The Legend of Zelda: Link's Awakening, provate le prime ore del remake
Abbiamo provato le prime ore di The Legend of Zelda: Link's Awakening, remake del titolo uscito originariamente su Game Boy. Ecco il nostro resoconto.
a cura di Domenico Musicò
Deputy Editor
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Nintendo
- Produttore: Nintendo
- Distributore: Nintendo
- Piattaforme: SWITCH
- Generi: Azione , Avventura
- Data di uscita: 20 settembre 2019
L’operato di Nintendo, in questa generazione, continua a essere encomiabile per motivi che appaiono sempre molto validi: non solo sta intelligentemente riportando su Switch tutti i grandi giochi usciti sulla sfortunata Wii U, ma sta anche rivitalizzando alcuni titoli che sono ormai cristallizzati nel tempo e nella memoria, rinchiusi nella loro trappola fatta di pixel e scarsi dettagli, esattamente come The Legend of Zelda: Link’s Awakening. Richiamano dolci ricordi, interi pomeriggi passati a immaginare e interpretare ciò che la grafica del tempo non poteva mostrare, e sebbene i giocatori di vecchia data abbiano ben presente di cosa stiamo parlando, è risaputo quanto le nuove generazioni siano spesso restie ad avvicinarsi a opere che sembrano lontane anni luce dalla concezione moderna di videogioco.
Link’s Awakening: Il risveglio
Poco male, perché anche stavolta ci ha pensato Nintendo: con Link’s Awakening, l’operazione di remake potrebbe non solo far conoscere al grande pubblico un gioco vecchio di ventisei anni grazie soprattutto alla sua estetica accattivante, ma anche dare ottime motivazioni per ritornare sull’isola di Koholint a chi all’epoca del Game Boy (e successivamente Game Boy Color) si era goduto la classica avventura.
La storia ha inizio con Link che naufraga sulle spiagge tropicali dell’isola misteriosa, dove la leggenda narra che nessuno, una volta arrivato, possa riuscire a scappare via. Qui, oltre a villaggi immersi nella natura, ci sono foreste lussureggianti, paludi, deserti e un castello, presidiati da nemici e da personaggi che daranno manforte a Link, che finalmente ritornerà anche ad affrontare i classici dungeon attraverso cui la serie si è sempre contraddistinta. Il sapore di questo nuovo/vecchio Zelda è infatti quanto di più lontano ci sia dall’apprezzato Breath of the Wild, e questo lo specifichiamo soprattutto per chi viene dall’ultimo capitolo e non ha ben chiaro quale sia il passato della serie.
Trattandosi di un gioco uscito originariamente su una console portatile, e arrivato un paio di anni dopo l’iconico A Link to the Past, ha una struttura piuttosto diversa persino da quel A Link Between Worlds che è il seguito diretto della perla pubblicata su Super Nintendo.
In questo remake di Link’s Awakening, il protagonista dovrà equipaggiarsi con degli oggetti indispensabili per l’avanzamento lungo gli scenari di gioco. Com’è facile intuire, la progressione è legata al risolvimento di alcuni mini puzzle e all’uso intelligente degli accessori, che daranno modo a Link di scoprire man mano parti sempre più grandi dell’isola e dei segreti che vi si annidano.
A Link to the Island
Nello specifico, basti pensare a oggetti come il Superbracciale, in grado di dare a Link la forza per poter sollevare grandi massi che intralciano il cammino; o alla Piuma di Roc, che dona al protagonista la leggerezza necessaria per poter saltare oltre i crepacci. Si consideri inoltre la presenza della pala, utile per scavare piccole fosse sotto cui spesso si celano rupie o tesori più importanti, o del boomerang, che può raggiungere nemici e oggetti che prima potevano sembrarvi completamente fuori portata.
Quando avrete a disposizione tutti gli accessori in questione, l’avanzamento sarà davvero libero da ogni impedimento, e vi darà modo di esplorare in lungo e in largo l’isola di Koholint, magari scoprendo zone, caverne, scorciatoie, labirinti o budelli di terra di cui nemmeno immaginavate la presenza. Il senso di scoperta e d’avventura, già dalle prime fasi, è davvero molto forte e si lega indissolubilmente all’epoca d’oro del genere e della serie, e d’altra parte, non avremmo potuto chiedere di meglio, considerando che di base il gioco è rimasto quello della prima metà degli anni ’90.
Esteticamente, The Legend of Zelda: Link’s Awakening è davvero una delizia per gli occhi: un remake del genere testimonia con quale cura Nintendo riesce a rivitalizzare i propri prodotti, mantenendo intatto il loro incredibile fascino e al contempo capace di dare quella svecchiata necessaria senza tuttavia alterarne il nucleo centrale. Il risultato è davvero da applausi, sia per quanto riguarda la scelta stilistica, sia per l’effetto finale che se ne ricava. Tra circa una settimana, ritorneremo con la recensione per dare il giudizio su un remake che sembra già avere pochi punti deboli.
+ È un capitolo classico e il remake non contiene contaminazioni moderne
+ Darà ottimi motivi per giocarci sia ai neofiti, sia ai veterani
Dungeon, enigmi, sfide e tutto quello che ci si aspetta dal più classico dei capitoli della serie ritorneranno in The Legend of Zelda: Link’s Awakening tra pochissimi giorni, a testimonianza del grande rispetto che Nintendo ha per la proprie IP e per il suo pubblico. Il “revamp” grafico, oltretutto, riuscirà senza dubbio ad avvicinare tutti coloro che per pigrizia o motivi anagrafici si erano persi il gioco originale su Game Boy, avendo a disposizione un’estetica moderna che si adatta perfettamente alla natura del capitolo in questione.
Voto Recensione di The Legend of Zelda: Link's Awakening - Recensione
Voto Finale
Il Verdetto di SpazioGames
Pro
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Graficamente delizioso, frutto di un gran lavoro di stile
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È un capitolo classico e il remake non contiene contaminazioni moderne
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Darà ottimi motivi per giocarci sia ai neofiti, sia ai veterani
Contro
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Al momento, nessuno