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Immagine di Captain Marvel Recensione Film | Il destino è nelle sue mani
Recensione

Captain Marvel Recensione Film | Il destino è nelle sue mani

Thanos ha le ore contate!

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Avatar di Marcello Paolillo

a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Pubblicato il 05/03/2019 alle 21:10 - Aggiornato il 06/03/2019 alle 20:03
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  • Pro
    • Protagonista carismatica e spaccac**i Atmosfera anni '90 intrigante
  • Contro
    • Manca della giusta dose di epicità Secondo atto piuttosto frammentato

Il Verdetto di SpazioGames

7.3
Captain Marvel è un film che andava prodotto per una moltitudine di motivi. Non è infatti solo l'allaccio perfetto tra Infinity War ed Endgame, ma è anche e soprattutto la dimostrazione che Marvel ha da ora la sua Wonder Woman senza macchia e senza paura. Peccato solo che a conti fatti la pellicola viva dell'attesa spasmodica verso il prossimo film dei fratelli Russo in uscita ad aprile, e che le attenzioni dello spettatore siano quindi focalizzate quasi esclusivamente sui punti di contatto con il capitolo finale della Fase 3 del MCU. Per il resto, benvenuta Carol Danvers. Thanos ha davvero le ore contate, ora più che mai.

Dopo Avengers: Infinity War, l’Universo Cinematografico Marvel non sarà mai più lo stesso. La Decimazione avvenuta per mano di Thanos, in grado di polverizzare letteralmente metà delle forme di vita dell’intero universo, ha destabilizzato ogni certezza, ogni eroismo, ogni alleanza. Nick Fury questo lo sapeva bene, nel momento in cui ha deciso di mandare quel messaggio di aiuto a Captain Marvel, poco prima di essere ridotto in cenere dallo schiocco del Titano Pazzo. Ma chi è davvero Captain Marvel? O meglio: davvero il destino dei Vendicatori (e del MCU) è legato a doppio filo al personaggio di Carol Danvers?

Thanos, scappa e nasconditi

A tentare di dare tutte le risposte (o perlomeno, una larga parte), ci pensa il film standalone dedicato al personaggio, nei cinema a partire dal 6 marzo. L’incipit è quantomeno funzionale al contesto: Carol Danvers è un soldato d’elite della razza aliena nota come i Kree, che nel tentativo di fermare i temibili alieni Skrull finirà sul pianeta Terra, senza alcuna apparente possibilità di ritornare a casa. Salvo scoprire che gli Skrull sono alla ricerca di qualcosa utile a porre fine alle continue guerre tra le due razze. Brie Larson veste i panni di un’eroina tutta d’un pezzo, che non si nega di sferrare un pugno in faccia per capire al diretto interessato chi ha ragione e chi torto. Una storia di origini, quella di Captain Marvel, che adora fare il verso al primo Iron Man, ovvero il film che ha dato il via all’Universo Cinematografico Marvel così come lo conosciamo oggi. E se il paragone è sicuramente di quelli importanti, spiace constatare come la pellicola diretta da sia però uscita in netto ritardo sui tempi. Badate bene, non parliamo di un film sbagliato o tantomeno realizzato con poca cura per i particolari. Tutt’altro. La Casa delle Idee gioca la carta della sua prima, vera protagonista femminile (non ce ne voglia Vedova Nera).

Non permettere alle emozioni di scavalcare il tuo giudizio, recita una frase presente nel film. Ed è proprio ciò che Brie/Carol tenterà di adempiere dall’inizio alla fine. A fare da contraltare, un Jude Law dalla battutina facile ma mai fuori luogo, in grado di donare alla pellicola quel retrogusto british che non stona affatto. Poi c’è ovviamente Samuel L. Jackson e il suo Nick Fury alle prime armi, scanzonato e senza freni (e con ancora tutti e due gli occhi). Considerando che il film catapulta lo spettatore nel 1996, è impossibile non scorgere nel DNA tracce dei buddy film tanto in voga in quegli anni (da Arma Letale in poi, per capirci). E se alcuni botta e risposta tra Carol e Nick funzionano – e bene anche – è la seconda parte del film a gettare tutto nel dimenticatoio, a favore di un’azione serrata più vicina ai Guardiani della Galassia e Thor: Ragnarok.

Con questo non stiamo dicendo che Captain Marvel sia un film sconnesso o frammentato. No, semplicemente è come se fosse stato realizzato in medias res, tanto che è possible percepire una netta discrepanza tra primo e secondo atto, quasi fossero realizzati con in mente due obiettivi differenti. Per il resto, l’avventura di Vers non va oltre la media (invero piuttosto alta) a cui Marvel ci ha abituato da oltre dieci anni. Forse, il vero problema della pellicola diretta da Anna Boden e Ryan Fleck è il suo vivere all’ombra del gigante, quell’Avengers: Endgame che entrerà a gamba tesa nell’universo dei film tratti dai fumetti, lasciando un segno indelebile negli anni a venire. Inquadrato quindi come un prodotto “di passaggio”, l’avventura di Carol Danvers è un’ottima storia di origini. A patto di non volerci trovare dell’altro, perché dell’altro non c’è (non è un film sul femminismo, né l’eroina desidera far passare alcun tipo di messaggio). Nulla di più, nulla di meno.

Protagonista carismatica e spaccac**i

Atmosfera anni '90 intrigante

Manca della giusta dose di epicità

Secondo atto piuttosto frammentato

7.3

Captain Marvel è un film che andava prodotto per una moltitudine di motivi. Non è infatti solo l’allaccio perfetto tra Infinity War ed Endgame, ma è anche e soprattutto la dimostrazione che Marvel ha da ora la sua Wonder Woman senza macchia e senza paura. Peccato solo che a conti fatti la pellicola viva dell’attesa spasmodica verso il prossimo film dei fratelli Russo in uscita ad aprile, e che le attenzioni dello spettatore siano quindi focalizzate quasi esclusivamente sui punti di contatto con il capitolo finale della Fase 3 del MCU. Per il resto, benvenuta Carol Danvers. Thanos ha davvero le ore contate, ora più che mai.

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