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Turtle Beach

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a cura di DjPralla

Pubblicato il 08/11/2016 alle 00:00
Con il galoppante effetto VR che sta portando nelle case dei videogiocatori (e non solo) i vari caschetti per la realtà virtuale, era logico aspettarsi che anche i produttori di dispositivi audio si lanciassero in questo mercato per completare al meglio l’offerta. In altre pagine abbiamo parlato di come i visori possano dare (o meno) il senso d’immersione e presenza nell’ambiente ricreato dai programmatori, ma non è sufficiente ingannare solamente il senso visivo, bisogna far credere anche all’udito di essere parte del mondo in cui ci si sta calando
Turtle Beach Stealth 350 VR:
Il primo contendente in questo ambiente non poteva che essere Turtle Beach, che negli anni abbiamo imparato a conoscere sotto le più variegate sfaccettature. Il prodotto in questione è denominato Stealth 350 VR e si prefigge di essere una cuffia leggera, ergonomica, moderatamente costosa ma potente e capace di simulare il suono tridimensionale. Senza troppi giri di parole si può dire che l’headset mantiene ciò che promette, ma andiamo con ordine. Innanzitutto il form factor: come accennato, le Stealth 350 VR sono pensate per essere indossate assieme ad un visore VR, ciò comporta che alcune componenti classiche debbano essere riviste; in questo caso abbiamo una struttura completamente in plastica, molto leggera tanto da poter far pensare che si sia voluto risparmiare, ma nell’utilizzo effettivo risultano comunque solide e stabili. L’archetto che sostiene i due padiglioni compie una parabola particolarmente ampia, dando così spazio ai lacci dei visori che passano nelle parti laterali della testa. Anche il cuscino posto tra la testa e l’archetto è stato tagliato al centro in modo tale che i cavi di HTC Vive possano passare indisturbati e senza creare fastidio all’utilizzatore. Una volta indossate le cuffie è come se sparissero, si posizionano confortevolmente attorno all’orecchio e non vanno a cozzare contro parti dei visori, specialmente con PsVR, per il quale sembrano disegnate appositamente.
Le Stealth 350 VR, pur avendo una batteria e richiedendo di essere sempre accese durante l’utilizzo, non sono wireless e si collegano tramite il classico jack da 3,5mm; in questo modo potrete utilizzarle comodamente con il sopracitato PsVR, i vari controller oppure con qualunque altro dispositivo con questo attacco (quindi niente iPhone 7). Se avete bisogno di collegarlo ad una sorgente lontana rispetto a dove poi utilizzerete le cuffie, nella scatola è prevista una prolunga e dei listelli di velcro per tenere in ordine i cavi, magari facendoli scorrere assieme a quelli del visore.
A livello acustico ci troviamo su ottimi livelli per il range di prezzo a cui viene proposto l’headset: per gli €80 necessari per l’acquisto si accede ad un suono chiaro e profondo, con la capacità di bassi importanti, che possono anche sì essere modulati indipendentemente dall’audio generale direttamente dalla cuffia. Pur non avendo il supporto per Dolby Surround o DTS, con queste cuffie Turtle Beach è in grado di garantire un audio spaziale là dove i videogiochi lo prevedano: in applicazioni in cui è codificato l’audio tridimensionale si può apprezzare un suono più ampio del consueto, che dà il senso dello spazio in cui ci troviamo. Al contrario ascoltando musica o audio classico, il suono resterà vincolato alla sola stereofonia.
Siamo dinnanzi ad un cuffia perfetta quindi? La risposta purtroppo è no, in quanto le Stealth 350 VR richiedono di essere perennemente accesse e non solo quando si vuole il suono tridimensionale o l’amplificazione. La necessità di dover tenere la batteria carica e di doversi ricordare di spegnere le cuffie a fine utilizzo fanno di certo scendere la valutazione del prodotto. In più c’è da considerare un microfono che è più che sufficiente per conversazioni, ma non arriva ad una qualità minima per poter fare delle registrazioni; in più è presente un sistema di feedback audio per poter capire quanto la nostra voce arrivi all’ascoltatore, ma non è gestibile, quindi, a meno che siate particolarmente narcisisti, alla lunga vi stancherete della vostra voce.
VOTO: 4/5
Turtle Beach Stealth 520:
Salendo come fascia di prezzo nella lineup di fine 2016 troviamo le Stealth 520, che vanno a rimpiazzare le sorelle, molto simili, Stealth 500P. Stiamo parlando di un headset dal prezzo di vendita di €129,99 circa, che offre un audio surround 7.1 in connessione wireless. 
