Il mercato dei remaster e delle riedizioni di classici videoludici si trova davanti a una sfida cruciale: conciliare la spinta commerciale con l’esigenza di preservare opere che rischiano di scomparire.
Un tema tornato d’attualità grazie a Wade Rosen, CEO di Atari, che ha riflettuto su alcuni titoli che vorrebbe riportare in vita, tra cui una gemma nascosta firmata da Hideo Kojima. Le sue parole riaccendono il dibattito sul rapporto tra profitto e valorizzazione del patrimonio culturale digitale.
In un’intervista, Rosen ha chiarito che Atari deve muoversi con equilibrio, alternando progetti dal sicuro richiamo commerciale a operazioni più rischiose ma fondamentali per mantenere viva la memoria di titoli di culto. «Se questa azienda diventasse semplicemente ‘i giochi che Wade vuole sviluppare’, non dureremmo molto a lungo», ha ammesso con realismo il dirigente.
L’approccio si riflette nelle attività degli studi controllati da Atari, come Digital Eclipse e Nightdive Studios. Da un lato, collezioni e remaster pensati per il grande pubblico, come Mortal Kombat: Legacy Kollection, dall’altro produzioni meno sicure sul piano delle vendite, come il ritorno di Outlaws. Una strategia che punta a bilanciare rischi e opportunità.
Tra i progetti del cuore di Rosen emerge Snatcher, avventura grafica cyberpunk realizzata da Kojima nel 1988. Un titolo fortemente ispirato a Blade Runner, che arrivò in Occidente solo nel 1994 su Sega CD.
Una distribuzione limitata, aggravata da vendite esigue - “un paio di migliaia di copie” secondo il traduttore Jeremy Blaustein - che condannò l’opera a diventare quasi introvabile. Oggi, chi vuole giocarla deve affrontare costi proibitivi o ricorrere a soluzioni non ufficiali.
Snatcher occupa una posizione particolare nella carriera di Kojima, collocandosi tra il primo Metal Gear e il suo seguito diretto (se non lo sapete abbiamo recensito il remake di Snake Eater). Il game designer non aveva inizialmente pensato di dare vita a una saga, e solo dopo aver scoperto che Konami stava sviluppando Snake’s Revenge senza di lui decise di creare Metal Gear 2: Solid Snake.
In quel contesto, Snatcher gli offrì lo spazio per sperimentare con temi e meccaniche diverse, anticipando quella versatilità creativa che lo avrebbe reso celebre.
Le dichiarazioni di Rosen evidenziano bene il conflitto tra passione e responsabilità imprenditoriale:
Se avessimo mai la possibilità di lavorare su Panzer Dragoon Saga, Ogre Battle o Snatcher… non so se avrebbero successo, ma li porterei avanti comunque.
Un’affermazione che suona come un invito a tutta l’industria a rivalutare i classici dimenticati.
La menzione di Policenauts, altra avventura di Kojima mai arrivata ufficialmente in inglese, sottolinea quanto sia ancora vasto il patrimonio videoludico poco accessibile al pubblico occidentale. In questo senso, il messaggio è chiaro: la preservazione dei videogiochi non è solo una questione di nostalgia, ma un atto culturale che spetta anche a colossi come Konami, chiamati a ridare nuova vita a opere che hanno segnato la storia del medium.