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La storia di Call of Duty Modern Warfare, Parte 1

Riscopriamo il primo capitolo della trilogia

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Avatar di Nicolò Bicego

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Pubblicato il 16/10/2019 alle 09:37
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Il Verdetto di SpazioGames

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Non è facile raccontare l'importanza di Call of Duty 4: Modern Warfare a chi non ha vissuto appieno la settima generazione di console. La maggior parte delle novità introdotte dal gioco, tanto per la campagna quanto per il multigiocatore, appare oggi talmente scontata che è difficile immaginare quanto questi elementi potessero essere rivoluzionari all'epoca. Speriamo di avervi trasmesso almeno un briciolo di quello che ha significato il primo Modern Warfare per una generazione di giocatori. In attesa di incontrarci di nuovo con l'appuntamento dedicato a Modern Warfare 2, che ne dite di raccontarci i vostri ricordi legati al gioco nella sezione commenti? Sappiamo che siete meno giovani di quanto vi piacerebbe ammettere.

Non manca molto all’uscita del nuovo Call of Duty: Modern Warfare, il soft reboot che intende aggiornare la creatura di Infinity Ward al 2019. Nell’attesa, abbiamo pensato di proporvi una retrospettiva dedicata ai tre capitoli della serie Modern Warfare, cercando di capire cosa ha reso così indelebile il ricordo di questa trilogia per i fan della serie. Oggi partiamo con il primo episodio, Call of Duty 4: Modern Warfare, uscito originariamente su PC, Playstation 3 e Xbox 360 nel 2007, per poi essere riproposto come Call of Duty: Modern Warfare Remastered su PC, Playstation 4 e Xbox One nel 2016.

Sono stanco della Normandia

La serie di Call of Duty era nata come la risposta di Activision ai Medal of Honor di EA. Molti sviluppatori di Infinity Ward, a dire la verità, avevano proprio lavorato sul popolare franchise prima cambiare bandiera. E fino a Call of Duty 3, la battaglia tra le due serie venne giocata in casa, nello scenario della Seconda Guerra Mondiale, all’epoca teatro di molteplici sparatutto disponibili su PC e console. Nonostante l’importanza di questo tragico evento storico, nel mondo videoludico cominciava a sentirsi un certo bisogno di cambiamento da parte dei videogiocatori, ormai stanchi di compiere, per l’ennesima volta, il periglioso sbarco in Normandia.

Il rischio di saturare il mercato con titoli per cui era sempre più difficile diversificarsi tra loro era tremendamente reale; Infinity Ward, però, ebbe l’intuizione giusta al momento giusto. Cambiare il setting della loro serie, spostando l’azione di gioco al mondo contemporaneo. E così, la campagna per giocatore singolo di Call of Duty 4: Modern Warfare abbandona il campo di battaglia europeo per spostarsi nel Medio-Oriente, raccontandoci un conflitto completamente diverso, che coinvolge forze speciali ma che al contempo minaccia il mondo intero. Il pericolo è costituito da un criminale di nome Al-Asad, che ha preso il potere con la forza in una nazione (che rimane senza nome) del Medio-Oriente; l’evento causa l’intervento degli Stati Uniti, che inviano forze speciali per catturare il pericoloso dittatore.

Al di là dell’evidente americo-centricità dell’intreccio (sebbene con i sequel i contorni della storia si facciano più ambigui), lo spostamento dell’azione da conflitti su larga scala ad operazioni speciali cambiava completamente il respiro delle missioni. Call of Duty 4: Modern Warfare non rimase impresso ai giocatori soltanto per il cambio di scenario, ma anche perché il conflitto, qui, diventava più “personale”, tanto nella storia quanto nell’esecuzione delle missioni. Inoltre, lo stile della serie, da qui in poi, assunse un’impronta sempre più cinematografica e volta alla spettacolarità.

Memorabili sono le missioni ambientate nel passato a Chernobyll, durante la giovinezza del Capitano Price; in esse, il ritmo di gioco cambiava completamente, favorendo un approccio stealth alle missioni che alzava inevitabilmente la tensione. Nonostante la brevità della campagna (elemento tipico della serie), è stato proprio l’impatto di missioni come questa a renderla distinguibile dalle campagne di altri FPS simili, al punto che, ancora oggi, un veterano della serie citerà questa missioni, con ogni probabilità, tra le sue preferite. Ma non fu solamente la bontà della campagna, con il suo cambio di scenario, a rendere Modern Warfare un successo tra i giocatori. La vera rivoluzione, infatti, fu il comparto multiplayer.

Come ti reinvento il multiplayer

La settima generazione di console fu quella in cui la componente multiplayer online dei videogiochi divenne davvero importante, e Modern Warfare giocò un ruolo fondamentale nei primi anni di vita delle console. Sia chiaro, Call of Duty 2 e Call of Duty 3 godevano entrambi di un comparto multiplayer; ma era ancora l’epoca in cui le modalità multigiocatore erano un extra, un’aggiunta per aggiungere ore di gioco a chi aveva già completato la campagna. Era chiaro che non era quello il focus del prodotto. Con Modern Warfare, le cose cambiarono, grazie a tante novità che oggi diamo per scontate. Innanzitutto, la possibilità di personalizzare le classi, novità che andava a braccetto con l’introduzione delle perks, le abilità che andavano a modificare pesantemente l’approccio alla battaglia in base alla configurazione utilizzata.

Nel corso degli anni, la serie ha sperimentato diverse tipologie di personalizzazione, ma è stato il primo Modern Warfare a rendere tutto questo possibile. A questo si connette il sistema di progressione del giocatore: un sistema che incentivava a continuare a giocare, con la promessa di ricompense in termini di nuove abilità e rudimentali cosmetici. Questi due elementi, personalizzazione e progressione, costituirono il perno della rivoluzione del primo Modern Warfare. A questo si aggiungevano anche altri elementi; l’introduzione delle kill streaks, l’aggiunta di molteplici modalità di gioco (rispetto alle spartane scelte dei precedenti capitoli) e tante altre piccole novità che andarono a segnare un taglio netto con il passato.

Soprattutto su console, un’attenzione del genere rivolta al multiplayer era davvero rara, e forse solo Halo e pochi altri titoli potevano vantare altrettanta cura per il comparto online. A chiosa di tutto ciò c’era una selezione di mappe davvero di qualità; sebbene non tutte fossero proprio eccelse, la maggior parte di esse brillava per design, vantando un giusto compromesso a livello di grandezza e un buono sviluppo tanto orizzontale quanto verticale. C’è un motivo se ancora oggi le lobby di Modern Warfare (nella sua versione Remastered) sono popolate; e indubbiamente, oltre alla nostalgia, la selezione di mappe è un altro fattore importante. Non è un caso, peraltro, che alcune vennero poi riproposte, in forma rivisitata, anche dai capitoli successivi.

Non è facile raccontare l’importanza di Call of Duty 4: Modern Warfare a chi non ha vissuto appieno la settima generazione di console. La maggior parte delle novità introdotte dal gioco, tanto per la campagna quanto per il multigiocatore, appare oggi talmente scontata che è difficile immaginare quanto questi elementi potessero essere rivoluzionari all’epoca. Speriamo di avervi trasmesso almeno un briciolo di quello che ha significato il primo Modern Warfare per una generazione di giocatori. In attesa di incontrarci di nuovo con l’appuntamento dedicato a Modern Warfare 2, che ne dite di raccontarci i vostri ricordi legati al gioco nella sezione commenti? Sappiamo che siete meno giovani di quanto vi piacerebbe ammettere.

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