Immagine di Bakugan Campioni di Vestroia | Recensione - Inatteso passo falso
Recensione

Bakugan Campioni di Vestroia | Recensione - Inatteso passo falso

Anche ai migliori capita di sbagliare, in fondo...

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Bakugan: Campioni di Vestroia
Bakugan: Campioni di Vestroia
  • Sviluppatore: Wayforward
  • Produttore: Warner Bros.
  • Distributore: Warner Bros.
  • Piattaforme: SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 6 novembre 2020

Quando il mercato videoludico mette insieme una licenza di sicuro richiamo tra i più giovani, come quella di Bakugan, ed uno sviluppatore come Wayforward, autore di titoli indipendenti (o comunque a budget ridotto) di grande qualità come i vari Shantae, The Mummy Demastered e River City Girls, allora è il caso di soffermarsi e vedere se valga la pena mettere mano al portafogli o meno.

Questo è proprio quello che abbiamo fatto noi: dopo diverse ore in compagnia di Bakugan Campioni di Vestroia, siamo pronti a dirvi tutto quello che c'è da sapere sul gioco.

Campioni di Vestroia

Il canovaccio narrativo di Bakugan Campioni di Vestroia è dei più abusati, ma, almeno di questo, non è possibile fare una colpa al team di sviluppo: pur non essendo direttamente legata agli eventi trasmessi nella serie televisiva, la storia che sottende alla produzione è vincolata dalla licenza e, in un certo qual modo, dalle aspettative dei giovani fan della serie, che si aspettano di impersonare un allenatore di Bakugan che vuole scalare le classifiche mondiali.

E questo è esattamente quello che il giocatore sarà chiamato a fare: dopo aver dato vita al proprio protagonista tramite un tutorial piuttosto basilare, che i più giovani apprezzeranno quantomeno per la ricca palette cromatica cui attinge, si viene subito gettati in pista, incappando per puro caso in una sfera Bakugan, evento che darà la stura ad un viaggio lungo circa una ventina di ore all'interno di un numero ristretto di location.

Scelto il nostro starter tra i cinque allineamenti elementali presenti all'interno del mondo di gioco, saremo lasciati liberi di esplorare la prima area, ma il sapore dell'avventura si rivelerà presto sciapo: la caratterizzazione dei personaggi lascia a desiderare, e la scelta di adottare un taglio a metà tra il futuristico dei Digimon e il classico animalesco dei Pokémon non paga.

La strada verso la conquista del torneo di Vestroia, allora, è lastricata di noiose fetch quest, scambi di battute ridondanti ed antagonisti insulsi. Non aiuta l'immersione nemmeno la vacuità del mondo di gioco, che può contare su pochissimi punti di interesse, missioni secondarie davvero basilari e dialoghi approssimativi, che non spingono ad abbandonare la quest principale in cerca di contenuti secondari.

Insomma, da un titolo evidentemente indirizzato ad un target di giovanissimi ci aspettavamo una narrativa poco avvincente e finanche lineare, ma anche sotto questo punto di vista Bakugan Campioni di Vestroia è riuscito a stupirci in negativo, rivelandosi ancora più sbrigativo e poco ispirato di quanto pensassimo. Siamo, insomma, anni luce distanti dalla qualità della storia vista nella serie tv trasmessa anche in Italia, e questo non potrà che dispiacere ai fan della prima ora dei Bakugan.

Poco male, direte voi: sono tanti i giochi che fanno poco affidamento sul comparto narrativo per puntare tutto su rodate dinamiche di gioco.E avreste anche ragione, in senso assoluto, se non fosse che questo, purtroppo, non è il caso del gioco distribuito da Warner Bros Games.

La staffetta della noia

Da uno sviluppatore capace come Wayforward, autore di combat system rapidi e divertenti (su tutti quello visto negli ultimi episodi del franchise Shantae) ci saremmo aspettati tutto tranne che un sistema monotono e privo di profondità, com'è, invece, quello implementato in Bakugan Campioni di Vestroia.

Se il modello è chiaramente quello dei Pokemon, con un party di tre creature intercambiabili, ognuna dotata di caratteristiche, punti di forza e debolezze uniche, è l'esecuzione che lascia basiti: mentre il nostro Bakugan fronteggia l'avversario al centro dell'arena, il giocatore ha il controllo diretto solo sull'allenatore, che deve collezionare celle di energia che consentiranno al mostro di sferrare un attacco.

Non solo questo si riflette in scontri esageratamente ripetitivi e prolissi, che possono durare anche dieci minuti (e parliamo di nemici comuni, non dei boss), ma il livello di strategia richiesto è, di fatto, nullo, tanto che anche i seguaci più giovani della serie tv, trasmessa in Italia per la prima volta undici anni fa, troveranno gli scontri troppo facili e banali già all'alba delle tre ore di gioco.

Non solo è sufficiente caricare la mossa speciale per avere ragione di qualsiasi nemico, anche quelli che dovrebbero essere i più ostici, ma il ciclico ripetersi di animazioni non skippabili, la scarsità di abilità realmente utili e la somiglianza di molte delle cosiddette mosse speciali affossano ulteriormente un combat system tra i peggiori visti nel relativamente breve ciclo di vita di Nintendo Switch.

Non aiuta nemmeno il reskin selvaggio delle bestie collezionabili, che ammonterebbero ad ottanta sulla carta (un numero già di per sé largamente inferiore alla concorrenza) ma che, nella realtà dei fatti, non sono più di una ventina, se dal conteggio escludiamo colorazioni alternative e mostri uguali tra loro se non per un accessorio o altri minimi particolari.

