Sennheiser nel mondo del gaming

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a cura di DjPralla

Con il passare del tempo stiamo vedendo sempre più aziende che allargano le proprie vedute verso nuovi orizzonti per cercare nuovi clienti o provare nuove esperienze. Negli ultimi mesi soprattutto sembra diventare sempre più presente la moda del rebranding dei propri prodotti con un “gaming” aggiuntivo alla fine del nome. In alcuni casi il lavoro non va molto oltre al solo cambio di nome, ma in altri invece si vanno a creare vere e proprie nuove linee di prodotto, che nascono appositamente per il rinnovato scopo. Per esempio, parlando di cuffie da gioco, la problematica classica che viene riportata da tutti è che la qualità del suono, più o meno buona per quanto riguarda il mondo dei videogiochi, non è mai paragonabile ai dispositivi, anche di fascia entry-level, esplicitamente dedicati all’ascolto di musica. Da qui nasce la curiosità nel vedere cosa sia stata in grado di produrre una società assolutamente leader nell’ambito dell’audio a trecentosessanta gradi del calibro di Sennheiser, approcciandosi al mondo del gaming. Abbiamo avuto modo di provare due delle loro nuove cuffie provenienti dalle fasce di prezzo più basse, oltre a un interessante e peculiare amplificatore: queste le nostre considerazioni.
GPS 300 & GPS 350
Partendo dalle cuffie, la nostra prova si è soffermata sulle GSP 300 e sulle GSP 350. Le due cuffie condividono parte della struttura, comprensiva di arco, padiglioni, attuatori e microfono, ma differiscono nel metodo di collegamento alla sorgente, nonché nel colore, dove le prime sono identificate da dettagli blu, mentre le seconde da uno sgargiante rosso. Più precisamente le 300, alla fine del lungo cavo (anche se non lungo come i tre metri delle gloriose HD 201), presenta i due jack da 3,5 mm separati di input e output, che possono essere poi combinati in quello unico a tre vie tramite l’apposito adattatore. Grazie a questa soluzione si ha una compatibilità totale con praticamente tutti i dispositivi attualmente in commercio: che sia un PC, Windows o Macintosh, uno smartphone (ovviamente per l’iPhone 7 dovrete utilizzare l’adattatore fornito da Apple) oppure una console. Collegando il jack combinato nei pad di PS4 e Xbox One (in questo caso è necessaria almeno la seconda versione del pad Microsoft, oppure l’adattatore) si può usufruire immediatamente e senza ulteriori settaggi sia dell’audio proveniente dal gioco sia di quello della chat vocale. Per la variante rossa identificata dal numero 350 il collegamento cambia dal classico jack a USB di tipo A. Con questa scelta la compatibilità scende e si restringe ai PC. Grazie a ciò è possibile applicare dei filtri digitali al segnale analogico e quindi attivare la virtualizzazione dell’effetto Dolby Surround, che non sempre durante la nostra prova abbiamo apprezzato; nel caso si stia giocato con titoli che prendono vantaggio dell’audio posizionale, è possibile avere un miglioramento rispetto alla resa stereo, ma nel caso in cui ci si trovi di fronte a qualcosa di più squisitamente musicale, tra effetti e tracce, il risultato potrebbe risultare nei casi estremi un po’ distorto e non più fedele all’originale. 
Tralasciando questo particolare che già con altre marche non ha saputo impressionare al di là del nome, le due cuffie si comportano come ci si potrebbe aspettare da un’azienda del calibro di Sennheiser. Nonostante le linee più spigolose e i dettagli colorati entrambe le soluzioni, GSP 300 e 350 risultano essere delle cuffie estremamente comode, dall’audio superbo e facili da usare. L’esperienza in questo ambito si nota in ogni piccolo dettaglio, dai padiglioni che si appoggiano comodamente attorno all’orecchio e isolano il suono in maniera eccellente, con un distacco netto tra l’audio della stanza in cui ci si trova contro quanto trasmesso in cuffia. Nonostante i padiglioni siano chiusi e rivestiti in pelle, non è così facile sudare. La costruzione generale in plastica è più che robusta per il materiale utilizzato e l’archetto è separato