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I migliori giochi Naughty Dog: dalle origini a The Last of Us Part II

Approfittando dell’arrivo di The Last of Us Part II, stiliamo questa classifica dei videogiochi Naughty Dog

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a cura di Adriano Di Medio

Redattore

Il 19 giugno 2020 uscirà The Last of Us Part II, espandendo la storia di Ellie e Joel e ponendo l’epilogo al praticamente infinito hype venutosi a creare fin dal suo annuncio. Su queste pagine il nostro Domenico lo ha già recensito, dimostrando che la qualità estrema dell’opera ripagherà totalmente tutti coloro che lo stanno attenendo con trepidazione. Ma, come abbiamo avuto già modo di vedere, nel corso della sua storia Naughty Dog ha saputo sfornare piccole e grandi opere, sempre animate dalla volontà di osare. Proprio per questo abbiamo scremato la sua trentennale produzione in queste dieci posizioni, scegliendo i giochi migliori. Li abbiamo identificati cercando un giusto compromesso tra reperibilità, impatto sul pubblico, innovatività e capacità di resistere all’invecchiamento.

I migliori giochi Naughty Dog: dalle origini a The Last of Us Part II

10. Jak 3 (2004)

Posizione più in fondo (si fa per dire) per Jak 3. Uscito nel 2004, ha segnato l’esordio alla regia della serie di Amy Hennig ed è stato l’ultimo lavoro di Jason Rubin. A fronte di un gameplay accessibile ma raffinato (tecnicamente ma non solo) e una storia che si identificava come una degna conclusione della saga, a fare la differenza è stato il contesto desertico e per certi versi post-apocalittico, dove spostarsi con veicoli fantasiosi.

Pure se oggi le scorribande di Jak paiono scorrere su una mappa un po’ troppo vuota, c’è anche da considerare che riuscire a infilare un’ambientazione così vasta in una console già piuttosto stanca come PlayStation 2 aveva ai tempi oggettivamente del miracoloso. Un prodigio che faceva anche perdonare saltuari cali di frame-rate o una struttura trial and error che, combinandosi a una distribuzione dei checkpoint oggi un po’ troppo “severa”, lo hanno inevitabilmente segnato nell’invecchiamento.

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9. Uncharted: Drake’s Fortune (2007)

Avanziamo di una posizione per la prima, vera opera di Amy Henning, nonché l’esordio di Naughty Dog su settima generazione. Inizialmente conosciuto come Project Big, il primo Uncharted è anche l’inizio dell’epoca “matura” del team, con il passaggio a personaggi umani e alla ricerca di una verosimiglianza nelle vicende raccontate. La prima avventura di Nathan Drake recupera la genuinità degli esordi e si configura come un omaggio a tutti quei racconti di avventura in luoghi esotici alla ricerca di tesori dimenticati. Potete recuperare Uncharted: Drake’s Fortune sia su PlayStation 3 che sulla collection recentemente uscita su PlayStation 4.

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8. Crash Bandicoot (1996)

Altra posizione, altro esordio: il primo Crash Bandicoot, uscito nel 1996, è forse l’esempio più genuino di Naughty Dog alle prese con le tre dimensioni. Un videogioco venuto fuori facendo di necessità virtù, impostando una grafica ai tempi mai vista sulla prima PlayStation e consacrando Crash come mascotte ufficiosa della console Sony. Non solo: a fronte di un gameplay semplice ma molto ragionato e difficile (e che ha risentito molto del tempo) quello che questo Crash aveva e che non è stato più riproposto nella saga è appunto uno dei primi esperimenti di “narrazione silenziosa” che si dipanava tanto nei livelli quando nella loro progressione, in un graduale passaggio dalle ambientazioni esotiche e tribali fino alla tecnologia inquinata del castello di Neo Cortex.

Un’importanza storica capitale e, a dimostrazione di quanto sia rimasto nelle vene di Naughty Dog, lo stesso team ha inserito Crash in Uncharted 4 con un geniale easter egg. Come gli altri due capitoli successivi il gioco è stato oggetto di remake nel 2017 sulla Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, mentre se volete cimentarvi con l’originale PlayStation dovete essere pronti a spendere leggermente di più.

