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Pro
- Stravolge con intelligenza le regole dell’anime investigativo
- Stile visivo retrò coerente con il tono nonsense della serie
- Ritmo frenetico che cattura l’attenzione fin dal primo minuto
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Contro
- Introduce troppo presto nuovi personaggi
- L’animazione volutamente semplice potrebbe non piacere a chi cerca produzioni visivamente più raffinate
- Comicità eccessiva che rischia di stancare chi non apprezza il nonsense esasperato
Il Verdetto di Cultura POP
L’anime investigativo è un genere che, nell’immaginario collettivo, evoca crimini intricati, deduzioni fulminanti e protagonisti brillanti impegnati a smascherare oscure verità. Ma cosa succede quando una serie decide di ribaltare completamente queste aspettative, prendendosi gioco delle regole e abbracciando senza remore la commedia slapstick, la violenza cartoonesca e un cast di personaggi fuori di testa? La risposta arriva con Detectives These Days Are Crazy! (tratto dal manga omonimo di Masakuni Igarashi), che con il suo primo episodio irrompe nel panorama degli anime investigativi come una ventata d’aria fresca e sfrontata. Il risultato è un’irriverente “gag anime” che si diverte a demolire le convenzioni del genere a cui appartiene.
Uninvestigatore alla frutta (e felicemente fuori moda)
L’episodio d’esordio, diviso tra “Ex Grande Detective, Keiichiro Nagumo” e “Disinfestazione di Mashiro”, ci catapulta nella vita tutt’altro che eroica di Keiichiro Nagumo, un detective privato stanco e disilluso, la cui carriera è ormai ridotta a inseguire mariti infedeli e ritrovare gatti scomparsi. È un personaggio fuori dal tempo, prigioniero di un’idea di detective vecchia scuola che oggi non ha più spazio nemmeno nei drammi polizieschi. E questa consapevolezza, trattata con sorprendente lucidità, è una delle chiavi più interessanti della serie.
In un Giappone moderno in cui i crimini efferati sembrano roba da fiction, Keiichiro è diventato un reperto archeologico umano, un ex prodigio incapace di aggiornarsi. La sua assistente Mashiro, liceale piena di energia e sarcasmo, non perde occasione per ricordarglielo. Eppure, anziché trasformare tutto in un dramma malinconico, la serie lo racconta con la logica delirante dei cartoni animati: ritmo frenetico, gag visive a raffica, situazioni che degenerano nel caos più totale. Detectives These Days Are Crazy! non è una parodia distruttiva del crime fiction, ma piuttosto un bizzarro ibrido tra lo slice-of-life comico e il buddy cop più scatenato, in cui i casi sono assurdi e le soluzioni ancora di più.
Al centro del primo episodio ci sono, per l'appunto, Keiichiro e Mashiro, due personaggi diametralmente opposti ma perfettamente complementari. Keiichiro, ormai sulla quarantina, è un investigatore in pensione solo per mancanza di alternative, un ex bambino prodigio che sembra uscito da una versione decadente di Detective Conan. È goffo, disilluso, eppure stranamente affascinante: la sua miseria è trattata con tenerezza e umorismo, rendendolo un personaggio sorprendentemente vicino a chi, con qualche anno in più sulle spalle, ha smesso di credere nei propri vecchi ideali.
Mashiro, invece, è un uragano: salta dai tetti, stende yakuza a mani nude, trasporta armi nascoste ovunque e, soprattutto, si impone come assistente del protagonista con una naturalezza sconcertante. Le sue motivazioni restano avvolte nel mistero, ma è chiaro che nasconde un legame con il passato di Keiichiro che lui stesso non ricorda. Se lui è l’anacronismo, lei è l’anomalia: una forza della natura che porta scompiglio ma anche nuova linfa.
Il dinamismo tra i due è esilarante, ma anche vagamente commovente. Mashiro non è semplicemente una spalla comica: è l’elemento che scuote Keiichiro dal torpore, e che costringe la serie a non prendersi mai sul serio. Le loro interazioni funzionano proprio perché oscillano tra lo slapstick e la costruzione di un rapporto che, si intuisce, potrà evolvere in modo interessante.
Anime alla Gintama, spirito da "cartone" del sabato mattina
Dichiaratamente ispirato a Gintama, Detectives These Days Are Crazy! non fa mistero dei suoi riferimenti. Keiichiro è una sorta di Gintoki stanco e depresso, Mashiro ricorda da vicino la follia e la forza bruta di Kagura, e l’introduzione fulminea di Taro Nezu – potenziale voce della ragione – lo colloca perfettamente nel ruolo di Shinpachi. Anche la mascotte non tarda ad arrivare: Cerberus è l’ennesimo elemento assurdo in un cast che già trabocca di follia.
La struttura a segmenti dell’episodio, con micro-avventure che si susseguono senza sosta, è un altro omaggio evidente al modello di Gintama. Ma, a differenza della serie di Sorachi, qui il focus non è tanto sulla satira quanto sulla comicità fisica e sull’assurdo elevato all’ennesima potenza. Liden Films adotta un’animazione volutamente semplice, quasi rétro, perfetta per sottolineare la natura slapstick del progetto. Le espressioni deformate, i frame statici comici e le esplosioni di violenza gratuita sono gestiti con un tempismo che fa spesso centro.
Il ritmo della prima puntata è talmente serrato che non si fa in tempo ad affezionarsi al duo Keiichiro-Mashiro che già il cast si espande. Forse un po’ troppo presto. Avrebbe giovato qualche minuto in più per consolidare il legame tra i protagonisti prima di inserire nuovi elementi, ma è chiaro che la serie punta su un’energia incontrollabile più che sulla costruzione paziente. L’ingresso di Taro, per quanto buttato lì quasi per caso, è coerente con il tono della serie, che sembra divertirsi a sovvertire ogni attesa.
Nonostante tutto, il primo episodio riesce a far ridere, a sorprendere e, soprattutto, a incuriosire. I personaggi, pur ispirandosi a modelli noti, sono caratterizzati con intelligenza e personalità. Non c’è nulla di rivoluzionario nella struttura, ma la forza della serie sta proprio nella sua sfacciata voglia di divertirsi – e far divertire – senza troppe pretese.
Un caos calcolato
Insomma, Detectives These Days Are Crazy! non inventa nulla, ma reinventa con entusiasmo. Ruba a piene mani da un immaginario già rodato, lo impasta con una comicità visiva martellante, lo infila in una cornice post-moderna e tira fuori un prodotto che, contro ogni logica, funziona. È un tuffo nel passato – non solo per l’influenza di Gintama, ma anche per il gusto quasi artigianale delle sue gag – e allo stesso tempo un anime perfettamente consapevole del presente, capace di giocare con le aspettative del pubblico e di rendere accattivante anche la figura di un detective stanco e fuori tempo massimo.
In definitiva, la serie parte con il piede giusto. È rumorosa, sopra le righe, volutamente ridicola e piena di potenziale. Se manterrà questo equilibrio tra assurdità e cuore, potrebbe diventare una delle sorprese più divertenti della stagione. Per chi è in cerca di una commedia che prenda a calci (letteralmente) i cliché investigativi, Detectives These Days Are Crazy! è un appuntamento da non perdere.