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Recensione

Mars or Die! - una recensione dal pianeta rosso

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Avatar di Daniele Spelta

a cura di Daniele Spelta

Redattore

Pubblicato il 12/07/2018 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

5.5

“In primis l’ossigeno. Su Marte non c’è atmosfera ed anche il torace più maschio e impavido s’affoga nel vuoto e cerca ristoro. Fecchia e Pini annaspano, Freghieri, campione littorio di nuoto d’audace stirpe palombara, ha il solo fiato per dire: “Non c’è aria”. Ma un semplice “Me ne frego” sostituisce respiratori e vezzosi orpelli con cui le donnette arricchiscono il paese della sterlina e la marcia riprende. Ossigeno o no, Marte sarà conquistata.”. Arrivato nel 2006, Fascisti su Marte è un improbabile film che narra una altrettanto improbabile conquista del pianeta rosso da parte di un manipolo di camicie nere durante il 1938. La situazione si ripropone quasi identica in chiave videoludica grazie a Mars or Die!, titolo sviluppato dall’italiana 34BigThings, dove il giocatore si trova alle prese con una scalcinata spedizione indetta da un fantomatico ed illuminato duce, su un pianeta da conquistare e reclamare contro strampalati marziani, in un mix fra tower defense, action e strategia in tempo reale.
O Duce, Marte è tuo!
Mars or Die! racconta le vicende del Vascello Interplanetario FORTITVUDO VIII, ma di eroico in questo viaggio stellare c’è ben poco, perché gli esploratori sono stati spediti allo sbaraglio solo con mezzi di fortuna e tante belle parole retoriche. Sin dalle prime battute delle nove missioni che compongono la campagna, è evidente l’intento parodistico, una riproposizione distorta e satirica delle pompose propagande del ventennio, con una rivisitazione in chiave comica dei celebri cinegiornali dell’Istituto Luce. Così tutte le “U” diventano “V”, abbondano richiami agli alieni pusillanimi e il cui destino è già scritto sulla sabbia rossa o le formule retoriche volte ad esaltare la conquista, ma che in realtà è più una missione in stile Armata Brancaleone. Anche i nomi dei due protagonisti, Berto e Lino, altro non sono che una evidente dissacrazione dell’etimologia fascista, due caricature lanciate allo sbaraglio e lasciate a sé stesse sul suolo alieno, un sinistro verso alle spedizioni in Grecia o Russia durante la Seconda Guerra Mondiale. Mars or Die! non propone nulla di realmente nuovo sotto questo punto di vista, la scrittura riesce a strappare qualche sorriso, ma si attiene a canovacci ripresi e riutilizzati numerose volte. Nonostante ciò, la chiave satirica è sicuramente uno degli aspetti meglio riusciti e i ritmi scanzonati sono sostenuti da una colonna sonora in levare e da una veste grafica che non si prende mai troppo sul serio, a partire dalle istruzioni delle missioni, con uno stile verboso molto vicino a quello del ventennio, e dall’art design degli strampalati personaggi e delle strutture.
Rosso pianeta bolscevico e traditor
Sotto il viril favellar ardimentoso con i petti gonfi d’italico ardor, Mars or Die! rivela una struttura ludica che scalfisce a malapena le meccaniche tipiche dei generi da cui attinge. Un po’ rts e un po’ tower defense, con un tocco di action, l’opera di 34BigThings non riesce a brillare in nessuno di questi frangenti e, anzi, spesso mostra il fianco ad alcune approssimazioni che, anche al netto della sua “leggerezza”, potevano trovare una soluzione migliore. Attraverso le missioni prima e la modalità libera poi, il giocatore ha il compito di raccogliere le risorse dai cristalli, costruire qualche struttura che dia l’idea di una sventurata base e soprattutto difendersi dalle ondate sempre crescenti di alieni, decisamente facinorosi e aggressivi, l’opposto dei sassosi Mimimmi. L’azione ruota soprattutto attorno alla gestione dei due buffi personaggi principali Berto e Lino: il primo è dotato di una pistola a raggi laser, ma è più lento, mentre il secondo eroe possiede uno scudo con cui si difende dalle offensive aliene, non può attaccare, ma è più rapido e abile a sfuggire ai nemici. Data la co-presenza, sarebbe stato facile immaginarsi un qualche tipo di