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MediEvil PS4 e l’originale nascosto - Speciale

Una riflessione sulla singolare ma inaspettata iniziativa di includere nel remake di MediEvil il videogioco originale per PlayStation

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a cura di Adriano Di Medio

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di MediEvil (PS4)
MediEvil (PS4)
  • Sviluppatore: Other Ocean Interactive
  • Produttore: Sony Interactive Entertainment
  • Distributore: Sony
  • Piattaforme: PS4
  • Generi: Azione , Avventura
  • Data di uscita: 25 ottobre 2019

È notizia di pochi giorni fa che il remake di MediEvil uscito su PlayStation 4 lo scorso 25 ottobre (di cui trovate qui recensione e videorecensione) nasconda una sorpresa particolare. Intraprendendo e completando una particolare missione attivabile solo nel terzultimo livello della storia è possibile sbloccare nel menu principale una voce aggiuntiva, che dà l’accesso nientemeno che all’originale MediEvil per PlayStation. Una sorpresa più che piacevole, ma che potrebbe in realtà nascondere qualcosa in più.

Autoreferenziale sì, ma non del tutto

Come sempre, andiamo con ordine. Nel remake di MediEvil, per la precisione nel livello del Vestibolo (molto facile specialmente dopo aver attraversato la Nave Fantasma, che tanto nell’originale quanto nel remake è uno dei più difficili per via della precisione richiesta nei salti) è presente una delle poche aggiunte operate dal remake degli Other Ocean. Il Vestibolo è essenzialmente il luogo che si vede nel filmato introduttivo, e da dove lo stregone Zarok decide di partire per compiere la sua vendetta contro Gallowmere. Per farlo, parte dal suo studiolo annesso alla cascata, che nel livello viene sfruttato per collocarvi il Calice di Anime, oltre che tutta una serie di libri da leggere per approfondire il background dello stregone. Oltre a quelli già presenti su PlayStation però ve ne è uno aggiuntivo, accanto a uno scrigno apribile. Il libro dice esplicitamente che se Daniel lo tocca libererà le Anime Smarrite lungo tutta Gallowmere, e se deciderà di recuperarle e donar loro eterno riposo allora potrà legittimamente considerarsi “una leggenda”.

Non è necessario completare questa missione per ottenere il finale completo della storia: Sir Daniel accederà al Salone degli Eroi raccogliendo i soliti venti Calici di Anime. Le Anime Smarrite sono presenti in ogni livello ad eccezione del primo (la Cripta) e l’ultimo (l’Antro di Zarok) e possono essere recuperate anche dopo la battaglia finale, in una sorta di piccolo post-game: accanto al nome del livello oltre al Calice apparirà anche un’icona che testimonia se l’Anima Smarrita è stata recuperata. Ciascuna si trova in un punto preciso, spesso uno di quelli che nell’originale erano “punti morti” o decorativi. Attraverso il suo dialogo senza voce potremo scoprire un indizio su dove va usata (è sempre in un livello differente da dove la troviamo) e quando lo faremo dovremo completare un piccolo compito, diverso a seconda del livello e del luogo. Molte volte si tratta di avere a che fare con nemici canonicamente non presenti nel livello, altre volte è la raccolta di oggetti bonus e altre volte ancora si tratta di fare alcune sezioni a difficoltà aumentata.

Inaspettato ma particolare

Quando le avremo raccolte e soddisfatte tutte, facendo quindi in modo che possano trovare eterno riposo, per un momento la voce narrante smetterà solamente di “leggere i libri” e parlerà direttamente, dicendo che adesso Daniel è divenuto leggenda, anche se le leggende tendono a diventare “piuttosto confuse con il tempo”, e anche se il popolo di Gallowmere non smetterà mai di ricordarlo con affetto. Per quanto formalmente si rivolga al solo Sir Daniel Fortesque, è evidente che in realtà sta parlando soprattutto all’uomo o alla donna dall’altra parte dello schermo. Sull’interfaccia compare inoltre un avviso che informa come si sia sbloccata una “sorpresa” nel menu principale.

Infatti, una volta tornati alla lapide che fa da menu sarà presente una quarta opzione: Gioco Originale. Attivandolo si accederà a una versione integrale (nonché in alta definizione, seppur ristretta a uno schermo 4:3) del MediEvil originale. Ancora una volta un impegno filologico non da poco, tanto che oltre al formato desueto da “tubo catodico” è stata emulata persino la sequenza di avvio della prima PlayStation, con il logo prima Sony e poi quello PSX. È particolare poiché nelle volte precedenti in cui i cosiddetti “Classici PS1” sono stati ridistribuiti o è stata assicurata la retrocompatibilità (come su PlayStation 3) il logo di presentazione della console veniva ogni volta saltato.

