Il mondo dei videogiochi horror si prepara a un ritorno alle origini che potrebbe ridefinire il concetto stesso di sopravvivenza digitale. Capcom ha rivelato dettagli cruciali sulla filosofia di sviluppo di Resident Evil Requiem, il nono capitolo della saga che promette di abbandonare l'approccio action-oriented per abbracciare nuovamente la tensione psicologica dei primi episodi della serie. La strategia del game director Koshi Nakanishi punta dritta al cervello dei giocatori, non ai loro riflessi con il grilletto.
Nakanishi ha chiarito in un'intervista ad Automaton che i combattimenti contro i boss di Requiem seguiranno un paradigma completamente diverso rispetto agli standard moderni dei giochi d'azione. L'obiettivo non è stupire con scontri spettacolari, ma ricreare l'atmosfera claustrofobica dei primi due Resident Evil, dove i giocatori dovevano esplorare metodicamente ambienti chiusi e superare gli ostacoli facendo leva sull'ingegno piuttosto che sulla potenza di fuoco.
Questa scelta rappresenta una svolta significativa per una serie che negli anni ha spesso privilegiato l'adrenalina dell'azione rispetto alla suspense psicologica. Il ritorno a meccaniche più cerebrali potrebbe ricordare ai veterani italiani del gaming le notti insonni passate a decifrare enigmi nei corridoi della villa Spencer, quando ogni proiettile era prezioso e ogni porta nascondeva un'incognita terrificante.
La nuova protagonista Grace Ashcroft incarna perfettamente questa filosofia di design. Diversamente da Leon Kennedy, veterano ormai immune al terrore, Ashcroft inizierà la sua avventura in uno stato di totale vulnerabilità, incapace di affrontare orde di non-morti con la disinvoltura di un soldato esperto. Nakanishi aveva già sottolineato in precedenza come Kennedy fosse "un pessimo abbinamento per l'horror", troppo sicuro di sé per trasmettere autentica paura.
Il percorso di crescita di Grace rappresenta uno degli elementi narrativi più interessanti del progetto. La trasformazione da vittima terrorizzata a combattente determinata seguirà un arco evolutivo che Nakanishi considera fondamentale per l'appeal della serie. "Ciò che rende così affascinante Resident Evil è vedere personaggi inizialmente terrorizzati diventare più forti acquisendo esperienza in situazioni estreme", ha spiegato il director, descrivendo come Grace passerà dallo spavento iniziale a una reazione di difesa che la renderà capace di confrontarsi con i nemici.
Durante un incontro al Gamescom, Nakanishi ha discusso dell'importanza del pacing, elemento che aveva già magistralmente orchestrato in Resident Evil 7: Biohazard, considerato da molti uno dei capitoli meglio calibrati dell'intera saga. Il director ha confermato che applicherà lo stesso approccio metodico anche a Requiem, suggerendo una cura maniacale nella costruzione della tensione e nell'alternanza tra momenti di calma e picchi di terrore.
L'uscita di Resident Evil Requiem è programmata per il 27 febbraio 2026, una data che i fan della saga hanno già cerchiato in rosso sui loro calendari. Con la promessa di un ritorno alle radici horror e un sistema di combattimento basato sull'intelletto, il nono capitolo potrebbe rappresentare la rinascita definitiva dell'anima più pura di Resident Evil.