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Call of Duty: Warzone 2.0 | Recensione - Inizia una nuova era?

Activision decide di mescolare le carte in tavola per il suo "nuovo" battle royale di riferimento. Sta andando tutto come previsto?

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a cura di Marino Puntorieri

Redattore

Informazioni sul prodotto

Immagine di Call of Duty: Warzone 2.0
Call of Duty: Warzone 2.0
  • Sviluppatore: Infinity Ward, Raven Software
  • Produttore: Activision
  • Distributore: Activision Blizzard
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , PS5
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: 10 marzo 2020 - 16 novembre 2022 (2.0)

Quando Activision ha deciso di annunciare lo sviluppo di Call of Duty: Warzone 2.0, con una pubblicazione in concomitanza al “nuovo” Call of Duty: Modern Warfare II (disponibile su Amazon), siamo rimasti piuttosto spiazzati. Il predecessore è rimasto impresso nella mente degli appassionati dei battle royale, riuscendo a elevarsi tra i migliori nel suo genere e macinando record su record tra fan e semplici curiosi in modo travolgente.

Parliamo di un risultato – in termine di accessi – facilitato dall'esordio durante la difficile quarantena imposta nelle fasi iniziali della pandemia da Covid-19, poi consolidato nel tempo a colpi di aggiornamenti e upgrade che riuscivano a tenere incollata la sempre più crescente community di appassionati.

Negli ultimi mesi, però, la magia sembrava aver un po’ perso lo smalto del primo anno, in un vortice di upgrade che soprattutto con il ritorno alla Seconda Guerra Mondiale di Vanguard, che non era proprio riuscita a convincere gli utenti, al netto di numeri di accessi comunque di tutto rispetto.

Da questo presupposto, la scelta di ricominciare nuovamente, facendo tabula rasa dell’esperienza macinata sul predecessore e pubblicando Call of Duty: Warzone 2.0 diventa una scelta quanto mai coraggiosa. Ma che in fin dei conti potrebbe premiare gli sviluppatori più di quanto avessimo potuto ipotizzare.

Benvenuti ad Al Mazrah

Partiamo subito con delle premesse fondamentali. Call of Duty: Warzone 2.0 non rivoluziona nulla di quella che è la struttura alla base del genere battle royale realizzata da Activision, ma introduce diverse interessantissime novità che ne migliorano l’esperienza round dopo round.

Ritorna, ovviamente, lo stesso gunplay solido ed estremamente riconoscibile per gli amanti della serie, così come si conferma una garanzia il divertimento dato da meccaniche estremamente immediate e accessibili – che rende l’esperienza incredibilmente coinvolgente, se vissuta con qualche amico fidato nel proprio team al posto del matchmaking casuale.

La prima vera novità non può che essere la nuova mappa di gioco introdotta con Call of Duty: Warzone 2.0, ovvero Al Mazrah. Si tratta di un cambio di ambientazione netto rispetto al passato e decisamente più caratteristico, coincidente con un’ipotetica e più abbondante porzione di mappa del Medio Oriente che alterna centri urbani, roccaforti, costruzioni di fortuna, oasi incontaminate e aree desertiche.

Si tratta della mappa più grande e densa di punti sensibili mai realizzata da Activision, e fin dai primi lanci con il paracadute è facile constatare quanto gli autori si siano impegnati per rendere gli scontri del loro free-to-play più vari possibile. Nonostante queste premesse, durante le partite di Call of Duty: Warzone 2.0 è molto più facile che in passato incrociare le squadre nemiche, o comunque finire nel fuoco incrociato di qualche sparatoria serrata figlia della ricerca di loot o di qualche posizione strategica da conquistare.

Fino a 150 giocatori possono competere in un unico round e, giocando a coppie o squadre da 3-4 giocatori, le sparatorie possono prolungarsi anche più del previsto. Discorso differente, e un poco più frustrante, nel caso di partite in solitaria, dove come in passato viene valorizzato l'atteggiamento eccessivamente cauto e silenzioso della stragrande maggioranza degli utenti, promuovendo e premiando il fastidioso fenomeno del camping più estremo.

Tornano ovviamente gli incarichi, in linea con quelli visti in passato, utili a racimolare denaro da investire nei vari mercati o equipaggiamento più raro, mentre per mettere ulteriormente alla prova la capacità di adattamento dei giocatori è stata ripresa una feature direttamente da Fortnite, ovviamente contestualizzata a dovere.

