Recensione

Goat Simulator

Avatar

a cura di LoreSka

Goat Simulator è uno scherzo, una barzelletta se vogliamo. Quando Goat Simulator venne annunciato, era un progetto videoludico senza alcuna pretesa. Un paio di persone in Svezia ebbero l’idea di creare un gioco basato sulla cosa più stupida che gli venisse in mente, e così nacque un simulatore di capre, un gioco in cui non si fa nulla se non prendere a testate le cose, leccarle, grattarsi il sedere per terra e creare scompiglio.
Passarono appena pochi giorni, e Goat Simulator iniziò a popolare i social network. Il gioco passò dallo stato di burla sconclusionata a quello di meme, e quelli di Coffee Stain Studios – già creatori dell’ottimo Sanctum – colsero la palla al balzo trasformando il progetto in qualcosa di più concreto. Così, Goat Simulator diventò un ossimoro: uno scherzo serio. Non è detto, però, che questa contraddizione innata sia qualcosa di sbagliato. Al contrario: Goat Simulator è un gioco che tra una grattata di deretano e l’altra, ha qualcosa da dire. Il tutto facendoci letteralmente sbellicare dalle risate.
Lo strato superiore: la capra
Partiamo dallo strato superiore del gioco: la capra. In effetti Goat Simulator non è un simulatore, di capre. Si tratta di un gioco le cui meccaniche ricordano quelle dei giochi di skateboard del passato, in cui si potevano concatenare dei trick per aumentare un moltiplicatore e ottenere dei punteggi record. Il problema è che, al posto del Tony Hawk di turno, in Goat Simulator c’è una capra. I punteggi si ottengono dunque compiendo le azioni che una capra sa fare: saltare, leccare, prendere a testate le cose, scalciare e in generale rompere le cose. Più che un gioco di skate, dunque, Goat Simulator è una versione ovina di Rampage, in cui bisogna mettere a soqquadro la città per ottenere il massimo punteggio.
Gli sviluppatori hanno prevedibilmente esagerato il risultato delle azioni della capra, cosicché una semplice testata può fare esplodere un intero distributore di benzina, scaraventare un umano a diversi metri di distanza o smuovere giganteschi massi. La fisica in Goat Simulator sembra fregarsene delle leggi che governano il mondo reale, e la cosa si traduce in alcune situazioni assurde che ci spingono a tentare delle azioni completamente irrazionali. Potremmo dire che Goat Simulator ci spinge a pensare come una capra, mettendoci di fronte a domande esistenziali del tipo “chissà che cosa succede se prendo a testate quella cosa lì?”. In questo senso, pur non comprendendo i misteri dell’intelligenza caprina, riusciamo a intravedere il perché del “Simulator” nel titolo.
Lo scopo del gioco consiste nell’ottenere il massimo punteggio e nello sbloccare una serie di obiettivi di difficoltà crescente, i quali tuttavia non richiederanno più di due o tre ore di gioco per poter essere completati. All’interno del gioco c’è una modalità Time Trial, che consente al giocatore di tentare di realizzare il massimo punteggio possibile in un minuto. L’intera esperienza di gioco è intrisa di classifiche online e statistiche confrontabili, che permettono di aggiungere una buona dose di sfida.
Il vero divertimento in Goat Simulator, però, si riscontra nei frequenti e – spesso – assurdi easter eggs di cui il gioco è disseminato. Ce ne sono diversi, e spaziano da alcuni luoghi della mappa davvero inaspettati fino ad alcuni avvenimenti scriptati. Così, Goat Simulator ci rivela luoghi come il palazzo del re delle capre, un pentacolo dove realizzare sacrifici umani per trasformarsi in un caprone satanico, o persino lo spazio a seguito di un rapimento alieno. Alcuni di questi luoghi si sbloccano attraverso semplici meccaniche puzzle, mentre in altri casi è sufficiente esplorare la mappa di gioco, rivelatasi piuttosto piccola ma densa di segreti.