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7. Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back (1997)

La classifica prosegue in maniera naturale, con il secondo episodio di Crash Bandicoot. Originariamente uscito un anno dopo l’esordio, Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back aveva dalla sua parte il tangibile miglioramento sia a livello grafico che di gameplay derivato dal fatto di dover solo migliorare la tecnologia e non riscriverla. È in questo videogioco che Naughty Dog comincia a sperimentare, sia con il passaggio dal tribale al moderno, trovando l’ormai classica struttura a Warp Room, sia mettendo Crash al comando di veicoli e animali in frenetici livelli a scorrimento.

Il gioco segna anche l’esordio di Coco, la sua intelligentissima sorella che ha simbolicamente sancito la natura più “per famiglie” della serie da quel momento in poi. Di nuovo, potete recuperare il titolo sia nel suo remake nella Nsane Trilogy che (spendendo un po’ di più) sull’originale PlayStation.

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Crash Bandicoot 2


6. Uncharted 2: il Covo dei Ladri (2009)

Nathan Drake ritorna in questa classifica con il secondo capitolo della sua storia. Uscito nel 2009 sempre su PlayStation 3, Uncharted 2: Il Covo dei Ladri ha segnato il debutto alla regia di Neil Druckmann e Bruce Straley, due nomi importantissimi per il futuro della compagnia. La ricerca di Nate di Shambhala ha dalla sua una grande carica innovativa soprattutto nell’ampio respiro della trama e delle ambientazioni, oltre che un ritmo ben più calcolato. A fare la differenza con l’esordio è infatti una maggiore enfasi sull’aspetto umano, con sequenze sia d’azione pura che riflessive.

In particolar modo queste ultime erano state fatte apposta per promuovere un’interazione più calma, volta a enfatizzare la tranquillità che verrà successivamente infranta. La stessa sequenza in cui Nate si avventura sulla neve e si trova a dover comunicare con la sua guida (il tibetano Tenzin) superando la barriera linguistica è alla base di molto del processo creativo che animerà Naughty Dog per tutto il decennio successivo. Come per l’esordio, potete recuperare Uncharted 2: Il Covo dei Ladri sia su PlayStation 3 che nella Nathan Drake Collection su PS4.

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Uncharted 2


5. Crash Team Racing (CTR) (1999)

L’ultimo esponente di Crash Bandicoot in questa classifica è uno dei due videogiochi di corse prodotti da Naughty Dog nel corso della sua carriera; è sicuramente quello che più è rimasto nei ricordi degli spettatori, essendo stato ai tempi forse l’unica alternativa seria ad altri esponenti dello stesso genere. Con un gameplay accessibile ma solidissimo, una grafica essenziale ma efficace e una creatività enorme nelle semplici piste, Crash Team Racing è tuttora uno dei party game più celebri e apprezzati della storia di PlayStation, nonché forse il gioco più duraturo del brand di Crash. Lo è a tal punto che, prima dell’uscita del remake nel 2019, continuava a essere giocato e amato dal suo pubblico di appassionati.

Anche per il grande affetto dei suoi fan, le copie dell’originale PlayStation sono piuttosto difficili da recuperare, quindi il consiglio è puntare direttamente al remake ampliato CTR Nitro-Fueled, che oltre al gioco classico è stato a lungo supportato post-lancio con circuiti, personaggi (sia da Nitro-Kart che ospiti come Spyro) e personalizzazioni aggiuntive.

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crash team racing nitro fueled


4. Jak and Daxter The Precursor Legacy (2001)

Jak and Daxter: The Precursor Legacy è uscito nel 2001 e, seppur non abbandonando del tutto l’aura esotica e svampita di Crash, ne è suo diretto erede. Il biondo Jak e il fido Daxter si muovono con invidiabile fluidità dentro a un coloratissimo mondo virtuale che si dipana di fronte al giocatore senza soluzione di continuità, completando una missione classica ma che è appunto una scusante perfetta per gettare le basi di un contesto misterioso e affascinante, dominato da energie vitali sconosciute e civiltà perdute. Un umorismo e una grandezza da cartoon che, come già abbiamo detto in queste pagine, hanno reso questo primo Jak immune al passare del tempo. Anche lui è recuperabile sia in originale su PlayStation 2 che nella Collection HD per PlayStation 3.

