al suo predecessore,che aveva chiuso la sua corsa critica con il già citato 82 su 100.
Il punteggio posiziona DS2 tra i giochi consigliati dell'anno, ovvero i "must-play", insieme a tanti titoli d'eccezione tra cui i The Legend of Zelda che hanno fatto un ribaltone nelle ultime settimane.
In attesa della prova del pubblico, che sarà senz'altro quella che decreterà il successo commerciale di Death Stranding 2, Hideo Kojima ha inanellato un altro cult? Solo il tempo lo saprà dire.