Nel competitivo panorama degli sparatutto a estrazione, due titoli si stanno contendendo l'attenzione del pubblico con tempistiche sorprendentemente sovrapposte. Arc Raiders e Marathon hanno incrociato i loro percorsi di sviluppo in modo che potrebbe sembrare strategico, ma che secondo gli sviluppatori sarebbe frutto del caso.
La questione ha però generato un confronto diretto tra le due produzioni, con esiti molto diversi in termini di accoglienza da parte della comunità.
Virgil Watkins, direttore tecnico di Arc Raiders presso Embark Studios, ha rilasciato dichiarazioni interessanti alla testata PC Gamer riguardo alla simultaneità tra la beta di aprile del loro gioco e quella di Marathon.
Secondo Watkins, la sovrapposizione non sarebbe stata pianificata, ma si sarebbe rivelata un'opportunità preziosa per valutare le scelte di design dei due team.
La possibilità di osservare le reazioni dei giocatori a meccaniche e caratteristiche differenti ha funzionato come un test comparativo naturale, permettendo a Embark Studios di analizzare l'impatto delle proprie decisioni progettuali rispetto a quelle della concorrenza.
Il divario nelle reazioni del pubblico è diventato evidente con il passare dei mesi. Arc Raiders ha consolidato un sentiment positivo che è culminato nel recente "server slam", l'ultima beta aperta prima del lancio previsto per il 30 ottobre.
Durante le prime ore di questo test su PC, il gioco ha raggiunto quasi 100.000 giocatori simultanei, un dato che testimonia l'attesa crescente attorno al titolo. Lo sparatutto di Embark Studios ha beneficiato di un lungo periodo di sviluppo che ha generato aspettative elevate, ulteriormente alimentate dal confronto favorevole con il rivale.
La situazione di Marathon appare invece decisamente più travagliata. Il primo test pubblico ha evidenziato scelte controverse che hanno diviso la base di giocatori: l'assenza di una modalità di gioco in solitaria e la mancanza di chat di prossimità sono emerse come lacune particolarmente criticate.
Per un genere dove la comunicazione tattica e la flessibilità nelle modalità di gioco sono elementi cruciali, queste omissioni hanno pesato negativamente sulla percezione complessiva del titolo.
A complicare ulteriormente le cose per Marathon è intervenuto uno scandalo di plagio che ha coinvolto diverse risorse grafiche del gioco.
Molti asset visivi sarebbero stati basati sul lavoro di artisti esterni senza il dovuto riconoscimento, una controversia che ha ulteriormente danneggiato la reputazione del progetto proprio mentre cercava di riprendersi dalle critiche iniziali.
La combinazione di problemi tecnici, scelte di design contestate e questioni etiche ha creato una tempesta perfetta che ha messo a dura prova la fiducia della comunità.
Il rinvio dalla data di uscita inizialmente prevista per settembre è stata la conseguenza inevitabile di questa serie di difficoltà.
Gli sviluppatori di Marathon hanno ora l'opportunità di riscattarsi con una nuova beta aperta programmata dal 22 al 27 ottobre, una finestra temporale che si concluderà proprio in coincidenza con il lancio ufficiale di Arc Raiders.
Questo test rappresenta un momento cruciale per il titolo, che deve dimostrare di aver ascoltato il feedback ricevuto e implementato i cambiamenti necessari.
La danza tra i due sparatutto a estrazione continua quindi con una nuova sovrapposizione di date, che porterà a un confronto ancora più diretto nel mercato. Arc Raiders arriverà sugli scaffali virtuali forte del consenso costruito durante i test e dell'entusiasmo dimostrato dai numeri del server slam.
Marathon dovrà invece convincere i giocatori che i problemi emersi sono stati risolti e che il prodotto finale merita una seconda chance dopo un avvio difficile.
Il mese di ottobre si preannuncia quindi decisivo per stabilire quale dei due titoli riuscirà a conquistare una posizione dominante nel genere degli extraction shooter.
Arc Raiders parte con il vantaggio di una percezione pubblica positiva e numeri incoraggianti, mentre Marathon cerca una difficile rimonta dopo aver deluso nelle prime apparizioni pubbliche. Ce la farà?