Immagine di Grow: Song of the Evertree | Recensione - Tra fantasy e Animal Crossing
Recensione

Grow: Song of the Evertree | Recensione - Tra fantasy e Animal Crossing

A metà tra un fantasy e Animal Crossing, in Grow: Song of the Evertree dovremo imparare a creare e gestire nuovi mondi nati su un albero gigantesco.

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Grow: Song of the Evertree
Grow: Song of the Evertree
  • Sviluppatore: Prideful Sloth
  • Produttore: 505 Games
  • Distributore: 505 Games
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Avventura , Simulazione
  • Data di uscita: 16 novembre 2021

Circa un mese fa avevamo avuto l’occasione di provare Grow: Song of Evertree, il nuovo titolo del team australiano chiamato Prideful Sloth. Il gioco mira a essere una sorta di alternativa dei vari Animal Crossing o Stardew Valley, quei simulatori di vita dove il ritmo di gioco è più compassato e il gameplay ha come obiettivo quello di rilassare il giocatore e lasciare che vada avanti con i suoi tempi senza mettergli fretta.

Finalmente ci siamo trovati di fronte alla versione completa di Grow, che è disponibile dal 16 novembre oltre che su PC, dove è avvenuta la nostra prova, anche su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch. Nonostante il titolo voglia inserirsi in un genere che ha già i suoi capisaldi, come il già citato Animal Crossing e molti altri, non vuole essere semplicemente un clone dei suoi predecessori, e anzi fa di tutto per provare a dimostrare di avere un suo carattere ben definito in grado di lasciare il segno su chi deciderà di dargli fiducia.

Il potere dell’alchimia

Nella precedente prova di Grow: Song of the Evertree avevamo potuto giocare il lungo tutorial andando poco oltre. Il titolo è indubbiamente lento a partire, ma nelle prime due ore ci tiene a istruire il giocatore non soltanto sulle meccaniche fondamentali del gameplay, ma anche sulla lore – che è molto più articolata di quanto sembri, ed è necessaria anche per comprendere le future azioni del giocatore.

All’inizio ci sarà chiesto di creare il nostro avatar sfruttando un menu con diverse possibilità di scelta. Anche se non troveremo la pettinatura o il vestito giusto non c’è da disperare: infatti, andando avanti con il gioco potremo cambiare gran parte dell’abbigliamento e dell’aspetto del nostro personaggio grazie agli oggetti cosmetici che troveremo in abbondanza.

Grow: Song of the Evertree ci mette nei panni dell’ultimo alchimista dell’ordine del Cuore Eterno. In un lontano passato, infatti, l’umanità alla ricerca della fonte del Canto, una forza in grado di risuonare in tutto l’universo, trovò l’origine di questo magico potere proprio nel maestoso Albero Eterno.

Ben presto ai piedi dell’albero si creò una città vivace e piena di vita che prese il nome di Alaria, composta non soltanto da esseri umani, ma anche da razze provenienti da varie parti dell’universo. Grazie alla magia dell’Albero Eterno molti impararono a utilizzare l’alchimia, un potere in grado di creare qualsiasi tipo di oggetto utilizzando le essenze presenti in ogni cosa esistente. Si formarono però diversi gruppi di alchimisti, con alcuni più egoisti e votati solo al guadagno personale.

Esisteva invece un gruppo chiamato Alchimisti del Cuore Eterno, che fungeva da custodi del grande albero, e mantennero questo ruolo fino a quando un triste giorno il Canto improvvisamente si interruppe.

Con la fine del Canto anche l’armonia scomparì da Alaria e dai mondi esistenti sull’albero, dando piede libero a un oscuro male chiamato Avvizzimento. Con il tempo questo male oscuro che prese la forma di radici venefiche, occupò il suolo di Alaria, mettendo in fuga i suoi abitanti e rendendo il luogo inabitabile. Soltanto una persona ancora resiste, l’ultimo discepolo degli Alchimisti del Cuore Eterno, e questa persona è proprio il nostro protagonista.

Grazie ai suoi due aiutanti, Rambicco e Manuala, letteralmente un alambicco e un libro parlante, il nostro eroe personalizzato dovrà trovare un modo per far tornare l’Albero Eterno ai fasti di un tempo grazie al potere del Canto che si scoprirà, proprio durante il tutorial, essere una delle abilità uniche del nostro protagonista.

Relax creativo

Superate le prime due ore di tutorial, Grow: Song of the Evertree entra nel vivo dell’azione dividendoci tra due fronti egualmente importanti e complementari: la gestione della nostra rinata cittadina e la cura dei vari mondi creati dai semi. In questi ultimi dovremo fare le classiche attività di un simulatore di vita, come ad esempio strappare erbacce, piantare semi e annaffiarli, trovare minerali e altri oggetti e via così.

Non potremo però dedicarci ore e ore a un singolo aspetto del gioco perché nel gioco ci sarà un ciclo giorno/notte da rispettare, e dovremo necessariamente tornare a casa a riposarci, utilizzando il nostro fido compagno animale, in grado di volare, per spostarci rapidamente da una zona dell’albero all’altra.

Ogni giorno dunque dovremo decidere come gestire il tempo in base anche alle nostre priorità e missioni. Manuala terrà conto di tutti i vari obiettivi e quest da compiere al suo interno, in un pratico e comodo menu. Il bello di Grow: Song of the Evertree è che, anche quando ci saranno molti compiti in ballo, il titolo non ci metterà mai fretta e ci permetterà di completare tutto con i nostri tempi permettendoci di dare la priorità a quello di cui avremo voglia.

