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Immagine di Flintlock: The Siege of Dawn | Recensione – L’ambizione basta fino a un certo punto
Recensione

Flintlock: The Siege of Dawn | Recensione – L’ambizione basta fino a un certo punto

Ecco la nostra recensione della versione completa di Flintlock: The Siege of Dawn, progetto souls-lite con un'anima molto più variegata del previsto.

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Avatar di Marino Puntorieri

a cura di Marino Puntorieri

Editor

Pubblicato il 23/07/2024 alle 11:00
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In sintesi

·        Un’avventura souls-lite che prende spunto da tanti generi più blasonati per il suo gameplay.
·        Accessibile e adatto a tutti i tipi di giocatori.
·        Narrativamente non riesce a spiccare e a farsi notare.
  • Pro
    • Un mix di generi dal risultato abbastanza equilibrato
    • Contenutisticamente ricco, tra attività opzionali e collezionabili
    • Scontri divertenti e piuttosto appaganti…
  • Contro
    • … ma con le boss fight ci aspettavamo qualcosa in più
    • Rimane una certa legnosità durante l’esplorazione
    • Difficile entrare un minimo in empatia con i personaggi

Il Verdetto di SpazioGames

7.3
Questo test definitivo di Flintlock: The Siege of Dawn si è rivelato una montagna russa di sensazioni contrastanti. Il risultato finale rimane alla fine di discreta fattura, pur con vari limiti strutturali, e riesce a modo suo a plasmare un’esperienza equilibrata e dalla buona mole di contenuti. Certamente non brilla per carattere o personalità, narrativamente sussistono numerosi punti interrogativi e vi rimarrà addosso un certo scetticismo raggiunti i titoli di coda, ma il gameplay così accessibile e a modo suo divertente riesce a sopperire a certe mancanze quanto basta. Con un po' di amaro in bocca, però.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Flintlock: The Siege of Dawn
Flintlock: The Siege of Dawn
  • Sviluppatore: A44 Games
  • Produttore: Kepler Interactive
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , PS5 , XSX
  • Generi: Gioco di Ruolo , Azione
  • Data di uscita: 18 luglio 2024

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Quando ci siamo gettati nella prova in anteprima delle prime ore di gioco di Flintlock: The Siege of Dawn, abbiamo iniziato a prendere confidenza con il progetto di A44. Tra molti dubbi e alcune gradite sorprese, si sono iniziati a delineare i contorni di un titolo sorprendentemente ambizioso, anche se siamo consci che amalgamare così tante idee in un’offerta coerente ed equilibrata non sarebbe stata un’operazione semplice da portare a compimento.

Raggiunti i titoli di coda della versione definitiva di Flintlock: The Siege of Dawn, siamo riusciti – almeno in parte – a tirare un sospiro di sollievo, nonostante il passare delle ore di schermo abbia portato alla luce tutti i limiti di un prodotto che rischia in più situazioni di soffrire di una forte crisi di identità.

Intraprendendo la strada dell’ampliamento del proprio pubblico di riferimento, rispetto a quanto fatto con Ashen, si ha la sensazione che il team A44 Games abbia aver sacrificato qualcosa sul piano prettamente artistico e del carattere a favore della quantità, realizzando un’avventura con più attività opzionali e una maggiore accessibilità.

Ma andiamo con ordine.

Vendetta contro le divinità

Nel mondo di Flintlock: The Siege of Dawn umani e creature ultraterrene erano divise da una misteriosa e antica barriera, con le incursioni di quest’ultime limitate a casi sporadici, contenuti su specifici confini grazie all'intervento dell'armata della Coalizione.

Guarda su

Parliamo di coraggiosi soldati incaricati di mantenere la pace e di cercare un modo per fermare definitivamente la fuoriuscita di questi mostri bramosi di potere e sangue.

Impersonando la giovane e coraggiosa Nor Vanek, membro fidato della Coalizione, ci ritroviamo dopo una serie di eventi piuttosto concitati, che scatenano la definitiva frattura della barriera. Di conseguenza, ondate di non morti imperversano nel mondo conosciuto, capitanati da antiche divinità che iniziano ad assoggettare la popolazione delle varie città a proprio piacimento.

In questa fase di apparente fine, veniamo salvati da una piccola divinità a forma di volpe di nome Enki e ci ritroviamo a iniziare un lungo viaggio per prendere confidenza con alcuni misteriosi poteri e diventare sempre più forti, con l’obiettivo di vendicarci delle divinità che hanno portato caos e distruzione indiscriminatamente.

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Liberare i viari villaggi permetterà di ottenere nuove missioni e negozi.

Niente di particolarmente innovativo per la trama di Flintlock: The Siege of Dawn, sia chiaro, ma almeno in alcune sue fasi più centrali riesce a regalare qualche piccolo momento che catturano un minimo l’attenzione.

Si intravede il tentativo di presentare qualche personaggio secondario, o di cercare di puntare sul rapporto tra i due protagonisti e la loro crescente intesa durante tutta l’avventura; eppure, al di là qualche sporadico dialogo più interessante, non siamo riusciti a sentire chissà quale coinvolgimento.