Parliamo dell’introduzione, durante i primi minuti di gioco, di alcune roccaforti ben localizzate sulla mappa e difese da soldati della CPU, pronte a premiare i più impavidi con armi e accessori di ogni genere; una scelta che pone l’accento sul rinnovato aspetto PvE di Call of Duty: Warzone 2.0.

Nuovo Gulag e nuove regole

La modifica che più ci ha sorpreso in Call of Duty: Warzone 2.0, quella che davvero può essere considerata una piccola rivoluzione, riguarda il Gulag. Per i meno avvezzi, ricordiamo essere letteralmente una seconda chance concessa ai giocatori che vengono eliminati in un primo momento per poter tornare in partita, in uno scontro all’ultimo sangue con un altro giocatore in una piccola arena dove la tensione è decisamente palpabile.

Rispetto al passato, però, nel Gulag 2.0 gli utenti si scontreranno in un rocambolesco 2v2, attraverso coppie create casualmente che condividono il medesimo obiettivo. Il tutto, lottando in una piccola arena con armi di fortuna, e con il rischio di doversi scontrare anche con un Juggernaut armato di mitragliatrice guidato dalla CPU. Si tratta della novità più apprezzata al lancio di Call of Duty: Warzone 2.0 e che genera inedite situazioni di collaborazione e improvvisazione su schermo durante le sparatorie serrate.

Meno piacevole, invece, la necessita di raccogliere un giubbotto specifico per ottenere una corazza in più degli avversari; una situazione che genera una fastidiosa disparità durante le sparatorie – e che nel capostipite era stata totalmente azzerata da un quantitativo massimo di tre piastre di corazze uguali per tutti i giocatori.

Come è facile desumere, anche in questo capitolo non mancano i momenti capaci di generare frustrazione, sia a causa del comportamento piuttosto disdicevole degli altri utenti sia per via di alcune perplessità legate alle piccole introduzioni sul gameply, eppure rispetto al passato è molto più immediato e soddisfacente arrivare alle fasi finali di ogni round.

Ciò avviene perché le famose casse di rifornimenti vengono sganciate in punti specifici solo nella seconda metà della partita, impedendo ai giocatori di abusare di perk problematici come Sangue Freddo o Fantasma.

Inoltre, dato che siamo alle fasi iniziali di Call of Duty: Warzone 2.0, le armi sparse per la mappa sono piuttosto standard ed equipaggiate con accessori basilari se non in casi fortuiti; una scelta estremamente condivisibile, che rende le sparatorie più sporche è impegnative da gestire per rinculo o dispersione dei proiettili, e che speriamo possa rimanere invariata anche con i successivi upgrade.

Qualche piccola nota anche per il comparto tecnico di Call of Duty: Warzone 2.0, così altalenante da sorprenderci e lasciarci l’amaro in bocca in egual misura. Da un lato, si evidenziano gli sforzi per i dettagli delle armi e degli operatori, ma dall’altro non si registrano particolari miglioramenti grafici per le varie ambientazioni o il layout dei menù.

Come se non bastasse, bug e cheat – principalmente lato PC – rischiano di compromettere la buona esperienza generale, e non possiamo che affidarci al lavoro degli sviluppatori perché continuino ad arginare il problema.

Versione testata: PC e Xbox Series X

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Al Mazrah mostra un design curato fin dal lancio

  • Il nuovo Gulag è una partita nella partita, frenetico e divertente

  • Rimane l’ossatura del gameplay che ha reso grande il capostipite…

Contro

  • … ma non tutte le piccole introduzioni ci hanno convinto pienamente

  • Comparto tecnico altalenante

Commento

Call of Duty: Warzone 2.0 è un capitolo che, senza stravolgere l’ossatura che lo ha reso grande tra i battle royale, cerca di consolidare la propria posizione nel cuore degli appassionati. Tante piccole introduzioni interessanti e qualcuna che desta delle perplessità, ma in fin dei conti parliamo di un progetto in grado di riportare in partita tutti gli utenti che del capostipite stavano iniziando a stufarsi. Obiettivo al momento raggiunto e con un risultato confortante in termini di accessi, ma sul lungo periodo la sensazione è che bisognerà osare molto di più per rimanere in auge.