Alla vista si presentano come cuffie tradizionali, completamente nere con alcuni inserti blu: nulla di troppo appariscente o esagerato. Sono pensate per funzionare al meglio con PS3 o PS4, sulle quali bisogna collegare una piccola usb stick e il cavo ottico per l’audio. Il collegamento da questa stick alle cuffie avviene senza cavi, quindi, sacrificando leggermente l’aspetto della console, vi salverete dal creare una giungla di liane nel vostro salotto. I controlli sono tutti situati sulla cuffia destra, compreso il tasto d’accensione nascosto sotto il simbolo di Turtle Beach al centro dell’esterno del padiglione. Alzando semplicemente la mano dal pad e portandola al lato della testa è possibile gestire il volume generale e quello della chat con due ghiere dedicate, è anche possibile cambiare preset audio oppure mutare il microfono. I preset vanno ad amplificare il suono della cuffia, andando magari a ripristinare quei bassi che di default vengono tagliati per favorire il così detto Super Human Hearing, che dovrebbe consentire di intercettare perfino i passi dei nemici vicini. Il risultato di tutto questo costrutto tecnologico non è però del tutto esaltante: sì, abbiamo a disposizione l’audio 7.1 e, preset permettendo, dei bassi corposi, ma è difficile apprezzarne l’efficacia, più di quanto si possa fare con concorrenti dalle caratteristiche sulla carta più basse e dal prezzo più contenuto. Anche il microfono arriva a malapena alla sufficienza per avere delle conversazioni pulite e comprensibili ma non si spinge oltre, rendendo eventuali registrazioni o broadcast impossibili. Molto comoda la possibilità di collegare contemporaneamente anche un telefono cellulare, in modo tale da poter ricevere tranquillamente telefonate senza dover mettere in pausa il gioco e dover togliere le cuffie.
Come detto il form factor è quello classico senza fronzoli, però la pelle che avvolge le orecchie non riesce a smaltire a dovere il calore, nonostante la presenza ora di fori appositi, portando al sudore anche dopo poche ore di gioco, anche in questo inizio di inverno. Appena tirate fuori dalla scatola l’archetto risulterà particolarmente stretto, andando a stritolare il cranio: saranno necessarie diverse sessioni di gioco prima che questo inizi a lasciarsi andare lasciando il dovuto spazio alle vostre sinapsi.
Come per le 350VR anche queste 520 richiedono obbligatoriamente di essere accese per suonare, anche se le utilizziamo semplicemente collegate ad un telefono; ad ogni fine sessione è necessario ricordarsi di spegnerle e metterle sotto carica, anche se la batteria può durarvi fino a 15 ore, quindi anche diverse sessioni di gioco. In questo caso si tratta di un difetto molto più contenuto, dal momento che stiamo parlando di cuffie pensate per l’uso wireless e quindi necessariamente alimentate.
Una chicca interessante è quella di collegare lo smartphone al posto della cuffia, in modo da poter sentire sia il suono del gioco che quello del dispositivo mobile allo stesso tempo; può tornarvi utile se state giocando a qualcosa di ripetitivo o privo di musica e volete mettere un vostro sottofondo personalizzato.
VOTO: 3/5
Turtle Beach Stream Mic:
Per questa stagione natalizia Turtle Beach porta sul mercato un nuovo prodotto, diverso dalle linee di cuffie a cui ci ha abituato nei recenti trascorsi. Stiamo parlando di Stream Mic, un microfono stand alone pensato per streamer e broadcaster. Un microfono che dalle fattezze può ricordare i classici degli anni ’50/60, ma in questo caso composto per lo più in plastica. Di fronte è presente un tasto per mutare velocemente, contornato da un led dal colore personalizzabile con un apposito piccolo tasto sul retro. Sempre sulla parte posteriore trovano posto la mini usb (non la più comune micro) per collegarlo a console e PC, ma anche un ingresso cuffia per monitorare ciò che viene catturato. Il nuovo microfono di Turtle Beach riesce a catturare il parlato in modo ottimale anche stando a circa due spanne di distanza e parlando con un tono di voce normale. Entra già più in difficoltà con sorgenti multiple avendo una sistema di amplificazione della voce di un solo individuo. Ma quali applicazioni può avere questo prodotto nella vita reale? Sicuramente non si rivolge a chi fa streaming saltuariamente e solo per passare il tempo, il target è quello dei proplayer che vogliono una qualità superiore a quella data dagli headset e in questo campo Stream Mic funziona, pur restando non facilissimo da configurare su console e aggiungendo un altro cavo alla situazione. Il suo posizionamento diventa più dubbio su PC/Mac dove, con un esborso di altri €30 circa, contro i €100 a cui viene venduto al momento, si può salire vertiginosamente di qualità con un Blue Yeti, completamente in metallo e anche più accattivante da mostrare alla propria postazione. In definitiva Stream Mic è un primo prodotto con il rapporto qualità/prezzo discreto che si rivolge ad una nicchia abbastanza ristretta di mercato; difficilmente vedremo la stessa esplosione vista con le cuffie della casa verso il mercato dei giovanissimi o di chi è alle prime armi con le trasmissioni online.
VOTO: 2/5
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