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Jak and Daxter


3. The Last of Us (2013)

Iniziamo l’era moderna dei Naughty Dog con il primo The Last of Us, uscito nel 2013. L’opera d’esordio di Joel ed Ellie rimane tuttora un racconto di umanità truculenta e bruciante, una parabola amara sulla genitorialità e il compromesso della sopravvivenza. Seppure con l’età si potrebbe dire che, soprattutto a livello di gameplay, sia meno interattivo di quanto potremmo ricordarci, The Last of Us ha segnato un altro nuovo inizio dei Naughty Dog, facendo loro abbandonare la leggerezza un po’ spaccona di Nate per spingere a riflettere su temi importanti.

Ancora adesso il gioco spinge a riflessioni e idee inedite, e ne abbiamo molto parlato proprio in questi giorni. Essendo uscita al chiudersi della settima generazione, l’opera magna di Neil Druckmann e Bruce Straley si può trovare sia per PlayStation 3 che nella sua versione rimasterizzata (comprendente anche espansioni e contenuti scaricabili) per PlayStation 4.

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The Last of Us


2. Uncharted 4: Fine di un Ladro (2016)

Ci avviciniamo alla conclusione con l’ultimo capitolo della storia di Nathan Drake. Uscito nel 2016 e nuovamente diretto da Neil Druckmann e Bruce Straley, Uncharted 4: Fine di un Ladro è sicuramente anche il capitolo più maturo, che vede Nathan ormai tardo trentenne alla ricerca del tesoro perduto del pirata Henry Avery. Di nuovo, con una Naughty Dog forte anche dell’esperienza maturata con The Last of Us, quest’ennesima caccia è solo lo sfondo per la riflessione di Nate sulla sua vita, eternamente combattuta tra la sua voglia di avventura e le responsabilità del suo matrimonio con Elena Fisher.

Accolto con enorme entusiasmo da critica e pubblico e ripagato da un enorme volume di vendite, l’ultimo videogioco della coppia Bruce-Neil è stato incluso fin quasi da subito nella collana PlayStation Hits, quindi è uno di quelli più facilmente recuperabili – nonché tra i più consigliabili in assoluto di tutta la carriera di Naughty Dog.

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uncharted 4 art


1. The Last of Us Part II (2020)

E infine, la conclusione di questa classifica coincide anche con la pubblicazione più recente di Naughty Dog. Lo studio, con The Last of Us Part II, ha realizzato esattamente quello che aveva lasciato intendere di voler fare. La sua produzione più ambiziosa, estesa e coerente, che sorprende nel suo realismo. La storia di vendetta di una Ellie ormai cresciuta, più che nel primo capitolo, prende continuamente a pugni nello stomaco il giocatore dall’altra parte dello schermo. Un’opera di qualità estrema, che ripagherà totalmente sia i vecchi che nuovi estimatori dello studio, che si ritaglia di prepotenza un posto tra i migliori videogiochi di un’intera generazione di console e anche in assoluto.

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In questa classifica abbiamo ripercorso i videogiochi Naughty Dog più celebri e innovativi, nonché più facilmente recuperabili, in modo da far capire, a chi magari li ha conosciuti solo in tempi recenti, quanto i Dogs siano stati sempre un po’ più avanti della loro epoca corrente. Una precisazione per chiudere: abbiamo stilato questa classifica raggiungendo un compromesso tra impatto sul pubblico e critica, innovazione e capacità di resistere al tempo che passa – perciò l’esclusione di certuni titoli non va interpretata come il fatto che li riteniamo prodotti di scarsa qualità; semplicemente non hanno avuto un impatto altrettanto paragonabile. Anzi, l’invito finale potrebbe anche essere quello di cercare anche i titoli non citati qui, per capirne meglio le ragioni e indagarne le radici.

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In questa classifica abbiamo ripercorso i videogiochi Naughty Dog più celebri e innovativi, nonché più facilmente recuperabili, in modo da far capire, a chi magari li ha conosciuti solo in tempi recenti, quanto i Dogs siano stati sempre un po’ più avanti della loro epoca corrente. Una precisazione per chiudere: abbiamo stilato questa classifica raggiungendo un compromesso tra impatto sul pubblico e critica, innovazione e capacità di resistere al tempo che passa – perciò l’esclusione di certuni titoli non va interpretata come il fatto che li riteniamo prodotti di scarsa qualità; semplicemente non hanno avuto un impatto altrettanto paragonabile. Anzi, l’invito finale potrebbe anche essere quello di cercare anche i titoli non citati qui, per capirne meglio le ragioni e indagarne le radici.