7 giocatori su 10 non vogliono più usare il cervello, secondo uno studio

Uno studio sulle abitudini e preferenze del pubblico svela le tendenze in termini di videogiochi, con il 67% che non ama più la strategia.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Ci sono videogiochi più difficili da approcciare degli altri, è indubbio, e secondo uno studio i videogiocatori non amano più gli aspetti strategici nelle produzioni odierne.

Come riporta IGN US, uno studio di Quantic Foundry è riuscito a constatare come sono cambiate le abitudini dei videogiocatori negli anni, in termini di preferenze per quanto riguarda le esperienze che vogliono vivere con il medium.

Raccogliendo nove anni di dati dallo strumento Gamer Motivation Profile, che tiene traccia di quanto siano attraenti i diversi aspetti dei videogiochi per persone diverse, Quantic Foundry ha definito una serie di linee guida e tipologie di videogiochi per capire come rispondessero gli utenti.

Definendo le categorie in Distruzione, Eccitazione, Competizione, Comunità, Sfida, Strategia, Completamento, Potere, Fantasia, Storia, Scoperta e Design, i ricercatori hanno esaminato ciò che ha motivato i videogiocatori nel corso degli anni.

La scoperta finale è che tutti gli aspetti sopracitati sono rimasti relativamente coerenti, ovvero non ci sono stati grossi cambiamenti nelle preferenze e apprezzamenti del pubblico, tranne uno: la strategia.

Definendo come parte della categoria Strategia tutti quei videogiochi che "richiedono un'attenta decisione e pianificazione", in cui i giocatori amano "riflettere sulle loro opzioni e sui probabili risultati", dallo studio emerge che due terzi degli appassionati di strategia in tutto il mondo hanno perso interesse per questo elemento dei videogiochi.

Di che videogiochi stiamo parlando, nello specifico? Quantic Foundry mette in questa categoria produzioni come XCOM, Fire Emblem (trovate gli ultimi episodi su Amazon), Civilization, Cities: Skylines o Europa Universalis, che non sono più tra i preferiti dei giocatori e, anzi, hanno perso anche pubblico.

Il 67% dei giocatori, oggi, si preoccupa meno del pensiero strategico e della pianificazione quando gioca rispetto al videogiocatore medio del 2015.

Quantic Foundry non è riuscita a individuare delle motivazioni specifiche per questo calo graduale, ed ha fornito solo un'analisi generica sostendendo che «i giocatori ora sono più facilmente sovraccaricati a livello cognitivo quando giocano», e pertanto si ritrovano ad evitare la complessità strategica quando possibile.

Non si parla, quindi, di videogiochi difficili in generale, ma di una tipologia specifica. Per altro è curioso considerare quale saga i videogiocatori ritengano essere la più difficile di sempre: non è un soulslike.

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