Un gran peccato, insomma, per la caratterizzazione dei vari personaggi presentati durante tutte le ore di Flintlock: The Siege of Dawn, che non decolla mai in un mondo dark fantasy che – tra utilizzo della polvere da sparo e di antiche rune magiche – offre invece una cornice ben confezionata per il giocatore, pur nella sua semplicità.

Rispetto al precedente progetto della software house con sede in Nuova Zelanda, abbiamo una manciata di macro-aree con una buona presenza di attività secondarie e collezionabili.

Considerando che è possibile proseguire a completare in modo lineare la trama principale in una decina di ore, queste possono tranquillamente raddoppiare con le varie attività opzionali, con un sistema di esplorazione che riprende – senza gli stessi risultati qualitativi, va ribadito – quello di The Witcher 3.

Schiva, spara, magia, ripeti

Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, confermiamo tanto in positivo quanto in negativo quanto iniziato a scoprire nel test preliminare di Flintlock: The Siege of Dawn. La base è quella dei souls-lite per avere il giusto equilibrio tra sfida per i più temerari e accessibilità (o godibilità) anche per i semplici curiosi.

Immagine id 18269
Con i fucili si possono effettuare headshot letali, enfatizzati da un piccolo rallenty.

Il combattimento necessità di calma e di un minimo di padronanza dei pulsanti adibiti alla schivata e all’utilizzo della pistola – per interrompere gli attacchi nemici più pericolosi. Alternare in modo sensato l’arma bianca con le magie del fidato compagno Enki, invece, permette di avere la meglio anche sui nemici più coriacei.

Lo spirito più action, vicino a modo suo ai moderni God of War, si evince nella ricerca di un combat system piuttosto dinamico, plasmabile secondo tre rami di abilità suddivisi per capacità con le armi da fuoco, le asce e la magia – in un connubio che può portare anche a delle combo piuttosto divertenti da concatenare.

In Flintlock: The Siege of Dawn non abbiamo una stamina da dosare per attacchi o schivate. Questo significa che ogni scontro si gioca sul puro tempismo con i comandi, senza troppe problematiche o complicazioni.

Se si viene eliminati, però, si perde l’esperienza accumulata e si ritorna all’ultimo “falò” sbloccato, il che ci obbliga a tornare nell’area del game over per tentare di recuperarla. Il risultato finale è abbastanza equilibrato e ha una sua ragion d’essere, non fosse per alcuni momenti dove la telecamera e il sistema di puntamento diventano un cavallo imbizzarrito e rendono il tutto più caotico del previsto.

Problematica enfatizzata durante le boss fight – per le quali già di per sé ci aspettavamo decisamente di più, tanto sul piano dell'impatto estetico quanto dell’effettiva esperienza pad alla mano.

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L'esplorazione alterna momenti visivi d'impatto, grazie alla magia del nostro fidato compagno, ad altri fin troppo macchinosi.

Tra equipaggiamenti e inventari tipici dei classici action-adventure, abbiamo un buon ventaglio di opzioni tra le quali poterci districare, che vanno a supporto di un sistema di progressione tanto classico quanto funzionale.

L'unico difetto davvero impossibile da digerire è rappresentato dalla telecamera, soprattutto in aree piccole ma affollate o negli scontri con i boss.
Curiosa, su questi aspetti, la scelta del team di indicare un'unica tipologia di valuta sia per sbloccare le abilità sia per acquistare qualsiasi risorsa dai mercanti come armi, armature, skin e potenziamenti per l'equipaggiamento. Una scorciatoia che, a conti fatti, dividerà i giocatori tra sostenitori e perplessi in modo netto.

Ultimo, ma non per importanza, vogliamo aggiungere due parole per il comparto tecnico di Flintlock: The Siege of Dawn. Rispetto al primo test abbiamo notato netti miglioramenti sul piano del frame rate e della pulizia generale.

Durante il test su PC, però, abbiamo notato alcuni singhiozzi nelle fasi concitate che fanno pensare a qualche incertezza, si spera temporanea, sul piano dell’ottimizzazione generale. 

Immagine id 18271
Le opzioni per la personalizzazione non mancano di certo, tra armi abilità e alcune parti di armature.

Anche in termini di level design il risultato è abbastanza soddisfacente tra strade, sentieri nascosti e bivi dove sfruttare le abilità della divinità amica per compiere veloci manovre.

Incomprensibile, però, la necessità di dover in più occasioni trovare l’ennesimo barile per far esplodere una barriera che blocca la nostra strada, attività priva di stimoli (ma anche di estro in sede di design) che strozza il ritmo generale dell’esplorazione.

L’unico vero neo davvero difficile da digerire a priori rimane però quello della telecamera, soprattutto nelle aree più circoscritte con tanti nemici, o con gli attacchi speciali del boss di turno, che portano a galla un po' di caos e frustrazione.

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