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Tom Clancy's The Division: Survival

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Avatar di JinChamp

a cura di JinChamp

Pubblicato il 12/12/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Tom Clancy’s The Division è stato, durante questo primo anno di vita, un titolo molto discusso e controverso. Massive Enterteinment, sotto la bandiera del colosso di settore Ubisoft, ha avuto il suo gran bel da fare, mettendo sul mercato un prodotto non perfetto ma i ragazzi impegnati nello sviluppo hanno saputo guardare oltre il semplice marketing, le tabelle e i piani dei vari contenuti extra. Dopo Underground, infatti, il team si è preso una pausa, facendo slittare le uscite degli altri due DLC già in programma, per mettere finalmente a punto una patch 1.4 in grado di mettere a punto un po’ di dettagli, che rendessero The Division un gioco appetibile ma anche duraturo, in grado di impegnare la propria community con una serie di attività davvero soddisfacenti.
Tuttavia siamo già arrivati alla 1.5 e all’uscita del secondo contenuto aggiuntivo: Lotta Per La Vita, o Survival se siete più avvezzi alla lingua anglofona. Vediamo che cosa ne è stato.
Sopravvivere, stavolta sul serio
La prima cosa da cui partire, è senza alcun dubbio la pertinenza del nome usato per questo dlc. Survival. Un termine sicuramente abusato negli ultimi anni nell’industria videoludica, ma che trova finalmente la sua essenza nitida proprio tra le desolate strade di Manhattan.
Se già lo scenario simil post-apocalittico avrebbe comunque lasciato intendere un ambiente ostile, è proprio adesso che sarete costretti letteralmente a lottare per la vostra sopravvivenza, per la vostra vita, avendo contro non soltanto i Rikers o i Purificatori, né tantomeno i Rogue della Zona Nera. Qui sarà l’ambiente a mettervi in crisi e tutto cambia radicalmente prospettiva. Il primo approccio a questa nuova tipologia di missioni potrebbe quasi definirsi shockante, o per meglio dire sorprendente, a causa di una rottura netta con il canovaccio che vi ha portato a giocare per decine di ore tra missioni, taglie e scorribande nella zona PvP.
Andiamo però con calma. Proprio nel retro del vostro quartier generale, proprio accanto all’ascensore che vi ha portato nei mesi scorsi a scoprire il precedente DLC Underground, trovate il nuovo punto in cui avviare le missioni di sopravvivenza. Potete scegliere se affidarvi a una partita squisitamente PvE, in cui preoccuparvi solo di npc guidati dall’intelligenza artificiale, o tentare l’azzardo e buttarvi nella versione PvP, in cui anche gli altri giocatori potranno rappresentare per voi un pericolo fatale. Le missioni che andrete a svolgere sono tutte istanziate, con la partecipazione di un massimo di 24 giocatori reali contemporaneamente, e sono essenzialmente tutte uguali nella sostanza, cambiando di volta in volta alcuni particolari. Sarete comunque sempre degli agenti della Divisione chiamati a recuperare un prezioso antidoto, ma sarete sempre coinvolti in un incidente sul vostro elicottero e lasciati in una zona contaminata a caso sulla mappa con uno scarso equipaggiamento. Esatto, non avete letto male. Tutti, a prescindere dal proprio livello e dagli equipaggiamenti collezionati fino a questo momento, saranno denudati di ogni avere e dovranno badare a loro stessi partendo col minimo indispensabile. Ciò non solo rende significativo il nocciolo vero e proprio della missione, ma in più riesce a dare anche la possibilità a qualsiasi giocatore di accedere senza doversi preoccupare di chi troverà in matchmaking, del proprio livello generale o di quello altrui.
Nelle due ore massime di tempo a vostra disposizione, ciò che sarete chiamati a fare durante le prime battute sarà essenzialmente uscire all’aperto e trovare dei materiali di prima necessità, per costruirvi i primi e indispensabili equipaggiamenti presso uno dei banchi di lavoro, situati praticamente in ogni rifugio. È proprio all’aperto che scoprirete la difficoltà nel sopravvivere di questa modalità, ossia il rigido e impietoso inverno. Da un indicatore, posto in alto a destra dello schermo, potrete osservare la temperatura ambientale e una barra rossa quantificherà il tempo che vi rimane prima che sia la barra della vita a risentirne, fino a portarvi eventualmente alla morte. Per riprendere calore avrete dunque due possibilità, rappresentate o dai rifugi suddetti oppure da uno dei bidoni sistemati a mo’ di falò. Qui entrano anche in gioco i cosiddetti equipaggiamenti cosmetici, come giacche, cappelli e sciarpe. Ognuno di essi vi aiuterà a sopportare meglio le gelide temperature, aumentando la vostra autonomia e resistenza alle intemperie. Sono finiti i tempi in cui si cercava il capo perfetto per mostrarsi stilosi, ora le vostre priorità sono decisamente cambiate!
