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Recensione

Shin Megami Tensei: Persona 3 Portable

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Avatar di Dr. Frank N Furter

a cura di Dr. Frank N Furter

Pubblicato il 29/04/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8

Informazioni sul prodotto

Immagine di Shin Megami Tensei: Persona 3 Portable
Shin Megami Tensei: Persona 3 Portable
  • Sviluppatore: Atlus
  • Produttore: Koei Tecmo
  • Distributore: Koei Tecmo
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX , SWITCH , PS2 , PSP , PS5
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 29 aprile 2011 (PSP) - 19 gennaio 2023

La saga Persona fa parte della grande famiglia Shin Megami Tensei. Negli ultimi anni i fortunati possessori di Playstation 2 hanno avuto la possibilità di giocare due perle del genere JRPG come Persona 3 e Persona 4. Titoli completi nel loro insieme, ciononostante la nuova versione dedicata alla portatile Sony cerca di andare oltre il mero porting, offrendo una prospettiva diversa della storia dando libera scelta al giocatore di impersonare una ragazza (oltre al solito eroe maschile). In questo modo gli sviluppatori hanno avuto la possibilità di apportare numerose aggiunte, approfondire personaggi già conosciuti e crearne di nuovi. Aggiungete un gameplay rivisto e migliorato ed avrete la ricetta perfetta su come realizzare una versione “alternativa” di un grande gioco.

La 25esima oraLa storia narrata in Persona 3 Portable racconta di un’ipotetica venticinquesima ora posta subito dopo la mezzanotte. Durante questo lasso temporale il mondo si ferma, le persone normali vengono trasformate in bare mentre quelle dotate del “potenziale” rimangono nella loro forma umana. La fortuna non è dalla loro parte poiché gli esseri in grado di sperimentare la “dark hour” sono le prede di misteriose creature chiamate Shadows. Pochissimi esseri umani sono dotati di un potenziale tale da emetterlo sotto forma di “Persona”, in altre parole, l’emanazione del proprio “Io” interiore grazie al quale si ottiene un potere in grado di contrastare le minacciose creature. Queste sono le informazioni che acquisirete ad inizio gioco, tra l’altro messe in scena tramite una bellissima sequenza animata; peccato che nella versione PSP non sia presente a causa dello spazio limitato dell’UMD rispetto al DVD. Una mancanza da non sottovalutare, poiché i filmati erano sì di breve durata, ma intensi e davvero curati e la loro assenza spoglia la trama dei suoi momenti migliori. Ciò non toglie la qualità della stessa, anche se ovviamente porta con sé gli stessi difetti riscontrati in precedenza: un inizio molto lento, un intermezzo ripetitivo per poi riprendersi verso il bellissimo finale. Esclusiva della versione PSP è la possibilità di usare una protagonista femminile, il vero punto di forza del pacchetto. Gli sviluppatori hanno sfruttato l’occasione per rinnovare gran parte dei “Social Link” approfondendo così il background di molti comprimari, lasciati a volte in disparte in favore di personaggi completamente inutili a fini della storia.

