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Double Kick Heroes, la recensione in early access di un gioco metallaro

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a cura di Redazione SpazioGames

Pubblicato il 27/04/2018 alle 09:24 - Aggiornato il 01/08/2018 alle 11:08

Prendete un po’ di BroForce e un po’ di Guitar Hero, date al tutto un tono decisamente più metallaro, aggiungeteci zombi vestiti da quarterback e otterrete Double Kick Heroes, un titolo che secondo gli sviluppatori deve essere giocato pressappoco così: “Suona più forte che puoi ed evoca Satana”. Con premesse così, non può che uscirne qualcosa di buono.

Joop Wolters e Patrick Rondat salveranno il mondoSviluppato da Headbang Club e attualmente disponibile su Steam in early access, Double Kick Heroes si presenta come una sorta di mix tra un rhythm game e uno shoot’em up a scorrimento orizzontale. Dal punto di vista narrativo, diciamo subito che si tratta di uno di quei titoli che fa nascere molti “Perché?”, a cui ci si ritrova dopo poco a rispondere: “Perché no!”. Siamo infatti nel bel mezzo della classica e micidiale epidemia zombi e gli unici a non essersene accorti sembrano essere gli sgangherati metallari della band Double Kick Heroes. Messi alle strette da una folla di mangiatori di cervelli, i nostri sono costretti a scappare proprio durante un concerto e a ripiegare sulla loro Gundillac, una macchina attrezzata (anche qui: “Perché no!”) di fucili e mitragliatori collegati al rullante della batteria del gruppo. In viaggio sull’autostrada, i nostri verranno inseguiti da orde di zombi e altri nemici di vario tipo che il giocatore dovrà far fuori a tempo di musica. Il viaggio dei nostri sarà spesso interrotto da incontri con altri superstiti, tra i quali spiccano alcuni grandi nomi della musica rock e metal, per siparietti piuttosto spassosi. C’è da dire che l’edizione attualmente disponibile non comprende la campagna completa, anche se è possibile giocare le prime tre, quattro ore della quest principale. È disponibile, inoltre, la modalità Arcade, nella quale l’obiettivo è quello di far segnare il punteggio più alto possibile.

Drive’n’shootSappiamo quindi che i componenti della band, ovvero Lincoln, Snake, Derek, Randie e James sono dei metallari dal cuore duro che non intendono essere sopraffatti dagli zombi. In termini di gameplay, però, come si traduce tutto ciò? Come dicevamo in precedenza, Double Kick Heroes è un interessante ibrido tra rhythm game e shoot’em up. In ogni livello, infatti, i nostri eroi saliranno a bordo della Gundillac e verranno inseguiti da un’orda di nemici. La schermata, a questo punto, si divide in due parti: quella superiore scorre in senso orizzontale, dando spazio alla macchina e agli zombi; la metà inferiore, invece, mostra la tastiera semplificata di una chitarra, all’interno della quale compariranno i tasti che i giocatori dovranno premere a tempo per seguire il ritmo dalla canzone dal gioco. Si tratta, in tutto e per tutto, di una impostazione da rhythm game di stampo classico, a cui però si aggiungono ulteriori elementi di complessità. Dopo pochi livelli, infatti, la nostra macchina si potrà muovere sull’asse verticale, per poter puntare con più precisione i nemici che vogliono farci (o meglio, mangiarci) la pelle. Si può capire come il giocatore sia chiamato a un’attività piuttosto intensa: oltre a seguire in maniera adeguata il ritmo della canzone, con la conseguente pressione di tasti su pad e tastiera, sarà necessario anche dare un occhio a cosa succede sulla strada, spostando la propria auto prima che gli zombi ci raggiungano: dopo tre contatti, infatti, il livello terminerà e bisognerà ricominciare tutto dall’inizio. La sfida lanciata dal gioco, perciò, è tutt’altro che banale e comprende boss di fine livello, nemici più o meno veloci e resistenti, ma anche opzioni offensive sfiziose. Riuscire a portare a termine una sequenza con il giusto tempismo, infatti, ci permetterà di ottenere attacchi più efficaci; con il prosieguo della storia, inoltre, la nostra Gundillac verrà potenziata, e ciò consentirà di utilizzare armi sempre migliori. La durezza della sfida, in ogni caso, appare scalabile: gli sviluppatori hanno incluso diversi livelli di difficoltà relativi all’efficacia delle combo e soprattutto al numero di tracce musicali da seguire. Il nostro consiglio, a questo proposito, è proprio quello di iniziare da una sola linea melodica, in modo da gestire al meglio le varie fasi del gioco. Anche in quest’ultimo caso, comunque, il titolo darà filo da torcere anche agli esperti dei rhythm game, specie nel momento in cui saranno presenti nemici più veloci della nostra auto, e perciò in grado di raggiungerci in poco tempo: in questi casi si deve sperare di realizzare una sequenza praticamente perfetta, altrimenti lo scontro sarà inevitabile. In questo senso, la nostra impressione è che il titolo necessiti ancora di qualche intervento per calibrare al meglio la difficoltà di alcune sequenze.

Tracce bestialiLa musica, evidentemente, ha un ruolo fondamentale all’interno di Double Kick Heroes: composta da Elmobo in collaborazione con altri artisti, la colonna sonora del gioco costituisce l’elemento portante di ogni livello e modalità del titolo. Il gioco, però, già da ora permette di utilizzare un interessante e completo editor di livelli che consente di utilizzare le proprie tracce audio in formato .mp3. Una volta importata la canzone scelta, però, si dovrà procedere a creare la “partitura”, ovvero la sequenza di tasti da premere con il giusto tempismo una volta avviato lo stage. Si tratta di un processo piuttosto lungo che, però, può dare soddisfazioni già da ora: alcuni appassionati, nel momento in cui scriviamo, hanno già realizzato versioni di Master of Puppet dei Metallica, Rusty Bloody Roots dei Sepultura e, per i più sentimentali, Numb dei Linkin Park. Attenzione, però: il titolo permette di scaricare il livello personalizzato solo se si è in possesso sul proprio computer del corrispondente file .mp3 (scelta logica e obbligata, considerate le implicazioni legali e di copyright).Dal punto di vista grafico il gioco sceglie la strada, ormai battuta da numerose produzioni indipendenti, della pixel art. Si tratta di uno stile già visto in molti titoli che, però, riesce a fare la sua parte e a rappresentare in maniera sufficiente le differenze tra i vari tipi di nemici.

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