in due aste che lasciano così più libera la testa e distribuendo il peso che non si fa sentire. Il cuscino che si inframezza tra il cuoio capelluto e la cuffia è di tessuto estremamente traspirante e morbido, lascia anche un intaglio al centro per l’eventuale passaggio dei cavi provenienti da un headset per la realtà virtuale. Al di là del tasto per la virtualizzazione del surround a metà del cavo delle 350, l’unica regolazione possibile è quella del volume, fattibile attraverso una grande e comoda ghiera posta sull’attacco tra il padiglione destro e l’archetto. Per quanto riguarda il microfono, che recepisce l’audio del parlato con grande dettaglio senza che venga sporcato dall’ambiente circostante, è possibile mutarlo semplicemente alzandolo in posizione verticale. È difficile trovare dei difetti a queste cuffie, riscontrati solo nella virtualizzazione del Dolby Surround sulle GPS 350 che sarebbe potuto essere di maggiore qualità. Per i circa €100 necessari per acquistare le GSP 300 e i €140 per le GSP 350, è facile immaginare che questo genere di cuffie di altissimo livello tecnico possano fare breccia anche nell’ambito gaming.
GSX 1200 PRO
Qui le cose iniziano a farsi più complesse perché si passa da prodotti estremamente user friendly e dalle infinite possibilità di utilizzo, verso un prodotto specifico. L’amplificatore GSX 1200 PRO, infatti, ha uno scopo ben preciso ed è quello di portare i tornei o le LAN party più estreme a un livello superiore. Stiamo parlando di un dispositivo che si configura come una scheda audio esterna ed è quindi in grado di recepire il segnale dal gioco o più in generale dal PC o Mac e diffonderlo su cuffie o speaker esterni collegati ognuno al proprio ingresso. Sfiorando la superficie tattile al centro del dispositivo è possibile modificare immediatamente le impostazioni, come il passaggio dall’audio 2.0 al 7.1 virtuale, aumentare o diminuire l’ampiezza della stanza virtuale in cui risuona l’audio, gestire il ritorno del microfono in cuffia, passare tra i tre preset pensati per sparatutto, musica o cinema (oltre ovviamente a quello neutrale), oppure far passare tutto l’audio verso un altoparlante esterno, senza così dover stare a staccare e riattaccare le cuffie nel momento del bisogno. Tramite la ghiera in alluminio che circonda il display capacitivo al centro, è possibile gestire in modo rapido e preciso il livello dell’audio, che è riportato chiaramente in cifre al centro del dispositivo. Nei quattro angoli che compongono il quadrato superiore sono anche presenti quattro tasti a sfioramento che servono sostanzialmente a modificare rapidamente più settaggi contemporaneamente, in modo tale che si possa cambiare tra set differenti tra loro in rapidità. Purtroppo questi tasti sono particolarmente sensibili e quindi è facile incapparci mentre si allunga la mano verso il centro del dispositivo.
Dove il GSX 1200 Pro si distanzia dal fratello minore GSX 1000, è nella possibilità di collegare in cascata fino a otto di questi, in modo tale da avere una chat interna con la qualità dell’audio su cavo e zero latenza. Non c’è bisogno di settaggi o software per gestire il tutto, gli unici aggiustamenti possono essere fatti per l’audio in entrata e in uscita tramite delle piccole rotelle poste sui lati. In questo caso il prezzo sale verso i €250 per un dispositivo che sì consente di andare a personalizzare la propria esperienza di gioco pur utilizzando qualunque cuffia dotata di jack da 3,5mm, ma si rivolge esplicitamente a contesti ben precisi in cui è necessario parlare con il proprio team mentre si sta giocando su PC.

Sennheiser quindi si pone sul mercato videoludico con pochi prodotti ma in grado di aprire la mente dei giocatori verso qualcosa dalla qualità superiore. Se da un lato abbiamo le cuffie GSP 300 e le 350 che dal basso insegnano cosa voglia dire poter godere di un suono pulito e potente, dall’altro ci sono accessori del calibro del GSX 1200 Pro che sono votati esplicitamente agli eventi e la scena competitiva, portando la conoscenza del marchio tedesco nel modo degli e-sport.