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Call of Duty: Modern Warfare III | Recensione - Non ci siamo

Abbiamo finalmente messo le mani sulla versione completa di Call of Duty: Modern Warfare III, e siamo pronti a raccontarvi tutto nella recensione.

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

In sintesi

  • Questa nuova iterazione della gloriosa serie non si rivela all'altezza del nome che porta, accontentandosi di svolgere un compitino: dare un nuovo episodio annuale al mercato, senza però alcuno spunto.
  • Il multiplayer diverte come sempre, vivendo di rendita, ma il senso di stanchezza del franchise è davvero forte.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Call of Duty: Modern Warfare III
Call of Duty: Modern Warfare III
  • Produttore: Activision
  • Distributore: Activision Blizzard
  • Testato su: PS5
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5 , PS4 , XONE
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: 10 novembre 2023

Anche quest’anno è arrivato il momento di parlare del nuovo Call of Duty. Il capitolo di questo 2023 si chiama Call of Duty: Modern Warfare III ed è il primo sequel nella storia della saga ad essere lanciato ad un solo anno di distanza dal precedente episodio – e anche il primo a vedere un cambio di studio di sviluppo principale (da Infinity Ward la palla è passata a Sledgehammer Games).

Il gioco è già disponibile su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e PC, dunque abbiamo avuto finalmente modo di mettere le mani sul pacchetto completo offerto dagli sviluppatori, mettendo alla prova anche le modalità multiplayer.

Inutile girarci intorno: se avete seguito la nostra copertura del gioco fino ad ora, saprete ormai che la sensazione era che Call of Duty stesse procedendo a passo di marcia verso il più grande buco nell'acqua della sua storia ventennale, almeno dal punto di vista della qualità.

Vediamo quindi se le nostre impressioni sono cambiate con questa prova finale (la risposta è no).

I tempi sono maturi per smettere con le banalità

Abbiamo già parlato in modo approfondito della campagna in uno speciale dedicato ad essa, dato che era stata resa disponibile, come da tradizione recente, con qualche giorno di anticipo rispetto al resto del gioco.

Non vogliamo tornare ad affrontare quindi questo tema nel dettaglio, ma vogliamo comunque spendere due parole su questa componente di Modern Warfare III, perché ovviamente ha un suo peso nell’economia del gioco.

La campagna è fiacca e si trascina con stanchezza.
Senza troppi giri di parole, la campagna di Modern Warfare III non ha assolutamente nulla di nuovo da dire. Dal punto di vista della storia è fiacca, priva di pathos e di personaggi memorabili. Si trascina avanti con stanchezza, ed il fatto che questo terzo capitolo non sia l’atto conclusivo di una trilogia (come invece era stato il Modern Warfare 3 originale) suona davvero più come una minaccia che una promessa.

Non ci saremmo aspettati grandi novità sotto il profilo del gameplay, e così è stato; l’unica differenza rispetto ad altri titoli della serie è una maggiore enfasi sulle missioni di combattimento aperto, cioè su quelle ambientate su mappe di dimensioni generose, che forniscono una buona libertà di approccio nel completamento degli obiettivi.

Paradossalmente, tutte le missioni che si allontanano dal “classico” Call of Duty spettacolare, cinematografico ma immensamente lineare sono proporzionalmente più noiose. La libertà di approccio non ha un reale motivo d’essere, non risulta soddisfacente perché non ci sono incentivi a sperimentare, ad andare oltre l’iconico “run and gun” di Call of Duty.

L’unico risultato è quello di muoversi su mappe più grandi ma anche prive di eventi interessanti in buona parte, diluendo quell’azione di stampo hollywoodiano che è il (discutibile, per alcuni) cuore della sotto-serie Modern Warfare.

Al di là di tutto questo, però, Call of Duty continua la sua discesa nell’abisso della propaganda. Sia chiaro, la serie ha sempre avuto forti legami con la galassia propagandistica americana, soprattutto negli episodi della saga di Modern Warfare.

Se però nella trilogia originale c’era ancora almeno un tentativo di dare un po’ di complessità alla faccenda, questa nuova saga reboot perde completamente ogni dignità. Era così già nello scorso episodio, e Modern Warfare III non fa che peggiorare le cose.

I russi, anzi, la Russia è come sempre molto cattiva (i personaggi russi hanno i nomi scritti in rosso nei sottotitoli, così è facile capire chi sono i cattivi in caso non fosse chiaro!), l’America è la patria della democrazia, e le poche mele marce che ci sono possono essere fatte fuori anche senza passare dal sistema legale – perché dopotutto chi ha bisogno della legalità quando ci sono le armi?

Questo tipo di narrazione era già fuori tempo massimo nel 2019, agli albori di questo reboot, ma adesso sarebbe decisamente il momento di passare oltre narrazioni così banalizzate. A rendere più grave la questione c’è il fatto che Call of Duty è in grado di raccontare storie più complesse, nel suo piccolo.

