Kotaku elegge le 6 delusioni del 2020 (e ci finiscono dentro anche PS5, Nintendo e Ubisoft)

Il noto sito dedicato ai videogiochi ha scelto sei cose da dimenticare del 2020 videoludico

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

La fine dell'anno è il momento dei bilanci e non sempre ci si concentra solo sulle cose positive, ma può valere la pena evidenziare anche quelle negative: è la scelta del noto sito Kotaku, che ha deciso di nominare le sei delusioni dell'anno videoludico, citando episodi spiacevoli del nostro medium preferito – che vanno dalle discussioni della community a vere e proprie mosse sbagliate dell'industria. Vediamo di seguito le loro scelte.

Il rinvio di Halo Infinite

Nei momento bassi dell'anno Kotaku inserisce anche il rinvio di Halo Infinite al 2021, con le tante polemiche relative alla sua presentazione non all'altezza di qualche mese fa, con l'evento Microsoft di luglio. Fu il momento in cui nacque il meme di Craig the brute: 343 Industries e la casa di Redmond hanno deciso di rinviare il gioco in risposta alle critiche, a ottobre c'è stato l'addio di uno dei director ed è stato reso noto che bisognerà aspettare fine 2021 per mettere le mani su Halo Infinite.

Tutto questo finisce nella selezione di Kotaku per il senso di confusione dato dal tutto – con l'annuncio in grande stile sul palcoscenico digitale che sembra essere stato ciò che serviva per rendersi conto che il gioco aveva bisogno di più tempo.


Il delirio del lancio next-gen

Kotaku lo ha scritto in modo molto chiaro: «comprare una console next-gen è uno schifo». Il lancio di PS5 e Xbox Series X è infatti seguito all'istante dai problemi di scorte e, come se questi non fossero abbastanza – in un anno come il 2020 – ecco che sono intervenuti anche i bagarini che hanno reso la situazione ancora più surreale, acquistando ogni console che riuscivano a trovare per rivenderla a prezzo maggiorato.

Sono passati quasi due mesi dal lancio delle due console e, ancora, sono entrambe praticamente introvabili ovunque, con il loro debutto che praticamente è stato fantasma e la stragrande maggioranza degli utenti che non può, nemmeno volendo, passare alla nuova generazione. A meno, certo, di non partecipare ad assurde code digitali da 80mila persone che porteranno a una pagina di errore perché i bagarini sono stati più veloci.


Cyberpunk 2077

Probabilmente questo inserimento in classifica non ha bisogno di molte spiegazioni. Dopo il crunch per il suo sviluppo, i rinvii continui per la sua uscita, l'edizione console tenuta nell'ombra e adesso la rimozione da PlayStation Store e la class action di alcuni investitori, Cyberpunk 2077 è una delle cose andate sicuramente più storte di tutto il 2020, a mani basse.


Nintendo che fa la guerra ai fan

Kotaku ha evidenziato che, anche nel 2020, Nintendo ha continuato a tenere i riflettori puntati sulle iniziative dei fan che coinvolgono le sue proprietà intellettuali. Ecco che così ha cancellato diversi progetti fan-made, dagli spin-off ai tributi, facendo anche saltare un torneo fan-made dedicato a Super Smash Bros. Ultimate e uno a tema Splatoon 2. Inoltre, evidenzia Kotaku, la grande N ha anche interrotto l'iniziativa che realizzava dei Joy-Con personalizzati per devolvere i fondi a un ente per la prevenzione del suicidio.

Nintendo, insomma, non ammette l'utilizzo di sue proprietà intellettuali per iniziative personali di qualsiasi tipo – e il 2020 non ha fatto eccezione.


Lo schifo che ha circondato The Last of Us - Part II

The Last of Us - Part II è un videogioco che non vuole farvi sentire a vostro agio. Mai. Parla di quanto sia spaventoso scoprire di essere umani, molto più di quanto ci si vorrebbe concedere, e già questo ha fatto storcere il naso ad alcuni esponenti rumorosi del pubblico. C'è però di più.

Il gioco, rinviato, rimbalzato da qua a là nel calendario, è uscito dopo mesi di crunch che sono ben noti agli addetti ai lavori, ma quello che ha fatto seguito alla release (ma anche ciò che l'ha preceduta) è stato parimenti imbarazzante – se non di più. Alcuni contenuti del gioco sono stati svelati anzitempo, con spoiler titanici e prese di posizione da parte dei giocatori che non avevano ancora messo un dito sul titolo. Fin da prima dell'uscita, così, ci sono stati dei gruppi che si sono organizzati per insultare gli autori, gli scrittori, gli attori che hanno interpretato i protagonisti, la stampa che ha apprezzato il lavoro di Naughty Dog, i temi politici trattati nel gioco.

The Last of Us - Part II è così diventato un campo di battaglia, un videogioco che parla della violenza e dell'istintività stupida degli esseri umani che è finito circondato da violenza verbale e da istintività stupida degli esseri umani. «Quando è che le cose sono diventate così brutte?» si chiede Kotaku. «In generale, un bel po' di tempo addietro, ma per questo gioco probabilmente dopo il leak di quei contenuti che sono stati usati per lamentarsene».

Secondo i colleghi, tutto quello che ha circondato l'uscita di The Last of Us - Part II è stato, semplicemente «un'orribile messa in mostra dei peggiori trend nella community del gaming.»


La situazione di Ubisoft

Se c'è una compagnia che ha avuto un 2020 difficile, secondo quanto afferma Kotaku, quella sicuramente è Ubisoft. La casa francese è saltata di scandalo in scandalo, quando sono emerse le denunce di molestie e abuso sul posto di lavoro che hanno portato il CEO Yves Guillemot a chiedere scusa per il comportamento delle persone accusate e che hanno portato a un repulisti dell'azienda.

Il plenipotenziario Serge Hascoet è così finito fuori da Ubisoft, il creative director di Assassin's Creed Valhalla è saltato prima che il gioco uscisse e il 25% dei dipendenti ha risposto di aver assistito (o di essere stato vittima) a molestie e comportamenti inappropriati sul posto di lavoro in Ubisoft.

Non è tutto: nel corso dell'anno, la casa transalpina del videogioco ha fatto discutere quando è emerso che sceglieva di non includere delle protagoniste in Assassin's Creed perché «le donne non vendono», causando dei sollevamenti interni tra il team di sviluppo che voleva questi personaggi e il management che li bocciava perché commercialmente inutili.

E, ad aggiungersi, c'è il caso Black Lives Matter, con qualcuno che ha ben pensato di inserire il logo del movimento in un gioco mobile della serie Tom Clancy, causando ulteriori polemiche che hanno coinvolto la compagnia francese.

Se volete portare a casa The Last of Us - Part II potete farlo a questo link. Se cercate Cyberpunk 2077 lo trovate qui a un prezzo speciale.