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Avatar di Valentino Cinefra

a cura di Valentino Cinefra

Ex Staff Writer

Pubblicato il 04/05/2017 alle 00:00

Un nuovo appuntamento inaspettato in versione ridotta per la vostra rubrica preferita, un extra dedicato di nuovo al mondo Microsoft.Dopo aver parlato di Project Scorpio e di cosa potrebbe succedere nel futuro della casa di Redmond, volevo tornare a parlare brevemente di Microsoft, precisamente di Phil Spencer. Nei giorni scorsi, l’XBoss ha rilasciato un’intervista al The Guardian e, tra le tante dichiarazioni, ce n’è una molto interessante sulla quale vorrei porre l’attenzione.Spencer ha dichiarato, cito dalla nostra news: “Usciranno cose come Zelda o Horizon: Zero Dawn, e faranno molto bene, ma non avranno lo stesso impatto che avevano in passato”. In molti sono insorti gridando allo scandalo contro il buon Phil, impossibilitati a capire come un titolo come Breath of the Wild non possa “avere impatto”. Beh, passiamo ai numeri.

Ai miei tempi qui era tutto single-playerPhil Spencer ha ragione, e ve lo dimostro con un primo, semplice dato, che andrà a completare un ragionamento più complesso. Nel mese del già citato Zelda, di Mass Effect, di Horizon, Nier Automata, il gioco più venduto in Italia e Regno Unito, nonché il più venduto in tutto il mondo in versione digitale è Ghost Recon: Wildlands, un sandbox fortemente (e forse unicamente) votato al multigiocatore online. Un altro paio di dati volanti: Overwatch ha raggiunto 30 milioni di giocatori in meno di un anno, e Rainbow Six Siege è risorto come l’araba fenice, grazie ad un colpo di reni a cui non credeva nemmeno il team di sviluppo di Ubisoft. Nessuno di questi tre titoli è single player, né tantomeno story-driven.Ancora: tra i giochi più venduti del 2016 negli USA ci sono solo due titoli single player. Final Fantasy XV, il cui supporto è dilazionato nel tempo pari a quello di un MMO, e Grand Theft Auto V che continua a vendere dopo anni grazie a GTA Online.La cosa ovvia è che il mercato è cambiato, e pesantemente anche. Sia i publisher che i giocatori hanno sempre più bisogno di “giochi come servizi”, prodotti in grado di mantenere la soglia d’interesse alta per un lungo periodo di tempo. Questa necessità è talmente forte che anche alcune produzioni storicamente “statiche” in questo senso hanno ceduto. Il già citato Final Fantasy XV con i suoi DLC che andranno ad ampliare la storia, e una serie di nuovi contenuti solo accennati che, stando a quanto suggerisce Tabata, non sembrano essere del tutto pochi. Ma anche Breath of the Wild, il quale avrà un season pass con contenuti in uscita per tutto l’anno. E se Nintendo si mette a fare una cosa del genere, storicamente restia ad adottare le novità del mercato videoludico a fronte del mantenimento delle proprie idee, significa che è qualcosa di già ben eradicato.A questo proposito è interessante, e un po’ malinconica, la dichiarazione di Strabreeze di qualche giorno fa. Lo studio svedese dietro a Brothers: A Tale of Two Sons e Payday, ha dichiarato tramite un portavoce che, semplicemente, i giochi single player non portano a casa gli stipendi. Lo studio ha ricevuto tante lettere di affetto per Brothers, dichiara Almir Listo, ma non c’è rigiocabilità, si tratta di una storia bellissima che finisce. Dall’altro lato Payday, grazie alla sua rigiocabilità incredibile ed i tantissimi DLC, ha permesso di continuare a monetizzare sugli utenti interessati al gioco. Risultato, Starbreeze svilupperà solo giochi multiplayer da ora in poi, concentrandosi sui single player unicamente come publisher.

Phil contro tuttiL’opinione di Phil Spencer trapelata nell’intervista è che, oggi, i giochi che riescono a dare un sostegno adeguato allo studio di sviluppo sono quelli intesi come “servizi”, quindi quelli che hanno un supporto nel lungo periodo in termini di contenuti ed aggiornamenti vari come Destiny e The Division, entrambi portati ad esempio dal boss di Xbox. Contestualmente alle prime critiche, Spencer è intervenuto per specificare meglio la sua posizione dicendo che, ovviamente, il punto della questione non è che a lui non piaccia uno Zelda o un Horizon, ma semplicemente Microsoft si è resa conto che i titoli più giocati sono altri. Il dubbio lecito che immediatamente salta in testa è: cosa vorrà fare il colosso di Redmond al proposito per la sua console? Un dubbio che diventa ancora più forte considerando che, ad oggi, gli studi first party latitano in quel di Microsoft.A questo proposito Spencer si è prodigato a precisare su Twitter, in modo molto criptico, che non c’è l’intenzione di abbandonare i titoli single player, ma quella di trovare un modo per supportare gli sviluppatori attraverso quelli che vengono definiti dei generici “models/tools”. L’E3 di Xbox dovrebbe essere pieno di giochi, per quanto ne sappiamo, ma quali? Il mercato è fin troppo saturo di titoli multiplayer dalla vita inferiore ai sei mesi, massimo un anno, che a parte far parlare di sé alla fine non lasciano molto altro. E uno dei titoli di punta in arrivo per console Xbox, tra quelli che conosciamo, è Sea of Thieves, un MMO piratesco. Annamo bbene.

Phil Spencer ha indubbiamente ragione a dire che sono i “giochi-servizi” a trainare il mercato, ed è proprio questo il problema. Microsoft seguirà questa strada lasciando in disparte i titoli single player? Non per fare gli allarmismi, ma un pochino credo sia lecito preoccuparsi, perché c’è poca chiarezza da quel di Redmond al riguardo. In compenso, non manca poi così tanto all’E3, la fiera losangelina che sarà il baluardo della speranza per gli utenti Xbox.

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