Tutti insieme: uno contro tutti e tutti contro uno.
L’altra grande particolarità che caratterizzerà le vostre esperienze in questo nuovo dlc di The Division, sarà rappresentato dal loot. Come ovvio, dovrete farvi strada tra i cadaveri dei nemici per sperare che questi vi lascino qualcosa di utile, possibilmente raro e prezioso. Ciò che invece non potevate aspettarvi è che, a differenza di quanto visto fino ad ora, tutti gli oggetti droppati o che è possibile trovare da casse e borse sulla mappa sono unici, il che significa in buona sostanza che tutti vedranno le stesse cose e il primo che ci arriva si cucca il bottino, mentre tutti gli altri resteranno a bocca asciutta. Elemento che non farà che inasprire gli animi in entrambe le modalità, però nel PvP sarete anche eventualmente in grado di gustare il dolce sapore della vendetta, il tutto senza neanche diventare dei loschi rinnegati cacciati da tutti.
Dopo tutto questo preambolo di preparazione, di collezione ma soprattutto di crafting, quando finalmente avrete le vostre amate abilità, una gear soddisfacente e bocche da fuoco decenti, il vostro compito sarà quello di addentrarvi verso la nuova Zona Nera e riuscire a guadagnare l’estrazione con un nuovo elicottero. Inutile dire che più vi avvicinerete al traguardo e più sarà dura affrontare i nemici, ma ancor più difficile sarà riuscire a portare a termine una partita con successo. Qui le morti sono permanenti, a meno che qualcuno non decida generosamente di rianimarvi entro un tempo stabilito, e il respawn totalmente rimosso dalla singola sessione. Morire, quindi, equivale al Game Over e vi toccherà ripartire da capo con una nuova missione.
Veniamo, però, al dunque della questione. Le prime partite sono ovviamente quelle più sofferte e, quindi, anche più godibili per il semplice fatto che è tutto una grande novità da scoprire, un passo alla volta, un crafting alla volta, un pericolo scampato alla volta, una partita tragicamente, scioccamente o stoltamente fallita alla volta. Una volta che avrete padroneggiato il modus operandi e sarete più sicuri delle vostre possibilità tanto quanto delle vostre necessità, sarà più semplice gestire la situazione e la vostra attenzione sarà dedicata essenzialmente alle vostre compagini, impegnate a loro volta a contrastarvi. La differenza con altri giochi online così istanziati, o anche rispetto a giochi di sopravvivenza puri, è che alla lunga (neanche troppo lunga, a dirla proprio tutta) finiscono per ripetersi sempre le stesse situazioni, portando presto la noia a sostituire l’adrenalina delle prime battute e la gioia delle prime vittorie. Un problema che ha un po’ accompagnato l’ambizioso progetto dei Massive Enterteinment sin dal primo giorno, e che in qualche modo ricorre ancora oggi nonostante il grande e importante lavoro fatto nel corso delle varie patch pubblicate.

– Rompe gli schemi del gameplay di The Division in modo inaspettato

– Accessibile da tutti in qualsiasi momento

– Inizialmente impegnativo

– Una modalità un po’ troppo fine a sé stessa

– Perde di mordente e di interesse dopo non molto

– Si potevano probabilmente pretendere un po’ più di contenuti

6.5

Lotta Per La Vita si presenta come un dlc sorprendente e affascinante sin da subito. Un contenuto così riesce sia a impreziosire il pacchetto del Season Pass, sia ad arricchire l’intera offerta ludica di tutto Tom Clancy’s The Division. Ciò che dall’altro lato può dare un po’ fastidio, è sia il rapporto della quantità e dopo un po’ anche della qualità rapportate al prezzo. I contenuti, per quanto interessanti e originali, ci sono sembrati in verità anche un po’ pochini e sarà principalmente per questo che aleggia, come già detto, lo spettro della noia.

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