Pur senza raggiungere grandissimi picchi qualitativi, Treyarch ha saputo dimostrare a più riprese che anche per Call of Duty è possibile avere personaggi memorabili e storie che vadano oltre la semplice propaganda, quindi non può reggere come giustificazione il fatto che Call of Duty non abbia mai voluto ambire a storie memorabili – o anche solamente ben scritte.

Certo, tecnicamente il gioco è ineccepibile, le animazioni sono incredibilmente realistiche, e non abbiamo riscontrato problemi nella nostra prova su PlayStation 5 (la trovate su Amazon), ma serve a poco se poi l'esperienza manca di qualsivoglia sostanza.

Francamente, ci auguriamo che Activision decida di archiviare al più presto il capitolo Modern Warfare, cercando di ridare alla saga una nuova linfa vitale, cosa di cui ha un disperato bisogno.

Un multiplayer fiacco

Passiamo quindi al multiplayer di Modern Warfare III (lo trovate su Amazon), quello che per molti è il vero motivo di acquisto di un nuovo Call of Duty. Ve ne abbiamo già parlato dopo averlo provato in fase di beta, e ad essere onesti anche qui non abbiamo molto di nuovo da dire rispetto a quelle considerazioni.

Come era già intuibile, questo Modern Warfare III presenta ben poche novità rispetto al passato. Per capirci, se non fosse per le mappe differenti potreste pensare di star giocando all’episodio dello scorso anno, senza quasi nessun cambiamento.

Certo, delle modifiche ci sono, abbiamo un TTK più alto ed il ritorno dei punti rossi sulla mappa (che segnalano i nemici che fanno fuoco senza utilizzare silenziatori), ma si tratta di cambiamenti che saranno evidenti soltanto per i veterani e che, ovviamente, non giustificano un nuovo episodio a prezzo pieno.

Ecco, è questo il principale problema del multiplayer di Modern Warfare III: qui più che nella campagna è evidente che questa doveva essere solamente un’espansione, e non un gioco lanciato a prezzo pieno.

Prendiamo anche le mappe. Al lancio, troviamo solamente rivisitazioni di mappe provenienti da Modern Warfare 2 (quello del 2009), senza alcuna nuova mappa ispirata alla campagna (poco male, visto che la campagna non ha neanche una location lontanamente interessante).

La selezione di mappe presente in Modern Warfare 2 è vista tutt’oggi dalla community come una delle migliori mai proposta dalla serie, ed in effetti sono mediamente molto buone, sia in termini di level design che di pura estetica.

Il problema, però, è che sono mappe vecchie, e che se già è inaccettabile spendere 80€ per un DLC che veste le mentite spoglie di un gioco inedito, è ancora più inaccettabile spendere 80€ per un DLC che si accontenta di riciclare contenuti e asset di un gioco del passato.

Questo vuol dire che il multiplayer di Modern Warfare III non è divertente? Assolutamente no, le modalità di base funzionano ancora tutte ed il classico, adrenalico spirito arcade di Call of Duty sa ancora divertire. Il problema è tutto il contorno, il contesto all’interno del quale viene proposto questo multiplayer.

Vale la pena spendere qualche altra parola su due aspetti. Innanzitutto, il ritorno della modalità guerra. Sembra quasi, purtroppo, che gli sviluppatori si siano impegnati a rendere noiosa questa modalità. Si tratta di una rivisitazione di quanto avevano già proposto in Call of Duty: WWII, vale a dire una modalità 32vs32 dove le due squadre devono portare a termine determinati obiettivi, che progrediscono nel corso della missione.

Il fatto è che in questa rivisitazione sembra manca qualsiasi mordente, gli obiettivi non sono molto differenti rispetto a quelli di altre modalità, e l’unico cambiamento è che la partita viene diluita, rendendo quindi preferibile rimanere sulle modalità classiche.

L’altro appunto, sicuramente minore, riguarda il passaggio a Call of Duty HQ, l’hub che dovrebbe contenere tutti i Call of Duty presenti e futuri al suo interno. Sulla carta può sembrare una cosa sensata, ma all’atto pratico questo passaggio risulta veramente fastidioso e confusionario, perché paradossalmente bisogna navigare tra più menù di prima per arrivare a trovare la modalità che vogliamo giocare.

Senza contare che questo accorpamento rende ironicamente più evidente il problema degli ultimi episodi della saga. Se avete accesso a tutti gli episodi recenti, potete praticamente lanciarne uno ad occhi chiusi, e vi renderete conto che, a partita avviata, avreste grandi difficoltà a riconoscere a quale episodio state giocando, se non fosse per le mappe.

È bene ribadirlo un’ultima volta: la mancanza di novità non è un problema in sé e per sé. Diventa un problema quando la formula di gioco è già stantia da anni e quando viene proposto come “nuovo”, a 80€, un gioco che non solo di nuovo ha poco, ma che nasce palesemente come espansione di un titolo precedente.

