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Recensione

Command & Conquer Remastered Collection, un tuffo negli anni '90 - Recensione

Petroglyph riporta alla luce due grandi classici nel mondo degli RTS grazie a Command & Conquer Remastered Collection, ma l'operazione nostalgia è riuscita solo a metà

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a cura di Daniele Spelta

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Command & Conquer: Remastered
Command & Conquer: Remastered
  • Sviluppatore: Petroglyph Games, Lemon Sky Studios
  • Produttore: Electronic Arts
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Strategico
  • Data di uscita: 5 giugno 2020

Gli anni ‘90, un decennio che potrebbe essere paragonato ad un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: tanti capolavori e altrettante schifezze indicibili. Gli Alice in Chains, i Pearl Jam e Nirvana, ma anche le venti boy band tutte uguali, Jurassic Park e la nostra reinterpretazione italiana Chicken Park o, ancora, per rimanere in un campo a noi più consono, immondizia fumante come Superman 64 e Bubsy 3D, a cui faceva da contraltare il periodo d’oro degli RTS.

L’ascesa di questo genere è legata strettamente al nome di Westwood Studios, storica software house che ha avuto la geniale idea di stravolgere Dune II e di passare dall’avventura grafica alla strategia in tempo reale. Il successo definitivo è arrivato con Command & Conquer: Tiberian Dawn e Command & Conquer: Red Alert, due titoli che trovano ora nuova linfa vitale grazie ad una versione rimasterizzata ad opera di Petroglyph, casa di sviluppo nata dalle ceneri della stessa Westwood Studios. Command & Conquer Remastered Collection – disponibile per PC sia attraverso Steam che Originrappresenta alla perfezione gli anni ‘90: un perfetto mix di ottime trovate e cose meno riuscite.

Valore storico

Prima ancora di essere un videogioco, Command & Conquer Remastered Collection è un vero corso di storia. L’opera di Petroglyph non è di certo la prima operazione nostalgia e segue la stessa onda dei rifacimenti effettuati per i vari StarCraft ed Age of Empires. C’è però una netta differenza e, se questi ultimi nomi citati non erano mai spariti effettivamente dai radar grazie alla scena eSport e ai modder, le tracce dei primi Command & Conquer si perdono in una lontana preistoria videoludica. Stiamo infatti parlando di due titoli arrivati nel 1995 e nel 1996 e mettere le mani su questa collezione equivale ad imbarcarsi in un viaggio verso altri tempi, quando l’idea di videogioco seguiva proprio altri schemi e regole.

L’esempio più lampante sono le celebri scene FMV. La lotta tra la Global Defence Initiative e la Fratellanza NOD raccontata in Tiberian Dawn e la Guerra Fredda alternativa che accompagna le missioni di Red Alert sono narrate soprattutto attraverso dei filmati registrati con attori in carne ed ossa, una scelta non così rara ai tempi – esisteva un intero filone di avventure grafiche con questo stile – ma che suona quasi comica ora. E in effetti il risultato è esattamente questo. È difficile trattenere il sorriso davanti ai volti del celebre Kane o di Sheppard e, per quanto siano state upscalate, queste FMV sembrano davvero un residuo bellico, sia per l’interpretazione sia per come vengono trattati gli argomenti.

A rivivere ora la corsa al Tiberium, i giochi psicologici del NOD e del suo leader Kane, oppure il conflitto scoppiato tra le due superpotenze nate dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale – con tutte le libere interpretazioni presenti nel gioco – si percepiscono con forza l’ingenuità e la schiettezza con cui venivano trattati argomenti così delicati allora. Red Alert non si faceva problemi a mettere su schermo degli attori con le sembianze di Stalin o di Hitler e si prendeva tranquillamente gioco di loro, con scene che ora non fatichiamo a definire, utilizzando un termine tanto di moda, cringe.

Discorso simile per il primo Tiberian Dawn che, nonostante una maggior parvenza di serietà, non disdegnava evidenti scivoloni verso una comicità di altri tempi. Questa collezione ci mostra in modo molto fedele cosa fosse un videogioco a metà anni ‘90 e anche come fossero le scene computerizzate sui nostri Pentium, prodigi della tecnica venticinque anni fa, ammassi di pixel enormi oggi.

