Director di Days Gone al vetriolo su Ghost of Tsushima: "quei numeri a noi fatti percepire come un fallimento"

Jeff Ross, director di Days Gone, ha commentato le vendite di Ghost of Tsushima con stizza, in riferimento a come le ha comunicate Sony.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Sono sempre di più le nubi che si addensano sul destino di Days Gone. L'esclusiva PlayStation sviluppata da Sony Bend che ha debuttato nel 2019, infatti, negli scorsi mesi era stata al centro di molte chiacchiere nella community dei videogiocatori, quando era emerso che un sequel non fosse nei progetti di Sony – con il creative director John Garvin che aveva affermato che il gioco fosse stato penalizzato dai fan che non erano stati disposti a comprarlo a scatola chiusa e a prezzo pieno.

Qualche tempo dopo, era intervenuto sulla questione anche il director Jeff Ross, che aveva rivelato alcune idee già in essere per il sequel poi naufragato, che includevano anche un multiplayer in cooperativa.

Ed è proprio Ross a essere tornato sull'argomento in queste ore, dopo che Sony Interactive Entertainment ha comunicato con giubilo i risultati raggiunti sul mercato dal suo Ghost of Tsushima, che ha raggiunto 8 milioni di copie.

Secondo Ross, infatti, la compagnia non avrebbe mostrato lo stesso entusiasmo per i risultati commerciali del suo Days Gone, con il management locale di Sony Bend che avrebbe anzi fatto percepire i traguardi raggiunti in termini di vendite come un fallimento.

Secondo il director, che ha lasciato Sony:

«Al momento in cui ho lasciato Sony, Days Gone era uscito da un anno e mezzo (e un mese) e aveva venduto 8 milioni di copie. Da allora ha continuato a vendere e ha venduto più di un milione di copie su Steam. Il management dello studio locale ci ha sempre fatto sentire come se la cosa fosse una grossa delusione».

Dal punto di vista di Ross, quindi, nonostante risultati commerciali affini (Tsushima è uscito a luglio 2020), Sony Bend sarebbe stata in qualche modo demotivata dalla considerazione dei manager dello studio, che avrebbero a suo dire ritenuto deludente la risposta del mercato per la nuova IP.

Quando nei commenti al suo tweet un lettore ha chiesto a Ross se si riferisse al management di Bend, o a piani più alti di Sony Interactive Entertainment, l'ex director scrive «sicuramente locale. Non so che tipo di pressioni ricevessero dall'alto».

Un altro giocatore ha evidenziato il fatto che probabilmente a influenzare la valutazione di Sony siano state anche alcune recensioni non esattamente entusiastiche avute dal gioco, con anche il creative director che in effetti sottolineò qualche tempo fa il coinvolgimento della media Metacritic nella polemica.

A oggi, Days Gone ha una media Metacritic di 71/100 su PS4 e di 76/100 su PC. Su SpazioGames il nostro Domenico Musicò assegnò al gioco una valutazione di 8,8/10, mentre Paolo Sirio assegnò alla versione PC un punteggio di 8/10 in virtù di alcune peculiarità del porting.

In merito alle valutazioni nelle recensioni, Ross si è limitato a commentare «sì, la stampa non ha aiutato il nostro caso». Senza entrare nel profondo della questione in quella che è una semplice notizia che riporta i fatti senza scorribande nelle opinioni personali, su SpazioGames ci siamo espressi numerose volte con contrarietà a fronte dell'uso della media voto delle recensioni di un aggregatore come unità di misura della bontà di un lavoro svolto da uno sviluppatore – ancora di più quando questo finisce con l'influenzare i premi ottenibili dai dipendenti.

Ross, comunque, ha sottolineato che le problematiche avute dal team «riguardavano le vendite, non i voti delle recensioni».

Intervenendo anche in risposta a chi chiedeva se e come il gioco avesse incontrato problemi durante lo sviluppo, il director racconta:

«Lo sviluppo è stata una lunga fatica, ma eravamo un team piccolo che stava imparando come fare il suo primo gioco open world. Tenendo conto di tutto, è fantastico che siamo davvero riusciti a concluderlo».

Non c'è pace, per il momento, per l'Oregon di Deacon, anche se le recenti informazioni trapelate suggeriscono che chi è rimasto in Sony Bend stia lavorando a tutt'altro – con un possibile Days Gone 2 quindi spedito definitivamente in soffitta.

O, almeno, fino a contrordine.

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