Una questione filologica ma non solo

Oltre alla fedeltà, a voler ragionare in maniera puramente numerica, stiamo nei fatti parlando di “due videogiochi in uno”, per quanto poi all’atto pratico stiamo pur sempre parlando della medesima storia con una “grafica diversa”. Ma, allo stesso tempo, sarebbe sterile parlare di questa iniziativa come semplicemente un “contentino” per i soli appassionati. Chiaramente rimane il dubbio che così com’è il remake su PS4, nonostante la sua qualità, possa veramente attirare nuova utenza. L’inclusione di suddetto videogioco non è stata pensata per questo: è più facile pensare che con la sua inclusione gli Other Ocean vogliano lanciare il messaggio di non essere “spaventati” da un confronto con l’originale. Già diversi mesi prima della pubblicazione questi piccoli sviluppatori avevano dichiarato di voler dare la loro interpretazione di MediEvil e non solamente riproporlo con grafica aggiornata: la loro intenzione era di trasporre nel 2019 le sensazioni e l’atmosfera che il gioco originale era stato in grado di regalar loro nell’ormai lontano 1998.

La presenza del “gioco originale” ha poi un altro ruolo, più nascosto ma non per questo meno importante: la salvezza dall’obsolescenza. Sono più di dieci anni che la retro-compatibilità è per Sony un argomento fin troppo spinoso, e buona parte dell’utenza non ha ancora dimenticato le politiche discutibili operate in settima generazione. E, di contro, questo spiega anche la nascita di servizi come il PlayStation Now.

Dopo i risultati demoralizzanti di PlayStation Classic in effetti non c’erano ancora delle possibilità concrete per fare in modo che i videogiochi della prima PlayStation potessero avere delle macchine (emulazione a parte) su cui resistere alla prova del tempo. La compatibilità era stata loro garantita in settima generazione (con PS3 che poteva anche leggere i supporti originali) ma con PS4 questa possibilità era finita sotto silenzio. Solo nell’ultimo biennio aveva riacquisito un minimo di risonanza, principalmente con l’arrivo di remaster di grossi titoli di quella generazione come i Final Fantasy.

Pure se i remake sono arrivati solo dopo, prima di MediEvil nessuno di loro aveva avuto la facoltà di includere l’originale. C’è da riconoscere il coraggio degli Other Ocean, che in questo senso hanno dimostrato di non aver paura di paragonarsi all’originale. Paradossalmente però, pure se di facciata vi assomiglia, si potrebbe anche non pensare che l’inclusione dell’originale nel remake sia un’ulteriore mossa per attirare nuova utenza. Il gioco è rimasto talmente coerente con sé stesso che le sue rigidità tipicamente anni Novanta saranno indigeste a chi ha avuto modo di conoscere la videoludica anche solo una generazione dopo. Piuttosto, l’inclusione del MediEvil originale ha il ruolo di far “sopravvivere” ciò che è stato, oltre che una scelta intelligente per “gabbare” una retrocompatibilità che da due generazioni è diventata argomento inutilmente spinoso. Del resto, chi dimentica il passato si condanna a riviverlo.

Voto Recensione di MediEvil (PS4) - Recensione


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Commento

Pure se i remake sono arrivati solo dopo, prima di MediEvil nessuno di loro aveva avuto la facoltà di includere l’originale. C’è da riconoscere il coraggio degli Other Ocean, che in questo senso hanno dimostrato di non aver paura di paragonarsi all’originale. Paradossalmente però, pure se di facciata vi assomiglia, si potrebbe anche non pensare che l’inclusione dell’originale nel remake sia un’ulteriore mossa per attirare nuova utenza. Il gioco è rimasto talmente coerente con sé stesso che le sue rigidità tipicamente anni Novanta saranno indigeste a chi ha avuto modo di conoscere la videoludica anche solo una generazione dopo. Piuttosto, l’inclusione del MediEvil originale ha il ruolo di far “sopravvivere” ciò che è stato, oltre che una scelta intelligente per “gabbare” una retrocompatibilità che da due generazioni è diventata argomento inutilmente spinoso. Del resto, chi dimentica il passato si condanna a riviverlo.