L’opera di rimasterizzazione ha infatti ritoccato solo in minima parte questi elementi di contorno, le scene sono state adattate alle risoluzioni moderne, la voce di E.V.A. – volto fuori campo che accompagna ogni missione – è stata ri-registrata da zero, ma a parte questi piccoli lavori di restauro nulla è stato stravolto e lo stile è esattamente quello con cui sono cresciuti i generali da mouse e tastiera.

Petroglyph ha evitato mutamenti radicali anche in termini grafici durante le battaglie, limitando gli interventi all’inserimento dello zoom, alla risoluzione e di conseguenza alle animazioni, rimanendo fedeli al caro vecchio 2D. Questo non significa che lo stacco visivo sia di poco conto e basta premere la barra spaziatrice per accorgersi dell’abisso che separa il 320×200 dal 4K.

Dal passato al futuro

Command & Conquer Remastered Collection non si limita al suo valore documentaristico, ma è una vera e propria enciclopedia dei primi capitoli della celebre serie. Questa versione 2.0 contiene infatti tutto ciò che è mai nato attorno a Tiberian Dawn e Red Alert, come ad esempio le missioni e le scene aggiuntive prima disponibili solo nelle edizioni per PlayStation, oltre alle tre espansioni Covert Ops, Counterstrike e The Aftermath.

A fare da corollario ai due titoli sono inoltre presenti quattro ore di riprese backstage, con immagini e filmati del making-of. Anche la celebre colonna sonora composta da Frank Klepacki è stata valorizzata da questa edizione e, attraverso un jukebox dal sapore retro-futuristico, è possibile navigare con facilità le dieci ore di musica, suddivise fra brani vecchi scuola e le versioni rimasterizzate. Tutto in Command & Conquer Remastered Collection trasuda anni ‘90, ma nulla raggiunge le vette della soundtrack, composta da graffianti assoli di chitarra elettrica e martellanti linee di basso: se siete cresciuti con la musica – almeno la parte buona – di quegli anni, fidatevi che dividerete in modo equo il vostro tempo tra le battaglie e il jukebox.

Le modernizzazioni realizzate da Petroglyph hanno toccato un po’ tutte le sovrastrutture dei due titoli, comprese le modalità di gioco. Il single player dispone ora di campagne introdotte da un nuovo menù di selezione delle missioni, ci sono le classiche battaglie casuali con cui allenarsi contro l’AI e le già citate operazioni prima incluse solo nella versione console.

I maggiori rinnovamenti sono però avvenuti nel comparto multiplayer, dotato di tutte le funzionalità odierne. Le sfide online sono ora dirottate verso server proprietari, utili a garantire maggior stabilità e connessioni più efficienti, e racchiudono sia le partite amichevoli, in cui personalizzare a piacimento le regole, sia le battaglie classificate 1vs1, con modalità di gioco più stringenti utili ad abbassare il fattore casualità.

Sul campo di battaglia

Command & Conquer Remastered Collection ha tutto ciò che rende un titolo moderno tale e, se messo a confronto con gli RTS recenti, i suoi contenuti equivalgono ad una ricca abbuffata, tra infinite ore di gioco passate in compagnia di soldati futuristici, macchine che sparano raggi Tesla e un ricco supporto alla community di modder. Ma il gioco in sé, come è? Purtroppo su questo versante le notizie sono molto meno incoraggianti e si sente tutto il peso degli anni passati.

Se siete scarsi in matematica, vi aiutiamo noi: Tiberian Dawn e Red Alert hanno rispettivamente venticinque e ventisei anni e il loro gameplay è ancora fermo a quelle date, con un sistema carta, forbice e sasso senza troppe sottigliezze e con quel tipico ritmo frenetico che può portare alla conclusione di un match in pochissimi minuti. Stiamo insomma parlando di due prodotti figli di un’epoca sorpassata, forse anche doppiata, e le migliorie apportate ai sistemi di gioco coprono solo in parte gli evidenti difetti e le mancanze.