Il risultato, oltre a restituire un senso di scarsa cura per i dettagli (che, lo ripetiamo, è assolutamente sorprendente visto il curriculum di Wayforward), è che il gioco non fornisce reali motivi per evolvere le proprie bestie o per catturarne quante più possibili per sperimentare in battaglia: durante la nostra prova, siamo arrivati tranquillamente in fondo con Bakugan di cui eravamo entrati in possesso già durante le primissime ore di gioco.

Spiace dirlo, ma l'impressione generale è che Bakugan Campioni di Vestroia abbia preso una capsula del tempo e provenga direttamente da un'altra era videoludica in cui i tie-in erano famosi per la bassa qualità e per il cinismo con cui sfruttavano la licenza di turno per accalappiare i risparmi di incauti giocatori. Si fatica davvero tanto a credere che il team dietro a questo gioco mediocre sia il medesimo che ci ha regalato altri prodotti su licenza di grande qualità come Aliens:Infestation e The Mummy Demastered, giusto per citare due dei nostri preferiti.

Un guizzo e tanti problemi

L'unico commento positivo che è possibile fare riguardo al comparto multigiocatore è relativo alla stabilità del netcode, che non ci ha mai piantato in asso durante le nostre prove, nonostante la scarsità di giocatori disponibili sui server tanto prima quanto dopo la pubblicazione del titolo.

Per il resto, mancano le opzioni più basilari: non è possibile selezionare un amico contro cui gareggiare, non ci sono modalità alternative alla semplice battaglia autoconclusiva uno contro uno e, cosa più grave, non c'è alcun sistema di handicap all'opera.

Un veterano che abbia avuto il coraggio, come noi, di spendere quasi trenta ore in compagnia del titolo Wayforward potrebbe trovarsi a gareggiare contro un giocatore di venti livelli più inesperto, con il risultato che potete immaginare: il matchmaking intelligente, che accoppia giocatori dalle statistiche simili, esiste da almeno un paio di generazioni di console, e non vederlo applicato in un titolo pubblicato a fine 2020 risulta davvero assurdo.

Il guizzo cui si faceva riferimento nel titolo del paragrafo riguarda le performance del prodotto, risultate sorprendentemente buone se confrontate con il resto dei valori produttivi: non abbiamo riscontrato rallentamenti di sorta se non per brevissimi istanti e nelle aree più affollate (che non sono poi molte, come detto...), e tanto in modalità portatile quanto sul televisore di casa abbiamo goduto di un'esperienza sempre solida dal punto di vista tecnico.

In compenso, ci è capitato di imbatterci in attacchi speciali senza nome per via della mancanza di localizzazione, in numerosi typo durante i dialoghi (soprattutto nella seconda metà dell'avventura l'italiano utilizzato zoppica un po') e non possiamo dirci particolarmente soddisfatti dalla direzione artistica e dalla conta poligonale complessiva, che si attestano entrambe su livelli piuttosto mediocri, anche solo tenendo come riferimento il genere di appartenenza.

Nexomon Extinction, titolo indipendente Pokemon-like che pure aveva i suoi problemi, giusto per fare un esempio, ha sposato un'estetica totalmente differente che risulta molto più accattivante e, crediamo, avrebbe anche inciso meno sul budget finale della produzione.Altalenante anche il comparto sonoro, che alterna motivetti energizzanti in occasione dei combattimenti a momenti di assoluto (e assordante) silenzio durante le fasi di esplorazione della mappa: un po' come per altri aspetti della produzione, è forte la sensazione di scarso impegno nella realizzazione.

Se volete acquistare Bakugan: Campioni di Vestroia, vi raccomandiamo di approfittare del prezzo di Amazon.

Voto Recensione di Bakugan: Campioni di Vestroia - Recensione


4.7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Performance sempre buone, sia su tv sia in modalità portatile...

Contro

  • ...ma al prezzo di una conta poligonale esigua e di un'art direction anonima

  • Sistema di combattimento pensato male ed eseguito peggio

  • Pochissima cura per i dettagli

  • Mondo di gioco vuoto e smorto

  • Profondità, questa sconosciuta

Commento

Il range di problemi che affliggono Bakugan Campioni di Vestroia è purtroppo molto ampio, e solo una minima parte di questi potrebbe essere sistemata tramite un robusto supporto post-lancio da parte di Wayforward. Il team di sviluppo californiano, che aveva fin qui mantenuto immacolato il proprio pedigree grazie a prodotti divertenti e curatissimi, incappa nel più classico dei passi falsi, accontentandosi di sfruttare una licenza popolare presso un certo tipo di pubblico per confezionare un prodotto senza alcuna pretesa, che trova i suoi unici meriti in una discreta mole contenutistica e in performance generalmente buone. Se, quindi, risulterebbe di per sé difficile consigliare il titolo in senso assoluto, la sua esclusività per Nintendo Switch, console che ospita non solo i Pokemon ma anche qualche discreto clone, lo rende un acquisto ancor meno indispensabile, se non fra qualche mese, a prezzo più che dimezzato e sperando che una serie di patch migliori la situazione. Speriamo allora che si tratti di uno sfortunato caso isolato e che i prossimi prodotti su licenza in arrivo su Switch (e non solo) si discostino dal modus operandi adottato per Bakugan Campioni di Vestroia.