Immagine di Goat Simulator 3 | Recensione - Un'esilarante messa a nudo degli open world
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Goat Simulator 3 | Recensione - Un'esilarante messa a nudo degli open world

Beeeee, non lo fai un altro open world, industria dei videogiochi?

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Informazioni sul prodotto

Immagine di Goat Simulator 3
Goat Simulator 3
  • Sviluppatore: Coffee Stain Studios
  • Produttore: Koch Media
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5
  • Generi: Azione
  • Data di uscita: 17 novembre 2022

Ho riso, mentre vi vedevo discutere qua e là delle nomination al GOTY per i The Game Awards.

Non tanto perché ogni anno si discute delle stesse cose nello stesso esatto modo, nello stesso esatto momento, con le stesse esatte ragioni in tasca agghindate da oggettività e idealmente pure degli stessi giochi che cambiano qualcosina qua e là senza reinventare la ruota, ma perché nel frattempo stavo giocando Goat Simulator 3.

E, proprio come ci si aspetterebbe ed ereditando la vena del suo (unico) predecessore, il nuovo titolo firmato da Coffee Stain è una demenziale parodia di quei videogiochi che sono il biglietto da visita per il medium. Così, se il primo Goat Simulator aveva messo insieme tutto l'assurdo che anima l'industria, tra bug allucinati e allucinanti, ragdoll esagerati e una quantità di buchi così enorme da diventare ilare, ecco che Goat Simulator 3 (lo trovate su Amazon) fa la stessa cosa rivolgendosi con leggerezza e una pervasiva idiozia all'universo degli open world.

Il risultato, pur mancando di quel senso di prima volta che non si scorda né si ripete mai – nemmeno quando sei una capra che si gratta il sedere strisciandolo per terra mentre incorna un passante – fa ancora una volta e per larghi tratti sbellicare dalle risate. Ma pure un po' riflettere.

Il mio open world è più grande del tuo

Goat Simulator 3 non risparmia niente ed è dissacrante fin dai suoi primi momenti, che non intendiamo spoilerarvi. Basta muovere i primi passi nei panni di una capra, però, per rendersi conto che lo sbeffeggiamento degli open world che si prendono così sul serio è continuo e divertentissimo.

La bussola in stile Skyrim, le torri da scalare senza alcun senso come in Assassin's CreedFar Cry che sincronizzano la mappa, gli NPC assolutamente inutili messi là per fare numero e soprattutto missioni primarie e secondarie senza capo né coda, che si incontrano nell'ampia mappa suddivisa per regioni e fanno il verso ai videogiochi un tanto al chilo, dove il publisher vive con il righello in mano per scoprire chi ha la longevità più lunga e gridarlo ai quattro venti appena è certo che sia la sua.

Tutto in Goat Simulator 3 è pensato per prendervi in contropiede e strapparvi una sonora risata – e più conoscerete i videogiochi (e non solo quelli) più saranno le chicche e le vette di impareggiabile imbecillità che riuscirete ad apprezzare all'interno di un'opera che, ancora una volta, è bravissima a vestirsi di una leggerezza e un nonsense che indossa in modo unico.

La mappa più ampia riprende così l'anima sandbox del predecessore: si apprendono rapidamente tutti i gesti in cui la vostra capra può esibirsi – dal saltare a leccare gli oggetti per tirarseli dietro – e ci si scatena a fare tutto quello che si vuole. Perfino a guidare i veicoli, sì, perché se dobbiamo prendere in giro tutti, prendiamo in giro anche il mostro sacro Grand Theft Auto senza girarci nemmeno troppo attorno.

Da lì, si apre il solito turbinare di salti assurdi, incornate, fisica ai limiti di quanto consentito in questa atmosfera e spaccare tutto quello che si può spaccare. Goat Simulator 3 è esagerato, stupido e divertente in praticamente tutte le cose che prova a fare – perfino quando vi chiederà di salvare dall'annegamento un certo Steve e, quando vi tufferete per trarre in salvo un uomo accanto a voi che fatica a galleggiare, noterete che avete sbagliato, perché quel tizio si chiama Non-Steve.

Il gioco è pieno di messe in scena dell'assurdo di questo tipo, dai negozi che si fanno beffe di Ikea a passanti che fanno selfie in momenti assolutamente fuori di testa come se niente fosse, e sostituisce al vecchio sistema di trick e punteggi stile Tony Hawk uno in cui accumulate punti karma per ogni delirio compiuto.

I trick ci sono ancora, ovviamente, e potete completarli consultando l'apposito menù degli Istinti, ossia quelle cose che sentite il bisogno di fare perché, beh, siete delle capre. Completando gli istinti si accumulano a loro volta dei punti, che sia perché avete fatto un salto triplo, perché avete leccato non vogliamo nemmeno ricordare cosa, o perché avete ruzzolato sulla vostra schiena per grattarvi beatamente mentre il mondo andava in fiamme a causa vostra.

Questi punti vi servono a sbloccare nuovi equipaggiamenti – uno più cretino e insensato dell'altro, ovviamente – e ad andare avanti nella "storia", rivelando nuovi segreti (!) nel Castello delle Capre da cui proviene la vostra nobile stirpe.