L’iconica UI laterale ha subito qualche ritocco e navigare i vari menù è un’operazione immediata, così come il nuovo sistema di comandi e la coda per la creazione delle unità appare familiare a chiunque abbia giocato ad uno strategico in tempo reale negli ultimi anni. Anche i comandi offrono una doppia scelta e ci si può affidare a quelli classici – veramente anacronistici – o a quelli moderni, con la possibilità di ri-mappare tutti i tasti.

Escluse queste necessarie modifiche, tutto il resto è rimasto identico ad allora. Il base building è vincolato a delle regole stingenti e tutti gli edifici vanno posti uno accanto all’altro, non c’è la possibilità di impostare un punto di raccolta per le unità appena reclutate e le stesse truppe si riducono ad una manciata di opzioni spesso uguali tra i due schieramenti.

I difetti più evidenti riguardano però l’intelligenza artificiale e il pathfinding. Muovere le truppe in mappe dalle dimensioni ridotte e ricche di strettoie è una mezza impresa, i carri spesso seguono indicazioni mai date e la fanteria preferisce calpestare il letale suolo ricco di Tiberium al posto che percorrere la strada più sicura. Inoltre, capita di frequente che le proprie unità ignorino i nemici e subiscano le raffiche di fuoco fino a quando non viene dato loro l’ordine di rispondere.

In questo senso l’UI non facilita di certo la vita, visto che le due fazioni non sono evidenziate con icone precise e con colori facili da distinguere. Anche le stesse missioni appaiono come dei paradossi temporali e non è raro che un match si prolunghi solo perché un’ultima unità nemica resta nascosta in un angolo della mappa. Questo elenco di problematiche vale a grandi linee per Tiberian Dawn e Red Alert, due titoli che, al netto del loro innegabile valore storico, accusano il passare degli anni e, se messi al confronto con le opere più recenti, palesano in ogni momento la propria arretratezza in termini ludici.

+ Tutto il bello degli anni '90...

+ La colonna sonora resta indimenticabile

+ Un vero e proprio corso di storia videoludica

+ Collezione ricca

+ Editor per le mappe subito disponibile

- ... ma anche il brutto

- Il gameplay è invecchiato in modo sensibile

- I ritocchi grafici non vanno oltre la maggiore risoluzione

6.5

Command & Conquer Remastered Collection colpisce nel segno per il suo effetto nostalgia e fa riaffiorare i ricordi migliori di chi è cresciuto nell’epoca d’oro degli strategici in tempo reale. Questa edizione rimasterizzata è una collezione coi fiocchi, impreziosita da materiali di contorno come i dietro le quinte e una OST da riprodurre in loop grazie al lettore musicale integrato.

Il lavoro di ammodernamento effettuato da Petroglyph si è però fermato alla superficie ed è stato indirizzato soprattutto verso gli elementi di contorno – come i filmati FMV – e verso l’infrastruttura per il multiplayer. I rinnovamenti grafici si sono limitati all’upscale e poco più, mentre il gameplay è rimasto fedele alle sue origini, con tutto ciò che comporta questa scelta.

Voto Recensione di Command & Conquer: Remastered - Recensione


6.5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Tutto il bello degli anni '90...

  • La colonna sonora resta indimenticabile

  • Un vero e proprio corso di storia videoludica

  • Collezione ricca

  • Editor per le mappe subito disponibile

Contro

  • ... ma anche il brutto

  • Il gameplay è invecchiato in modo sensibile

  • I ritocchi grafici non vanno oltre la maggiore risoluzione

Commento

Command & Conquer Remastered Collection colpisce nel segno per il suo effetto nostalgia e fa riaffiorare i ricordi migliori di chi è cresciuto nell'epoca d'oro degli strategici in tempo reale. Questa edizione rimasterizzata è una collezione coi fiocchi, impreziosita da materiali di contorno come i dietro le quinte e una OST da riprodurre in loop grazie al lettore musicale integrato. Il lavoro di ammodernamento effettuato da Petroglyph si è però fermato alla superficie ed è stato indirizzato soprattutto verso gli elementi di contorno – come i filmati FMV – e verso l'infrastruttura per il multiplayer. I rinnovamenti grafici si sono limitati all'upscale e poco più, mentre il gameplay è rimasto fedele alle sue origini, con tutto ciò che comporta questa scelta.