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Recensione

Avengers: Infinity War, la recensione senza spoiler del film Marvel

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Avatar di Marcello Paolillo

a cura di Marcello Paolillo

Editor-In-Chief

Pubblicato il 25/04/2018 alle 00:00 - Aggiornato il 10/08/2018 alle 11:08
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Il Verdetto di SpazioGames

8
A volte sembra assurdo pensare che sono passati già dieci, lunghissimi anni, dall’inizio dell’avventura del Marvel
Cinematic Universe per come lo conosciamo. Anni in cui, tra sequel trasversali e tentativi più o meno riusciti di ampliare uno dei più grandi universi cinematografici di sempre, Marvel ha deciso di rompere il cliché dei film tratti dai fumetti, immettendo azione e humor senza soluzione di continuità. Un’alchimia che ha dato i frutti sperati, specie al Box-Office internazionale e che ha permesso alla Casa delle Idee di rimanere sempre sulla cresta dell’onda, attraverso le varie Fasi che ne hanno caratterizzato il racconto. Un racconto corale sicuramente complesso, che vede in Avengers: Infinity War un’ideale “prima parte” di una conclusione a lungo solo immaginata, ma che nell’intimo delle nostre coscienze si pensava non arrivasse mai. E nulla sarà più come prima, che vi piaccia oppure no.

La storia riprende esattamente dove era stata interrotta: Iron Man e soci, divisi dopo gli eventi di Captain America: Civil War, sono chiamati a fare nuovamente squadra per sventare i piani di Thanos, un dittatore proveniente dalle profondità dello spazio il cui fine ultimo è impossessarsi delle Gemme dell’Infinito, le quali gli garantirebbero la possibilità di cambiare le sorti dell’Universo semplicemente schioccando le dita. Ha così inizio quello che può essere definito senza troppi giri di parole come il crossover più irrealizzabile che il cinema ricordi, dieci anni di Marvel Cinematic Universe fusi in un unico, grande film corale. Captain America, Black Panther, Doctor Strange, Vedova Nera. E ancora, I Guardiani della Galassia, Visione, Thor e Spider-Man, quest’ultimo dotato di nuovi e incredibili poteri legati alla tecnologia donatagli da Tony Stark. I due grandi assenti, Occhio di Falco e Ant-Man, troveranno ragion d’essere nel quarto capitolo, tanto che ci si accorge della loro mancanza ben dopo la fine della pellicola. E poi c’è Thanos, il vero personaggio rivelazione del film, presenza costante sin dal primo Avengers datatto 2012 e ora qui presente, in tutta la sua straordinaria imponenza scenica. Un dittatore mosso da assurde e folli mire espansionistiche, mirate al vero e proprio annientamento di metà dell’Universo conosciuto.Non si tratta tuttavia del classico villain senz’arte né parte a cui Marvel ci ha spesso abituato nel corso degli anni (diciamolo, i cattivi del MCU ad eccezione di Loki non hanno mai brillato per carisma o psicologia), bensì di una vera e propria macchina di morte dal retrogusto shakespeariano, avendo spesso difficoltà nello scendere a patti con se stesso, a fronte di particolari e sofferte decisioni personali. Per il resto non vi è alcun approfondimento o trovate narrative originali: vi sono così tanti eroi a cui star dietro, che l’unica cosa da fare per i Fratelli Russo è stata quella di saltare da un personaggio all’altro, senza badare troppo ai perché. E se a soffrirne è il ritmo, specie nella parte centrale del film, vien da pensare che non si sarebbe potuto costruire nulla del genere in altro modo. Specie dopo 10 anni di film standalone e crossover di ogni sorta.

In Avengers: Infinity War tutto è mosso dall’inesorabile voglia di stravolgere gli eventi ponendo le basi per quello che verrà poi, nel non ancora titolato Avengers 4. Dramma e lacrime si mescolano a risate e sospiri, il tutto pianificato sapientemente a tavolino per offrire la visione definitiva di un universo cinematografico le cui sorti sono ora da riscrivere completamente (ma non nei modi in cui pensate voi, potete starne certi). Poiché i tempi delle origin story sono ormai parte del passato e un “gran finale” come quello impostato dai Russo Brothers necessita di tutta l’epica possibile, che in Infinity War non manca di certo: battaglie a bordo di astronavi che sembrano prese di peso dal migliore Star Wars, sfide a colpi di poteri speciali le cui sorti saranno incerte sino all’ultimo secondo e soprattutto un Titano Pazzo – il poliedrico Thanos – che non si nega di utilizzare il Guanto dell’Infinito per straziare i nostri affetti, nella maniera più scenografica possibile (vedrete interi pianeti patirne le conseguenze).E se due ore e quaranta minuti sono una durata francamente eccessiva per un film destinato alla massa, va detto che per gestire una tale mole di eventi, situazioni e personaggi, forse ne sarebbero servite tranquillamente un altro paio, in assoluta scioltezza. Dove però Avengers: Infinity War colpisce duro e al cuore lo spettatore è nelle battute conclusive della pellicola. Anthony e Joe Russo hanno osato ben più di quanto Joss Whedon aveva timidamente accarezzato nel precedente Age of Ultron, prendendo quanto di buono conosciamo e cambiandolo per sempre. Attenzione, però: ciò non si traduce letteralmente in un semplicistico concetto di “morte” (che nell’Universo Marvel, specie quello dei fumetti, ha un valore relativo), bensì di privazione. Di negazione. Per avere la certezza che tutto ciò avrà una valenza straordinaria e potente a cui Infinity War ci ha psicologicamente preparato, dovremo però aspettare un altro anno. Forse il più lungo di sempre, per ogni appassionato di film Marvel degno di tale nome.

Visivamente straordinario

Emotivamente struggente

Thanos è il villain che i fan Marvel aspettavano da anni

Lunghezza eccessiva

Salta da un personaggio all’altro senza soluzione continuità

8.0

Avengers: Infinity War è un prodotto che brilla più come somma delle sue parti, piuttosto che come film pensato con una sua autenticità. L’inizio della “fine” del Marvel Universe per come lo conosciamo è una pellicola che non ha paura di sbatterti in faccia la morte, sin dalle battute iniziali, per poi travolgerti con uno spettacolo pirotecnico con ben pochi eguali (e ricco del consueto humour, immancabile e ben dosato). E se un’autorialità di fondo a quanto pare non è stata neppure presa in considerazione, la presenza di un cattivo come Thanos fa dimenticare tutti i mali. Poiché Infinity War è un film emotivo travolgente, che farà scorrere lacrime di gioia (e di sofferenza) a un gran numero di spettatori. Con la speranza che il quarto capitolo, atteso già nel 2019, chiuda un cerchio a lungo immaginato. Visto e considerato che in quel caso al giudizio finale non verranno pesate soltanto le lacrime.

Per ulteriori approfondimenti vi xonsigliamo la lettura di L’eroismo di Avengers: Infinity War, un’eredità lunga 18 film.

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