Lo strato sottostante: la critica
A un’analisi più approfondita, Goat Simulator è una parodia. O, forse, è una critica a una certa serie di giochi spuntati come funghi in seguito al boom della distribuzione digitale. Provate a digitare in Steam la parola “Simulator”: scoprirete quasi seicento articoli tra giochi e DLC. Considerando che il catalogo di Steam ha circa 10.000 prodotti, un buon 6 percento dell’intero catalogo è costituito da simulatori e affini. È evidente che c’è stato un vero e proprio boom, che ha spesso portato alla realizzazione di giochi dalla qualità dubbia e che, forse, si sono presi un po’ troppo sul serio. Armin Ibrisagic e gli altri co-creatori del gioco devono averla pensata allo stesso modo, perché Goat Simulator è l’archetipo di tutti questi giochi: brutto, inutile, fatto da gente pigra e con poche idee. E, soprattutto, pieno zeppo di problemi tecnici.
Il punto è che, poiché Goat Simulator fa di tutto tranne che prendersi sul serio, riesce a compiere il miracolo di trasformare un gioco potenzialmente orribile in qualcosa di incredibilmente divertente. Così, le compenetrazioni poligonali diventano parte del divertimento, fare crashare il gioco diventa un achievement per Steam, le animazioni sbagliate aggiungono ulteriori risate e il ragdoll è addirittura una meccanica. Insomma, Goat Simulator prende quanto c’è di brutto nei videogiochi – in particolare in quelli dilettanteschi o poco curati – e lo fa suo, trasformandolo in qualcosa che non avremmo mai pensato potesse essere così piacevole.
Questo è il classico gioco in cui il divertimento raddoppia quando si è in compagnia, e in cui osservare le cretinate fatte dai propri amici può portare a veri e propri momenti in cui si ride con le lacrime agli occhi. Perché quando crederete di avere visto la cosa più assurda, Goat Simulator vi sorprenderà con un’altra dose di assurdità.
Lo strato più profondo: la community
Il cuore pulsante di Goat Simulator è dato dalla community. Oltre alle già citate classifiche online, il gioco supporta Steam Workshop, e gli sviluppatori hanno messo a disposizione i codici sorgente del gioco che consentiranno di creare centinaia di mod. Già prima del lancio qualche buontempone ha usato Goat Simulator per costruire un flipper a tema capre, e crediamo che nel giro di qualche giorno la rete si popolerà di mod di ogni tipo. Speriamo aggiungano altri versi di capra, perché gli urli da cantate di death metal inclusi nel gioco non ci bastano.
Su Youtube il gioco è già un fenomeno, con centinaia di video di gameplay che spopolano su tutti i più popolari canali e che, probabilmente, continueranno per i prossimi mesi. Non vi è dubbio che, da questo punto di vista, Goat Simulator è già un profondo successo.

– Il miglior simulatore di capre sul mercato

– Si ride tantissimo

– Splendidi easter egg

– Community molto attiva

– A volte fa venire il mal di mare (o di capra)

– Al momento povero di contenuti

8.0

Goat Simulator è una gigantesca, enorme, rumorosa, buggatissima puttanata. Ma, al contempo, è anche un gioco che sa farci ridere a crepapelle, e che riesce sorprendentemente a comunicare un messaggio con intelligenza. La community, con ogni probabilità, darà vita lunga a questo gioco. Inoltre, Goat Simulator sarà probabilmente ricordato come il primo titolo a farsi parodia di un’industria, e per questo motivo meriterà di certo una menzione in un’ipotetico libro di storia dei videogames. Siamo seri quando vi diciamo che il gioco merita di essere acquistato. Lo siamo stati un po’ meno quando abbiamo deciso di assegnare al gioco il massimo punteggio. Ma chissenefrega, è il primo di aprile.

Voto Recensione di Goat Simulator - Recensione


8