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RECENSIONE TECH

PowerA Fusion Pro 2 è il controller Xbox professionista, ma accessibile

Scopriamo da vicino il controller PowerA Fusion Pro 2 per Xbox, pensato anche per i giocatori su Series X e Series S.

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a cura di Paolo Sirio

Mano a mano che ci addentriamo nei cicli vitali delle console next-gen, e complice la retrocompatibilità delle nuove piattaforme con gli accessori delle precedenti, arrivano sul mercato numerose soluzioni per quanto riguarda i controller, tra cui quelli del produttore PowerA e in ultimo una nuova, rifinita versione: il Fusion Pro 2.

Questo nuovo controller implementa alcuni perfezionamenti rispetto al predecessore diretto, sia sulla base del feedback, sia in relazione all’evoluzione di Xbox con l’avvento di Series X e S, e si propone come idea relativamente abbordabile per i giocatori che abbiano voglia di un’esperienza personalizzabile sulla propria console.

Andiamo a vedere nel dettaglio di cosa si tratti, quali siano le differenze a confronto con il modello “capostipite” di questa serie, e se sia il caso, in definitiva, di pensarci per arricchire il parco periferiche sulle vostre Xbox One, Xbox Series X|S – e, perché no, su PC Windows 10, dove la compatibilità non è sempre scontata ma molto gradita.

Il controller

Impugnando il Fusion Pro 2 avrete immediatamente un’impressione di grande solidità: con i suoi 360 grammi (comprensivi del Pro Pack, di cui discuteremo a breve), è un controller massiccio che non ha un peso eccessivo ma restituisce quell’idea di prodotto premium fin dal grip, una delle rivisitazioni rispetto alla prima versione della linea.

L’impugnatura è infatti gommata a metà sul fronte, ovvero fino alla leva destra, e su tutto il posteriore con le ormai sempre più tradizionali texture a diamante. Questo consente di avere una presa particolarmente salda sul pad e al contempo, non andando ad invadere il resto del corpo, di non “rallentare” l’inserimento degli input sui tasti frontali con la gomma. Va notato come sul posteriore la gomma abbia una tendenza ad “imbiancarsi”, ovvero a sporcarsi, anche se non farete altro che tenere il controller appoggiato alla scrivania.

Tipico di PowerA, la confezione comprende anche una skin bianca con cui potrete cambiare in maniera rapida e intuitiva il colore del vostro Pro Fusion: l’attacco è estremamente semplice ma tenete presente che andrà a coprire il grip gommato a destra e sinistra, ragione per la quale non ci sentiamo di consigliarlo salvo non vi dovesse proprio andare a genio la colorazione originale o doveste abbinarla magari a Xbox Series S.

Nella confezione sono incluse pure due levette sostitutive: una prevede una soluzione convessa, nel caso preferiste uno stick più sporgente anziché quelli accomodanti per il dito, e un’altra con un’asta più lunga, progettata per un maggiore comfort nell’esperienza competitiva. Il tutto viene proposto in un essenziale case dove alloggiare il controller sia per gli spostamenti che per tenerlo al riparo dalla polvere.

Al di là di queste chicche, il Fusion Pro 2 si adegua anche agli aggiornamenti della piattaforma Xbox: al pari del pad ufficiale, questa nuova versione introduce il tasto Share, con cui scattare foto ai propri giochi in tempo reale e non più obbligati a passare per i menu della console, e una levetta per alzare o abbassare il volume dell’audio; potrete inoltre premerla per mutare il microfono. Un’aggiunta molto pratica, anche se forse il colore trasparente stona un po’ col resto del design.

Personalizzazione estrema

PowerA punta tutto sulla personalizzazione estrema, diventata un marchio di fabbrica grazie ai suoi controller Pro che puntano ad offrire un’esperienza più profonda rispetto a quelli standard, e questo si riflette anche sull’ultimo arrivato della sua famiglia, con alcune soluzioni che permettono di customizzare il proprio gameplay con una semplicità rinfrescante.

Non avrete bisogno di applicazioni per accedere al ventaglio di opzioni messe a disposizione dal Fusion Pro 2, dal momento che tutto si svolgerà in maniera analogica e meccanica – potrebbe sembrare poco elegante, ma la realtà è che resterete sorpresi dal fatto di poter cambiare elementi come la corsa dei grilletti a vostro piacimento nel giro di un istante.

Partendo proprio dalla corsa dei grilletti, non dovrete far altro che spostare una banale levetta disponibile su tre livelli diversi per ottenere un cambiamento radicale: potreste non avere la precisione chirurgica dei dispositivi Nacon, ma impostare tre blocchi differenti, decidendo letteralmente in qualunque momento di una partita dove si dovrà fermare la pressione del trigger, è di certo qualcosa da non sottovalutare.

