Activision Blizzard nei guai, nuova denuncia per colpa di Call of Duty

Activision Blizzard è stata citata in giudizio per colpa di Call of Duty e Overwatch 2, relativamente ai compensi degli esport.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Activision Blizzard continua a vivere un periodo turbolento, in un modo o nell'altro, perché ora è stata citata in giudizio dagli USA per gli stipendi relativi alle leghe eSport.

Quindi per le leghe professionistiche di Call of Duty Modern Warfare 2 (lo trovate qui) e Overwatch 2, i cui giocatori non sono stati ricompensati a dovere.

L'hero shooter non sta passando neanche un momento troppo felice di suo, visto che il nuovo Overwatch ha dovuto lottare molto per accontentare i giocatori.

Mentre Call of Duty è sempre al centro delle cronache per vari motivi, e di recente per Warzone 2 che è sotto analisi da parte dei fan.

La vicenda di oggi, riporta da Games Industry, vede coinvolto stavolta il Dipartimento di Giustizia che punta il dito contro il tetto salariale della Overwatch League e della Call of Duty League.

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha intentato oggi una causa civile contro Activision Blizzard, accusando l'editore di aver violato lo Sherman Antitrust Act con le regole delle due leghe, che tenevano bassi gli stipendi dei giocatori.

Il governo sta contestando la Competitive Balance Tax delle leghe di eSport, con la tesi per cui la legge ha lo scopo di penalizzare le squadre che spendono di più per gli stipendi dei giocatori rispetto a un importo deciso da Activision Blizzard.

La Competitive Balance Tax funziona in modo molto simile a una tassa sul lusso nei campionati sportivi tradizionali. Gli stipendi totali del team hanno un limite massimo che può essere superato, ma ogni dollaro speso al di sopra di tale limite richiede che il team metta anche un altro dollaro in un pool che verrebbe diviso e dato alle squadre che hanno speso al di sotto del limite.

Questa l'accusa di Jonathan Kanter, assistente procuratore generale della divisione antitrust:

«I videogiochi e gli eSport sono oggi tra le forme di intrattenimento più popolari e in più rapida crescita nel mondo e i giocatori professionisti di eSport, come tutti i lavoratori, meritano i vantaggi della concorrenza per i loro servizi. [...] La condotta di Activision ha impedito che ciò accadesse.»

Activision Blizzard ha ovviamente negato le accuse rispondendo, tramite un portavoce, in modo fortemente contrario:

«Abbiamo sempre creduto, e crediamo tuttora, che la Competitive Balance Tax fosse legale e non avesse un impatto negativo sugli stipendi dei giocatori. La tassa non è mai stata imposta e le leghe l'hanno volontariamente ritirata dalle nostre regole nel 2021.»

Non resta che aspettare che il procedimento vada avanti ovviamente, mentre Activision Blizzard è impegnata nella solita acquisizione di Xbox.