Cyberpunk 2077 e Coronavirus, CD Projekt RED lavora da casa

L'emergenza COVID-19 ha imposto misure drastiche nel mondo del gaming

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a cura di Paolo Sirio

L’emergenza Coronavirus ha imposto misure drastiche nel mondo del gaming, non soltanto a livello mediatico – pensiamo alla cancellazione di eventi storici come l’E3 – ma anche e soprattutto sotto il profilo dello sviluppo, con intere compagnie costrette a chiudere le loro sedi fisiche e riorganizzare il lavoro da remoto per evitare di saltare scadenze strategiche.

L’ultima compagnia ad unirsi a questo trend è CD Projekt RED, software house polacca sulla bocca di milioni di giocatori per il successo di The Witcher 3: Wild Hunt e specialmente per l’attesissimo Cyberpunk 2077, atteso RPG shooter in prima persona previsto per il 17 settembre.

In un update fornito su Twitter, la casa europea ha spiegato di aver completato nella giornata di oggi lo switch completo dal lavoro fisico a quello in remoto, così da permettere ai propri impiegati di lavorare nella sicurezza delle loro case e ridurre al minimo necessario gli spostamenti che potrebbero metterne a rischio la salute.

CD Projekt RED ha assunto questo impegno cambiando e laddove necessario potenziando la sua infrastruttura telematica, così da garantire, presumiamo, lo spostamento di pesanti asset da un luogo all’altro lungo la rete ma anche la possibilità di continuare a testare Cyberpunk 2077 nella maniera appropriata.

cyberpunk 2077 johnny silverhand

Uno dei punti chiave dello sviluppo di un gioco di questa portata è infatti proprio la qualità del bug testing, processo che ha, si è vociferato a lungo, spinto insieme all’ottimizzazione del titolo al rinvio rispetto alla data precedentemente annunciata del 16 aprile.

Un processo nel quale la produzione si ritrova impegnata ancora adesso che Cyberpunk 2077 è già nelle mani delle agenzie territoriali che si occupano della classificazione dei videogiochi, come il PEGI e l’ESRB, e dal quale dovrà necessariamente uscire prima che arrivi settembre.