Fondamentalmente ci troveremo dunque a gestire i vari mondi creati grazie alla nostra alchimia, curandoli dai mali dovuti all'Avvizzimento. Qui potremo compiere azioni piuttosto tipiche di questo genere di giochi, come bonificare i terreni per poi piantare nuovi alberi e piante, curare gli animali colpiti dall’Avvizzimento, raccogliere frutta e verdura nata dal nostro duro lavoro, raccogliere minerali e altri materiali e molto altro.

Avremo un set di strumenti iniziali che ci serviranno per i compiti base, e andando avanti con l’avventura questi si espanderanno, anche se soltanto leggermente e senza nessun nuovo compito realmente originale o innovativo. Non mancheranno poi alcuni capisaldi di questo genere di titoli, come la pesca e la caccia agli insetti.

Quando invece saremo nella nostra città, il titolo mostrerà il suo lato maggiormente gestionale. Gli edifici saranno infatti posizionati direttamente da noi sui terreni edificabili, e potremo decidere se dare priorità a un maggior numero di case per gli abitanti o di negozi e strutture pubbliche. Facendo retrocedere l’Avvizzimento, sbloccheremo infatti aree per ampliare la nostra città sempre nuove attirando anche nuovi abitanti. Quelli che vorranno stabilirsi da noi chiederanno di avere una casa e anche un lavoro, starà a noi soddisfarli in modo che diventino parte utile della comunità.

L’aspetto principale da tenere a mente della nostra città è l’armonia, con il grado di contentezza dei nostri abitanti. Mantenere alto questo valore contribuirà all’espansione della città, più abitanti avremo e più sarà complesso accontentare tutti. Per farlo dovremo costruire strutture fatte per rilassarsi e divertirsi, come i giardini pubblici o un parco dei divertimenti.

A volte ci verrà anche chiesto di compiere delle semplici quest per determinati abitanti, che di solito si risolvono semplicemente nel trovare un oggetto da regalare o donando un nuovo look. L’espansione della città, e tutto ciò che ne consegue, è legata anche alla lore del gioco e al compito principale del nostro protagonista, che è appunto far tornare Alaria ai fasti di un tempo e sconfiggere una volta per tutte l’Avvizzimento. Questo avverrà automaticamente con l’espansione di Alaria, ma ciò non vuol dire che il gioco avrà una vera e propria fine: infatti, sarete sempre liberi di gestire la città e i mondi sull’albero a vostro piacimento.

Gestire un mondo

La caratteristica più interessante di Grow: Song of the Evertree è la possibilità di creare dei Semi di Mondo, degli speciali oggetti che, una volta piantati sull’Albero Eterno, daranno vita a un mondo unico da esplorare. Questo avverrà tramite il potere dell’alchimia e più precisamente utilizzando le Essenze.

Queste si trovano in ogni oggetto, che potrà essere scomposto tramite l’aiuto di Rambicco. Selezionando diverse Essenze potremo poi creare un nuovo mondo, e dobbiamo ammettere che la varietà è piuttosto ampia. Sono tante le possibili ambientazioni che potranno nascere da un seme: si va da classici paesaggi desertici, ghiacciati o di verdi foresti, ad alcuni più strani e quasi alieni, come un mondo ricoperto da una strana sostanza vischiosa o un altro dove le pietre hanno gli occhi. Non saprete mai fino all’ultimo cosa troverete in un determinato mondo, e sarete invogliati a sperimentare il più possibile.

L’unica pecca è che l’effetto sorpresa finisce presto quando poi ci ritroveremo a compiere sempre le stesse azioni per ogni mondo. La varietà di gameplay alla lunga infatti diventa stagnante dando vita a una sensazione di ripetitività profonda. Gli sviluppatori hanno inserito qualche piccola variante al gameplay oltre alla gestione della città e alla cura dei mondi, come ad esempio dei semplici dungeon da esplorare.

Non esistono i combattimenti all’interno di Grow: Song of the Evertree, ma qui potrete affrontare alcune fasi platform o dei semplici enigmi. Idea carina, ma applicata in modo molto semplicistico e che non riesce a dare quella varietà che servirebbe al gioco nelle fasi avanzate. Ovviamente la ripetitività di certe azioni dipende anche dal tipo di giocatore. Per alcuni infatti, abituati a questa tipologia di titoli, potrebbe anche non pesare troppo il dover strappare erbacce e piantare nuovi semi di volta in volta.

Tecnicamente il titolo ha una buona art design: i mondi da esplorare riescono a offrire dei bei paesaggi, quasi da cartolina, grazie anche a dei colori molto brillanti e vivaci, che rendono le ambientazioni luminose e allegre. Grow, però, non è chiaramente realizzato con il budget di un tripla A, e mostra il fianco per quanto riguarda i modelli dei personaggi, molto ingessati, e le animazioni, legnose e poco naturali. Grazie alle basse necessità tecniche, il titolo funziona bene anche su un PC di fascia non troppo alta, come quello su cui è avvenuta la nostra prova.

Versione recensita: PC

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Voto Recensione di Grow: Song of the Evertree - Recensione


7.3

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • La meccanica di creazione dei nuovi mondi è ben gestita

  • Se amate questo tipo di giochi saprà come rilassarvi

  • Una buona alternanza tra la fase gestionale della città e la cura dei mondi...

Contro

  • ...ma alla lunga la ripetitività delle azioni si fa sentire

  • Modelli e animazioni dei personaggi non eccellenti

Commento

Grow: Song of the Evertree è un titolo che riesce a inserirsi all’interno dei simulatori di vita in maniera più che buona. Chiaramente ci sono ancora molte incertezze sia nel gameplay, dove bisogna variare maggiormente le attività e i ritmi di gioco, che a livello tecnico, ma tutto sommato il lavoro svolto dagli sviluppatori di Prideful Sloth saprà sicuramente appassionare più di un amante di questo genere di titoli.
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