La verità è che vi fregherà ben poco di sbloccare tutto questo e non farete altro che correre qua e là per la mappa alla ricerca della prossima follia da compiere. E va benissimo così.

Chi non bela in compagnia o è ladro o spia

Già l'originale Goat Simulator, quando giocato in compagnia di un'amica o chi per lei, diventava ancora più divertente, perché si rideva insieme delle gesta assurde compiute tra un belato e l'altro. A tal proposito, Coffee Stain ha introdotto una modalità multiplayer che vi permette di giocare – in locale o con la vostra lista amici online, per quello che abbiamo visto – fino a un massimo di quattro capre contemporaneamente.

E potete solo immaginare che tipo di delirio si scateni su schermo. Al di là della distruzione senza senso, l'accento è posto su una serie di mini-giochi sparsi per la mappa e fuori di testa, a partire da quello che fa il verso a Rocket League.

Come potete immaginare, il risultato è esilarante e sebbene – un po' come in tutto il gioco – alcune trovate facciano ridere molto più delle altre, condividere l'esperienza in Goat Simulator 3 mette addosso quel senso di assurdità che richiama un po' Fall Guys, dove ogni cosa può succedere perché è tutto privo di senso, esagerato e senza regole.

Non stupitevi, allora, quando dopo aver attaccato un passante arriverà magari un poliziotto che tenterà di ammanettarvi per tutte e quattro le zampe e portarvi via. Niente schermate WastedBusted, però: liberarsi, per la nostra eroica capra – del tutto personalizzabile in colori, accessori e abbigliamento – sarà facile come belare e per vendicarvi potrete sempre rubare la macchina della polizia e iniziare a correre via a sirene spiegate. Perché? Beh, come dice lo slogan del gioco... perché no?

Beeeeeeella la fisica

I videogiochi, nel tentativo di farci immergere nei loro mondi virtuali, prendono straordinariamente sul serio il tentare di avere una simulazione della fisica. I corpi si muovono in modo credibile, complice il motion capture. E, soprattutto, reagiscono in modo credibile: che sia volando fuori da un'auto in un incidente in GTA (anche se qui ci sarebbe da discutere) o prendendo addosso una fucilata che sbalza via il malcapitato.

Ecco: come già l'originale, Goat Simulator 3 non fa niente di tutto questo. Essendo nato da un'idea di assoluta leggerezza con il primo episodio, anche questo erede esagera in tutto quello in cui si poteva esagerare. Ecco allora che le vostre vittime volano nell'iperuranio dopo un'incornata, che le macchine si guidano senza avere il minimo peso, che rimbalzare su un trampolino vi fa scavalcare un palazzo e che potete grindare sui cavi dell'alta tensione con uno stile che tutte le altre capre vi invidieranno.

Dal punto di vista tecnico, è tutto volutamente e orribilmente sbagliato – ma a soffermarci sull'aspetto tecnico, in questo caso, parliamo davvero di lana caprina (oggi mi sento molto in vena di idiozie, sì, ndr). Ed è ancora più assurdo che il mondo di gioco sia pure bello da vedere, perché ben caratterizzato e ricco di dettagli che si compenetreranno a ogni occasione possibile, si attorciglieranno ed esibiranno dei movimenti ragdoll che potrebbero togliervi il sonno per quanto sono semplicemente brutti.

Insomma, non è stato rifinito tutto al dettaglio (volutamente), ma è comunque un open world, è enorme e pieno di secondarie assolutamente inutili che allungano il brodo! Non è forse quella la formula del successo per un videogioco, dato che la si compra di continuo?

Versione recensita: Xbox Series X

Voto Recensione di Goat Simulator 3 - Recensione


7.7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Una dissacrante ma ilare parodia dei videogiochi così come li conosciamo

  • Pieno di trovate che sanno strappare un sorriso

  • Sembra assurdo dirlo, ma è più grande e più profondo del precedente, proprio come i giochi che prende in giro

  • La mappa è strapiena di una quantità soverchiante di cretinate da scoprire e di minigiochi da affrontare in multiplayer

Contro

  • Manca del senso di incredula sorpresa garantito dal primo Goat Simulator

  • Se giocate da soli, perde qualcosa

  • Alcune trovate sono molto meno brillanti di altre

Commento

Goat Simulator 3 non può contare sulla stessa freschezza demenziale del suo capostipite, ma mantiene intatta la sua vena dissacrante puntando le corna contro quegli open world che si prendono un po' troppo sul serio e che infiocchettano e rivendono ancora, ancora e ancora lo stesso pacchetto, dove il passare delle ore conta più del come le si trascorra. Il risultato è un videogioco-parodia che innesca delle sane risate per il suo fare bonariamente il verso ai mostri sacri dell'industria, ricalcandone gli schemi per riempirli di non-sense e farvi domandare, tra una sghignazzata e l'altra, se alla fine della fiera la capra fessa non siamo invece noi, che ci ricompriamo e rigiochiamo sempre la stessa cosa.
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