multiplayer, locale o online, ma così non è: mentre si guida uno dei due protagonisti, il secondo viene gestito dall’IA, spesso purtroppo con risultati non soddisfacenti. Ogni tanto recupera materiali, alle volte ripara le strutture, ma spesso il compagno di sventure lasciato a sé stesso preferisce passare il suo tempo standosene immobile, anche quando ci sono intere porzioni di mappa da esplorare. Allo stesso modo, l’intelligenza dei nemici non appare fra le più brillanti: c’è la scusante che sono esseri dotati di un solo occhio e che attaccano tirando testate contro i due intrepidi eroi, ma i loro pattern seguono percorsi non sempre comprensibili e non sono rari i casi in cui finiscano incastrati lungo qualche parete rocciosa.
Un pianeta da difendere
I difetti penalizzano la fruizione di ciò che è Mars or Die!, ma la struttura ludica riesce comunque a tenersi a galla grazie alla strategia, alla necessaria pianificazione e ad un asticella della difficoltà tarata verso l’alto, che avvicina il titolo all’universo dei roguelite. Le missioni sono cadenzate dalle ondate sempre crescenti dei nemici e il tempo per organizzare le difese è sempre esiguo, ma comunque sufficiente per pianificare la disposizione delle strutture e l’esplorazione della mappa, indispensabile per scovare nuovi giacimenti di minerali e recuperare alcune casse, utili a potenziare il proprio avamposto. Il ritmo è inoltre scandito dalle risorse di ossigeno, fattore da tenere sempre sottocchio quando ci si allontana dall’insediamento. Gli edifici sono piuttosto limitati e concorrono quasi tutti verso un unico fine: piazzare una barriera di torrette che possa respingere gli assalti alieni. Ci sono comunque capsule per l’ossigeno, armerie, pannelli solari e il Glorioso Vessillo, pochi ingredienti comunque in grado di stratificare le partite. Inoltre, il team di sviluppo è stato abile a racchiudere tutte le azioni in modo coerente e intuitivo sia se si utilizza il mouse e la tastiera, sia impugnando il pad. 
Lost in space
Mars or Die! è un gioco divertente e scanzonato, anche se sono frequenti i game over non si prende mai sul serio e punta sempre a strappare un sorriso al giocatore, ma questa leggerezza di fondo non può giustificare alcune scelte errate in materia di design, così come alcuni difetti che evidenziano una scarsa pulizia finale. In molte missioni, l’esplorazione è uno degli elementi chiave, stretta dentro a tempi sempre più esigui: nonostante questo fattore, il team di sviluppo ha preferito non inserire una minimappa consultabile durante l’azione, ma per vedere se si sta seguendo la direzione esatta è necessario tutte le volte aprire il menù dedicato, con evidenti perdite di tempo. A questo si aggiunge poi il mancato feedback dei colpi, con questi ultimi che ogni tanto attraversano tranquillamente il corpo dei marziani: Mars or Die! non ha la pretesa di  essere uno shooter in senso completo, ma la sensazione è quella di trovarsi davanti ad un qualcosa di piuttosto approssimativo. Anche in termini di contenuti non ci si discosta troppo da questo giudizio, visto che, una volta terminata la campagna, non resta altro che dilettarsi in una modalità infinità, che però poco aggiunge al piatto. 

– Il lato parodistico funziona bene

– Impegnativo

– Richiede una certa strategia

– IA con svariati problemi

– Poco rifinito

– Qualche errore di design

– Non lascia il segno

5.5

La parabola Mars or Die! si esaurisce troppo in fretta: finita la piacevole sorpresa di trovarsi davanti ad una parodia in stile Fascisti su Marte, l’opera di 34BigThings presta il fianco a troppe criticità: la presenza di due eroi poteva essere sfruttata decisamente meglio ed essere usata come pretesto per inserire una modalità co-op, ma l’opportunità è stata persa ed anzi ha evidenziato le criticità in fatto di intelligenza artificiale. Il cuore del titolo è un mix fra più generi abbastanza riuscito, grazie alla combinazione di esplorazione, costruzione e difesa, ma ciò nonostante la presenza di tanti piccoli passi falsi mette in ombra anche quei pregi che avrebbero potuto rendere Mars or Die! un’esperienza più piacevole.

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