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Una delle migliori trasposizioni videoludiche di Naruto

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Avatar di Nicolò Bicego

a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Pubblicato il 02/05/2018 alle 00:00

L’uscita di Naruto: Ultimate Ninja Storm Trilogy è stata un’occasione per riflettere su cosa vorremmo dal futuro della serie, dato che il capitolo Ultimate Ninja Storm si è ormai chiuso. Per cercare la risposta a quest’ultima domanda, ho dato un’occhiata a ciò che c’è stato prima, e soprattutto a quei due titoli che ancora oggi considero le migliori trasposizioni videoludiche di Naruto. Sto parlando di Naruto: Rise of a Ninja e Naruto: The Broken Bond.
La nascita di un ninja
Un po’ come Dragon Ball, anche Naruto ha subito un notevole cambiamento strutturale nel corso della sua pubblicazione. Se la prima serie, infatti, poneva l’accento più sul lato avventuroso delle gesta di Naruto, la seconda serie, denominata Shippuden, si focalizzava molto più sui combattimenti, che diventavano il vero cuore pulsante del manga (anche se il cambiamento non fu drastico come per Dragon Ball Z). I videogiochi tratti da Naruto, anche qui in parallelo con Dragon Ball, hanno sempre preferito adattare proprio questo secondo aspetto della serie: infatti, ci troviamo quasi sempre di fronte a picchiaduro, in cui è possibile far scontrare i propri personaggi preferiti a suon di pugni e tecniche segrete. E’ stato così con gli ultimi Ultimate Ninja Storm, e sarà ancora così con il prossimo Shinobi Striker. E sebbene si tratti di giochi che, nel corso del tempo, hanno raggiunto un livello qualitativo davvero alto, è impossibile per chi ha prediletto il lato avventuroso del manga, come chi vi scrive, non provare almeno una leggera punta di insoddisfazione vedendo che questa componente di Naruto è stata finora ignorata quasi completamente nelle sue trasposizioni. Quasi perché, effettivamente, qualche esperimento in questo senso c’è stato: in particolare, mi riferisco a Naruto: Rise of a Ninja, titolo sviluppato in esclusiva Xbox 360 da Ubisoft Montreal, un nome che fa strano leggere al fianco della licenza di Naruto. Questo titolo, infatti, andava proprio a correggere il tiro di quella che era stata fino ad allora la direzione seguita per le trasposizioni. Innanzitutto, Konoha era interamente esplorabile, ricolma di segreti e di cose da fare: in una parola, Konoha era viva proprio come nel fumetto. L’esplorazione era resa estremamente godibile dalla natura platform del titolo, che veniva rivelata anche dalle numerose sfide presenti nel villaggio: dalle classiche corse a tempo alla raccolta di collezionabili sparsi nei punti più difficilmente raggiungibili della mappa.  Konoha serviva anche come punto di collegamento tra le varie missioni della storia, che avevano perlopiù luogo al di fuori del villaggio, e che prevedevano l’alternarsi si fasi spiccatamente platform a fasi di combattimento. Il combattimento era molto più semplice di quanto si sarebbe visto di lì a poco in Ultimate Ninja Storm, non avvalendosi della sua libertà di movimento e della sua spettacolarità. Ciò nonostante, queste fasi risultavano estremamente godibili e divertenti grazie alla cura con cui era stato realizzato il repertorio di mosse di ciascun personaggio: non per niente, la modalità combattimento compariva anche come modalità a sé stante nel menù principale, dove era possibile affrontare un amico in locale o avversari casuali online. Era anche presente una modalità torneo e vi era la possibilità di salire di rango: elementi non da poco se si considera che erano ancora i primi anni di vita di Xbox 360.
Rivalità senza fine
Naruto: Rise of a Ninja si occupava di trasporre i primi ottanta episodi della serie animata, in modo peraltro discreto grazie alla buona realizzazione tecnica, che utilizzava il classico cel-shading che siamo abituati a vedere nei videogiochi della serie. Il successo di vendite garantì lo sviluppo di un sequel, sempre ad opera di Ubisoft, intitolato The Broken Bond. Questo secondo capitolo prendeva tutto quello che c’era stato nel predecessore, cercando di migliorarlo, soprattutto per quanto riguardava il combattimento, reso più profondo ed articolato, grazie anche alla presenza di un numero più elevato di personaggi e di stage. Anche l’esplorazione, però, venne mantenuta: gli sviluppatori, infatti, volevano mantenere il feeling fedele all’anime che era stato proprio di Rise of a Ninja. La storia subì una decisa accelerata, andando a ricoprire tutto ciò che rimaneva della prima saga di Naruto, arrivando praticamente alle porte dello Shippuden. Una scelta azzardata, forse, che faceva sentire la storia del gioco fin troppo velocizzata rispetto a quello che avrebbe dovuto essere il normale decorso degli eventi. Ciò nonostante, Naruto: The Broken Bond era un titolo discreto, superiore al predecessore per molti aspetti, e grazie anche ad un rinnovato comparto online il futuro di questa sotto-serie era decisamente promettente. Purtroppo, però, la serie venne interrotta da Namco Bandai: probabilmente per motivi legati alle vendite dei due titoli, la software house decise di puntare su Ultimate Ninja Storm, rendendo quella sotto-serie la principale, grazie anche al suo passaggio al multipiattaforma. Così, l’esperimento di Ubisoft con Naruto si concluse prima di poter raggiungere il suo massimo potenziale, lasciandoci ancora oggi con la voglia di avere un gioco di Naruto che riesca a bilanciare perfettamente la componente adventure e quella picchiaduro; un mix tentato solamente dal primo Ultimate Ninja Storm con risultati di gran lunga inferiori rispetto a quanto visto in Rise of a Ninja. La nostra speranza è che, in futuro, Namco Bandai decida di tentare di nuovo questa strada: anche se, con il passaggio di consegne avvenuto sia nel manga che nell’anime al figlio di Naruto, il giovane Boruto, potrebbe essere difficile vedere un titolo dedicato interamente alle avventure del padre, almeno nei prossimi tempi.

Abbiamo voluto gettare uno sguardo su due capitoli spesso dimenticati della serie videoludica di Naruto. Due capitoli che, speriamo, potranno essere un punto di riferimento per il futuro della serie, dopo la chiusura di Ultimate Ninja Storm. Adesso vogliamo sapere la vostra opinione: concordate nel ritenere questi due titoli le migliori trasposizioni videoludiche di Naruto? Quale direzione vorreste che prendesse la serie dopo Shinobi Striker? A voi la parola.

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