Tu quoque, Brute

Ve lo abbiamo anticipato: le nostre aspettative verso Modern Warfare III si sono andate progressivamente abbassando, prima con la beta del multiplayer, poi con l’assaggio della campagna. L’unico appiglio per una ventata di novità rimaneva la modalità zombie: non solo perché è stata il fiore all’occhiello di molti episodi, anche tra quelli meno riusciti, ma anche perché è stata sviluppata da Treyarch, ovvero lo studio che le ha dato i natali e l'ha resa iconica.

Purtroppo, le cose non sono andate meglio che nel resto del gioco, sebbene per ragioni diametralmente opposte. Qui, infatti, il problema non è la mancanza di novità, perché anzi, ci viene proposta una versione praticamente inedita dei classici zombie; il problema è che questo cambiamento non funziona, per niente.

Sostanzialmente, la modalità zombie abbandona la sua vecchia struttura a turni, abbracciando un approccio ispirato alle proposte di Warzone, specificamente alla modalità DMZ, al punto che sembra quasi di stare giocando ad un suo re-skin, piuttosto che ad una vera modalità zombie.

Ad inizio partita saremo lanciati insieme ad altri due compagni su una vasta mappa di gioco, pullulante di zombie ed altre creature. Il nostro obiettivo sarà quello di raccogliere oggetti e completare quante più missioni possibile per poi richiamare l’elicottero a soccorrerci, prima che gli zombie abbiano la meglio su di noi o che scada il timer di 45 minuti.

Cercando di unire la modalità zombie e DMZ, Operazione Deadbolt (questo il nome dato alla modalità) perde il meglio di entrambi, finendo per diluirli in un’esperienza anonima e a tratti noiosa.

Da una parte, infatti, si perde l’adrenalina della classica modalità zombie a turni, con il suo senso di oppressione e minaccia crescente allo scoccare di ogni nuovo turno. Dall’altra, la mappa non riesce a fornire attività altrettanto interessanti rispetto alla più classica DMZ – fermo restando che avremmo preferito che questo tipo di approccio rimanesse confinato a Warzone, dove trova un suo senso ed un suo pubblico.

Con questo non vogliamo dire che avremmo semplicemente voluto la “solita” modalità zombie, anche se ad onor del vero è forse la modalità che meno sente il bisogno di cambiamenti; il punto è che i cambiamenti apportati alla formula non funzionano come avrebbero dovuto, disinnescando in parte ciò che invece c'era di bello.

Quello che resta

Dopo aver parlato separatamente delle tre modalità che compongono Modern Warfare III, è arrivato il momento di tirare le somme su questo episodio. Purtroppo, le impressioni negative che avevamo avuto nel corso delle nostre precedenti analisi sono state confermate.

Modern Warfare III sa divertire in multiplayer, ma vivendo di rendita: è un gioco nato stanco.
Modern Warfare III è un gioco che funziona, che sa anche divertire nel multiplayer vivendo di rendita, ma che come pacchetto complessivo non può che ritenersi estremamente deludente. Ma è, soprattutto, un gioco stanco.

Una campagna spenta e indegnamente propagandistica, un multiplayer senza alcun cambiamento di sorta che ricicla mappe del passato, e infine una modalità zombie che sembra più una re-skin della modalità DMZ di Warzone: se tutto questo fosse stato ideato come un’espansione a Modern Warfare II, saremmo stati di fronte ad una espansione sottotono, ma quantomeno sarebbe comunque stato più facile spiegare la mancanza di novità.

Così, invece, il gioco deve essere valutato come un titolo a sé stante, e deve riuscire a giustificare l’esborso di 80€ che Activision richiede ai giocatori al suo debutto. E semplicemente non ci riesce: sebbene la serie avesse già avvertito momenti di stanchezza in passato, mai si erano fatti così forti come per questo Modern Warfare III.

Per il futuro, questi sono segnali di quanto sia necessario un momento di svolta prima di arrivare ad uno scollamento della saga non solo dalla critica, ma anche dal pubblico.  

Voto Recensione di Call of Duty: Modern Warfare III | Recensione


5.5

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Sa ancora divertire online

  • Tecnicamente ineccepibile

Contro

  • Una campagna stanca e insulsamente propagandistica

  • Un multiplayer incapace di reinventarsi

  • Modalità zombie lontana anni luce dai fasti della serie

Commento

Call of Duty: Modern Warfare III è un gioco incredibilmente stanco. La serie era già arrivata prima a sentire momenti di stanchezza, riuscendo poi a reinventarsi e rinnovarsi, ma mai come ora questo bisogno di cambiamento era stato percepibile in modo così netto. Quest'anno niente riesce a risollevare le sorti del pacchetto proposto da Sledgehammer Games: una campagna spenta ed insulsamente propagandistica – che ci ricorda quanto gli Stati Uniti siano il bene incarnato privo di macchia, rigorosamente armi alla mano – viene accompagnata da un multiplayer sì divertente ma che ricicla solamente contenuti già visti, e da una modalità zombie insipida come mai prima d'ora. La serie ha urgentemente bisogno di tagliare i ponti con il suo recente passato e di recuperare impulso vitale, perché la discesa continua ormai da qualche tempo e c'è bisogno fermarla, dando a una IP così storica e amata davvero una nuova linfa.
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