Curiosamente, a differenza del pad Xbox ufficiale, le texture a diamante non sono posizionate nella parte centrale ma nelle due esterne a sinistra e destra: su questo aspetto, probabilmente preferiamo la variante Microsoft, poiché è nella parte centrale che in genere risiede il dito e tenerlo sulla classica griglia anziché su una superficie liscia è sempre piacevole.

La croce direzionale è forse l’unico aspetto un pochino deludente, poiché non ha recepito l’innovazione del blocco unico del controller ufficiale Xbox, molto “clicky”, con cui quasi ti viene voglia di usare più quella e non la leva analogica: essendo rimasta sui livelli del pad di Xbox One, è un po’ imprecisa e persino dura da premere, ragion per cui è plausibile che la ignoriate com’è stato nella scorsa generazione.

Il controller è cablato, similmente a quanto avviene con le altre periferiche “pro” in circolazione, ma il cavo intrecciato è robusto e bello lungo (3 metri), quindi la cosa non dovrebbe rappresentare un ostacolo durante una sessione. Va sottolineato come il cavo USB sia stato portato al tipo C, una novità di questo modello, e che, sebbene possa essere rimosso, toglierlo vuol dire non poter usare il controller poiché funge anche da alimentazione (e non sono presenti connessioni wi-fi o Bluetooth). Se non altro, lungo il cavo troverete un comodo nastro con cui riporlo senza lasciarlo penzolante in camera.

Tornando al tema della personalizzazione, è arrivato il momento di parlare del cosiddetto Pro Pack: si tratta di una vera e propria centralina agganciabile al retro del controller con cui aggiungere quattro pulsanti alla configurazione tradizionale. Questi possono essere programmati con grande semplicità premendo un apposito tasto sul posteriore del pad, il pulsante che vogliamo sostituire e la “leva” con cui intendiamo rimpiazzarlo.

Se non doveste usare i tasti aggiuntivi, il consiglio è chiaramente di rimuovere il Pro Pack dal momento che capita di toccarne le leve e non avere una presa comoda al 100% - sebbene i “filamenti” che si articolano in una curva sinuosa, nonché l’idea di piazzarli al centro e non sulle impugnature, lo rendano persino piacevole al tatto; inoltre, così facendo, renderete il controller sensibilmente più leggero. Dopo averlo tolto, potrete coprire lo spazio lasciato vuoto con un coperchietto compreso nella confezione (anche se non è la cosa più intuitiva in cui vi imbatterete oggi).

È il caso di rimarcare, tuttavia, come con questi tasti non sia possibile aggiungere realmente un pulsante rispetto alla configurazione predefinita, ma “soltanto” sostituirne uno esistente con una leva: non avrete davvero quattro tasti in più da gestire – su console, sarebbe stato abbastanza complicato poiché non tutti i giochi hanno controlli rimappabili –, ma solo delle alternative meccaniche ai tasti frontali.

Potrebbe sembrare poco ma in verità ricorrendo ai tasti addizionali potrete compiere delle azioni senza mai togliere le dita dalle leve analogiche: qualcosa che, quando si parla di giochi competitivi (pensiamo ad uno sparatutto PvP) ultraveloci, consente ad esempio di curarsi e al contempo restare sempre pronti al movimento nel caso sbucasse un nemico non avvistato.

Inoltre, è una nuova frontiera per l’accessibilità, così come nel caso doveste perdere qualche tasto a causa di un danno da caduta. Per la sostituzione in sé siamo un po’ più scettici per via dell’abitudine ad usare i tasti frontali, anche se un test con le leve del Pro Pack ne ha rivelato una buona tenuta: l’unico avvertimento è magari non puntarci per azioni frequenti o che richiedano una certa velocità, dal momento che soprattutto all’inizio non sarete abituati ad imprimere una pressione in quel punto.

Considerando che il prezzo è soltanto lievemente superiore a quello dei prodotti ufficiali ma privi di questi bonus, ad ogni modo, il nuovo arrivato del produttore nordamericano ha tutte le carte in regola per giocarsela quando dovrete scegliere un controller – magari il secondo da mettere in casa o uno per tutti gli utilizzi, specialmente se, come nel nostro caso, su PC preferite ancora il caro vecchio cablaggio.

Se avete trovato il vostro controller ideale nel nuovo PowerA ma a mancarvi è una Xbox, sappiate che Series S è in sconto su Amazon.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Impugnatura gommata

  • Tasti programmabili con semplicità

Contro

  • Croce direzionale non aggiornata

Commento

Se vi state avvicinando al mondo dei controller “Pro” e volete una soluzione aggiornata per Xbox, nonché su PC, PowerA Fusion Pro 2 è un’idea da tenere in alta considerazione: la superficie gommata dell’impugnatura e i tasti programmabili con grande rapidità costituiscono un plus che va ben oltre alcune delle ingenuità – o limitazioni obbligate – per le quali ci sarà tutto il tempo di porre rimedio in un terzo modello.
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