Persona 3 incontra Persona 4L’analisi odierna punta maggiormente a sottolineare le aggiunte apportate al sistema di gioco originale. Ci riferiamo dunque perlopiù ai veterani della saga, chi invece fosse completamente nuovo al titolo Atlus può leggere la recensione dell’originale qui. Persona 4 è considerato, dal punto di vista del gameplay, l’evoluzione perfetta di Persona 3. Il seguito riuscì a migliorare alcuni aspetti importanti del sistema di combattimento, come ad esempio la possibilità di controllare l’intero party in modo diretto invece del solo protagonista. In questa rivisitazione per PSP i veterani della saga noteranno immediatamente le aggiunte fatte: La più importante, descritta in precedenza, influenza pesantemente la difficoltà del gioco che ora a livello normale si lascia giocare con molta più scioltezza rispetto al passato. Fortuna vuole che gli sviluppatori abbiano inserito ben cinque livelli di difficoltà tra cui scegliere; il nostro consiglio per i giocatori più rodati è quello di partire dal più alto per godere al massimo dei combattimenti e non ritrovarsi tra le mani un titolo troppo facile. A seguire troviamo la riorganizzazione dei Sociali Link. Questi, per chi non lo sapesse, sono i rapporti personali che potrete instaurare con tutti i membri del vostro party e con personaggi non giocanti di rilievo; oltre ad approfondire la caratterizzazione di decine di personaggi, i Social Link hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo del party. Come dicevamo in precedenza sono stati eliminati alcuni attori superflui per concentrare gli sforzi verso i compagni di squadra sprovvisti del Social Link nella versione PlayStation 2. Questo si traduce nella possibilità di ricevere un aiuto durante la battaglia dai commilitoni con cui avrete raggiunto un certo livello d’intimità nella vita reale, senza contare una maggiore conoscenza dei personaggi stessi. E’ stato eliminato l’affaticamento da battaglia, lo status di forma rimane ma svolge un ruolo meno importante, in compenso una volta tornati alla base del Tartarus (il dungeon dove combatterete per tutto il gioco) non sarete curati automaticamente bensì dovrete pagare per il servizio. In Persona 4 la dolce volpe chiedeva cifre astronomiche per i suoi servizi, qui invece l’orologio a pendolo risulta meno esoso, senza contare lo sbilanciato sistema economico del gioco il quale vi permette di trovare decine di migliaia di yen nelle valigette disseminate per i dungeon. Sempre per quanto riguarda il Tartarus ci sono delle novità: potreste ad esempio guadagnare un maggior numero di punti esperienza in un piano specifico della torre, oppure ritrovarvi circondati da Shadows molto più forti del normale; questi incontri restituiranno molti punti esperienza, a patto che riuscirete a sopravvivere alle feroci battaglie. Il gameplay è dunque migliorato sotto moltissimi punti di vista, nonostante il Tartarus con l’andare del tempo possa appesantire l’esperienza di gioco, soprattutto verso il finale della storia.

Tecnica e dintorniLe prestazioni hardware della portatile Sony hanno permesso una realizzazione tecnica del gioco ottimale. Osservando i modelli poligonali dei nemici e dei protagonisti si scorgono pochissime differenze rispetto alla versione PlayStation 2. Per quanto lo stesso Tartarus sia stato riprodotto fedelmente, la pecca del gioco risiede nella completa assenza di luoghi esplorabili. In sostanza vi sposterete tramite un menù a tendina richiamabili in ogni momento col tasto quadrato, tramite il quale sarà possibile muoversi in qualsiasi direzione nel giro di pochi istanti. Il taglio netto di edifici esplorabili, persone con cui interagire ed alcune delle animazioni degli NPC ha alleggerito il lavoro del motore grafico per favorire prestazioni ottimali durante le battaglie, ma questa sorta di ” teletrasporto” finisce per rovinare la magia che l’esplorazione dei ristretti spazi garantiva. Il sistema di controllo è rimasto pressoché identico al passato, semplice e funzionale: qualora si utilizzi il D-Pad per muoversi, risulta ancora leggermente scomodo direzionare la telecamera in maniera dinamica tramite tasti dorsali, davvero troppo vicini tra loro. La colonna sonora del titolo Atlus ripropone brani già ascoltati accompagnati da nuovi pezzi creati per l’occasione; ancora una volta il lavoro del maestro Shoji Meguro è impeccabile.

– Nuovi Social Link

– Le integrazioni del gameplay da Persona 4 sono fantastiche

– Colonna Sonora eccezionale

– Ottima trama…

– Elemento “visual novel” troppo accentuato

– Sistema economico sbilanciato

– … ma con qualche punto morto di troppo

8.0

Persona 3 Portable è senza dubbio un buon rifacimento di un grande gioco di ruolo. I possessori di PSP e gli amanti del genere non dovrebbero farselo sfuggire, a patto che non abbiano già giocato la versione precedente. Anche in quest’ultimo caso le aggiunte, le migliorie al gameplay ed i nuovi Social Link potrebbero essere letti come un incentivo per l’acquisto. Unica controindicazione è il dover acquistare il titolo esclusivamente online, dato che l’uscita sul territorio europeo non è al momento prevista.

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